Üllöi út: il derby di Budapest a casa del Fradi

Derby di Budapest

Li vedi già nella grande stazione della metropolitana di Deák Ferenc tér: le maglie biancoverdi, i cappellini, le sciarpe. Prenderemo con loro la linea blu in direzione sud, lasceremo Belváros, la Città Vecchia, il cuore di Pest, per scendere a Népliget su Üllöi út, il lungo viale che parte dalle vicinanze dello splendido Museo Nazionale per andare a morire ai confini della città.

Népliget, Üllöi út: per un abitante di Budapest è molto semplice… Siamo nel quartiere di Ferencváros, e oggi è il giorno del Derbi, il 273° Ferencvárosi TC-Újpest FC, la madre di tutte le partite. tombinoÈ per noi tutto molto chiaro già 2 ore prima di entrare nella Groupama Aréna, chi sale sul treno alle 5 fermate che ci separano dalla meta racconta un’unica storia: il Fradi, il Fradi, il Fradi. Cuore calcistico di Pest e dell’intera Ungheria. Gli altri, i viola, gli ospiti, gli odiati cugini, vengono da fuori, dal nord, da un posto che si fa fatica (immaginiamo) a chiamare “Budapest” tanto, anche guardando la cartina del metro, appare lontano dalla città vera e propria. Impossibile rendersene conto senza venire qui.

Non vedremo una traccia di “Lila” se non all’interno dello stadio, molto diverso da ciò che si vive a Milano o a Torino nelle stesse circostanze. Colpisce, poi, quanto gente di solito piuttosto composta come gli ungheresi (la metropolitana di Budapest sembra una biblioteca, non si sente volare una mosca) sappia tirare fuori un carattere sanguigno quando va alla partita: “Hajrá Fradi!” (“Forza Fradi!”) già sui treni, la stazione di Népliget, manco a dirlo, tappezzata di verde, gente che canta ed intona cori fuori dallo stadio. Curiosamente, gli ambulanti sembrano vendere tutti quanti la stessa cosa (e solo quella!): semi di girasole. In bicchieri di plastica, bustine trasparenti, sacchetti di carta. Gli ungheresi li comprano a piene mani, ci sono gusci dappertutto e, durante la partita, sarà un delirio di gente intenta a sgranocchiare e sputare, sputare e sgranocchiare. Non c’è invece traccia di merchandising taroccato, se vuoi una sciarpa o una maglietta del club c’è lo store ufficiale all’interno dello stadio, stessa cosa per panini o bevande.

È Flórián Albert, immortalato in una statua di 3 metri, icona del calcio ungherese ed autentico supereroe del Ferencváros, a darci il benvenuto. statua

I tifosi ospiti sono perfettamente schierati nel settore a loro riservato, i gruppi ultrà di Újpest si sono mobilitati come si conviene per il primo derby della stagione. Non c’è traccia, semplicemente, di tifosi viola nelle altre tribune, così come non c’è traccia della “B Közep”, la “Tribuna B”. Questa è una storia che vale la pena di raccontare: fin dal 1928 la vecchia “Tribuna B” dello stadio di Üllöi út (il Fradi gioca qui, ininterrottamente, dal 1911) fu riconosciuta come cuore della tifoseria del Ferencváros, che vanta, in un certo senso, il tifo organizzato più vecchio del mondo. I nonni degli odierni ultrà, che hanno nomi truci come Green Monsters, Stormy Scamps, sigle conosciute e temute in mezza Europa, dovevano essere molto diversi dai facinorosi nipotini: tant’è che la costruzione del nuovo stadio ha dato al club l’occasione di provare a dare una regolata al proprio tifo, spesso causa di multe e squalifiche del campo con conseguenti danni economici e di immagine.

tifosi

Il presidente Gábor Kubatov ha deciso l’installazione di scanners per le vene dei polsi per identificare le persone che entrano allo stadio (settori VIP esclusi), ovvero per andare alla partita, all’atto dell’acquisto della “tessera del tifoso” come in Italia, è necessario sottoporsi alla scansione del proprio polso sinistro, operazione da ripetersi per aprire il famoso “tornello”. Ebbene, tale decisione ha scatenato un’autentica guerra tra il tifo estremista del Fradi e la società stessa: i gruppi ultrà disertano lo stadio e boicottano l’attuale dirigenza e il club, da parte sua, non ha la minima intenzione di abbandonare, ad oggi, la linea dura. Kubatov sarà presidente almeno fino al 2018 (al FTC la carica è elettiva), facile prevedere come il braccio di ferro sia destinato a durare ancora a lungo.

aquilaLa partita non delude dal punto di vista delle emozioni, un 3-3 che lascia l’amaro in bocca all’Újpest (avanti 3-1) ma non del tutto demeritato dai padroni di casa. I viola sono a lungo padroni del campo grazie al palleggio di Balogh e Bardhi e alle invenzioni di Diarra (che se non fosse un attaccabrighe…), sono i vecchi Gera e Leandro a suonare la carica per le Aquile quando tutto sembra perduto. E il nuovo arrivato Djuricin, interessante 23enne in prestito dal Red Bull Salzburg che da unica punta semina il panico nella difesa ospite.

Ma è soprattutto il popolo del Fradi a caricarsi, letteralmente, la squadra sulle spalle non smettendo un solo istante di incitare i suoi, nonostante il boicottaggio degli ultrà ed il morale sotto i tacchi per il doppio svantaggio. Hajrá Fradi! Hajrá Fradi! Il 4-3 di Djuricin, annullato da Kassai per una spinta ai danni di un difensore, fa tremare l’Aréna fino alle fondamenta. L’applauso al fischio finale, davvero emozionante, il segno più bello di una passione che nemmeno noi ci aspettavamo.

Si ringrazia Szeli Matyas per il prezioso aiuto

 

About Dimitri Lombardelli 9 Articoli
Inter, FTC, Slavia Praha. Nel calcio non si inventa più (quasi) nulla.
Contact: Twitter

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.