Se è vero che ogni paese sta affrontando l’attuale crisi sanitaria ed economica in maniera diversa, altrettanto stanno facendo i principali campionati europei.
PREMIER LEAGUE
In un comunicato congiunto del 27 marzo Premier League, English Football League e Professional Footballers’ Association hanno dichiarato che i campionati non ricominceranno prima del 30 aprile e comunque solo quando le condizioni di sicurezza lo permetteranno. L’ex difensore del Manchester United e della nazionale inglese Rio Ferdinand sul proprio profilo Instagram ha fatto sapere che secondo lui la soluzione migliore è l’annullamento del campionato.
Se dovesse essere presa questa decisione, non vi è dubbio che la squadra maggiormente danneggiata sarebbe il Liverpool. I Reds non vincono il campionato dalla stagione 1989/90 e dopo 29 partite sono primi con 82 punti, ben 25 più del Manchester City che deve recuperare una partita. Sulla stampa sta circolando un’ipotesi secondo cui l’intenzione degli inglesi sarebbe quella di concludere il campionato fra giugno e luglio facendo disputare le partite a porte chiuse e solo in alcuni stadi, il tutto con le squadre in ritiro per 6 settimane.
C’è però un altro caso da risolvere. Il 14 febbraio la Uefa ha multato i Citizens per una cifra pari a 30 milioni di euro in seguito alle gravi violazioni del fair-play finanziario. Non solo, il City è stato escluso dalle competizioni europee per le stagioni 2020/21 e 2021/22. Come era prevedibile la società inglese ha fatto ricorso, il quale però non è ancora stato discusso a causa del coronavirus.
E qui nasce un altro problema. Il Daily Mail ha scritto che ci sono otto società inglesi – Liverpool, Leicester City, Chelsea, Manchester United, Wolverhampton, Tottenham, Arsenal e Burnley – il cui timore è che a causa dell’emergenza sanitaria possa slittare anche la punizione ai danni del Manchester City. Motivo per cui le otto squadre avrebbero chiesto ai giudici del Tribunale Arbitrale dello Sport per chiedere di non ammettere Aguero e compagni alla prossima edizione della Champions League.
LIGA
In Spagna si è risolto il caso Barcellona. Questo il comunicato di Leo Messi: “S’è scritto molto riguardo alla prima squadra del Barça e agli stipendi dei giocatori durante l’emergenza coronavirus. Anzitutto, vogliamo sottolineare che abbiamo sempre avuto la volontà di ridurli, perché sappiamo perfettamente che si tratta di una situazione eccezionale e siamo sempre stati i primi ad andare in aiuto del club quando ci è stato chiesto. E molte volte l’abbiamo fatto di nostra iniziativa, quando abbiamo ritenuto che fosse importante. Siamo sorpresi che ci sia stato qualcuno all’interno del club che abbia voluto metterci pressione, mentre era chiarissimo che cosa avremmo fatto. Se abbiamo atteso qualche giorno è perché eravamo alla ricerca di una formula che aiutasse sia il club che i suoi lavoratori. Per quanto ci riguarda, è ora il momento di annunciare che ci decurteremo lo stipendio del 70%, più altre iniziative per arrivare a coprire il 100% dei compensi di chi lavora nel club, fino a quando non terminerà questa emergenza”. Altre squadre fra cui Atletico Madrid ed Espanyol stanno studiando l’ipotesi di ricorrere al sistema Erte, l’equivalente spagnola della cassa integrazione straordinaria.
Per quello che riguarda un’ipotetica ripresa del campionato, inizialmente il presidente della Liga Javier Tebas in un’intervista per il Mundo Deportivo aveva indicato la data del 16 aprile. Fin da subito è sembrata a tutti una proposta irrealizzabile e negli ultimi giorni Tebas ha fatto una nuova proposta che prevede il ritorno in campo fra il 14 e il 18 maggio in modo da terminare i campionati europei entro il 30 giugno, evitando così problemi legati ai contratti dei calciatori. Il 23 marzo la Liga e la Real Federación Española de Fútbol hanno dichiarato in un comunicato congiunto la sospensione delle competizioni calcistiche professionali. Un’eventuale ripresa sarà decisa dalle autorità competenti del governo della Spagna e dell’Amministrazione statale generale quando esse riterranno che non ci sarà più alcun rischio per la salute.
BUNDESLIGA E LIGUE 1
Il 24 marzo la Deutsche Fussball Liga ha comunicato la sospensione della Bundesliga e della Bundeliga 2 almeno fino al 30 aprile. Nel frattempo proprio dalla Germania è arrivata quella che probabilmente è l’iniziativa più bella a livello calcistico legata all’emergenza coronavirus. Le quattro squadre che quest’anno hanno partecipato alla Champions League – Bayern Monaco, Borussia Dortmund, Bayer Leverkusen, RB Lipsia – hanno donato circa 20 milioni alle altre squadre di Bundesliga e Bundesliga 2. Un bellissimo esempio di solidarietà è arrivato anche dal commissario tecnico della nazionale Joachim Loew, il direttore generale della Federcalcio tedesca Oliver Bierhoff e l’amministratore delegato del Borussia Dortmund Hans-Joachim Watzke si sono tagliati lo stipendio. Per quello che riguarda la Francia, L’Equipe ha fatto sapere che si sta valutando l’ipotesi di tagliare gli stipendi dei calciatori del 50% a partire dal mese di aprile.