Chi è Denis Suárez, colui che deve far dimenticare Chéryshev

Denis Suárez Siviglia

Denis Suárez è stata la risposta di Fernando Roig Negueroles al mancato ritorno di Denis Chéryshev, dopo mesi di trattative e tentativi andati a vuoto. Pur essendo considerato un grande prospetto per il futuro, la principale incognita relativa al suo acquisto è la sua posizione in campo. Tratta di un trequartista centrale in grado di giocare anche come mezzapunta, ma al Villarreal dovrà ricoprire il post di esterno di centrocampo del 4-4-2 di Marcelino. Sicuramente l’interpretazione del ruolo sarà completamente differente da quella di Chéryshev, un’ala di sfondamento che grazie alla sua velocità amava puntare il fondo, piuttosto ricorderà quello che faceva Cani, un fantasista più tecnico e statico che ama accentrarsi e casomai accelerare all’improvviso. Ma addentriamoci nella sua progressione calcistica più nel dettaglio.

Pur essendo notoriamente cresciuto nelle giovanili del Celta Vigo, i suoi primi calci li tira al Porriño Industrial, piccolo club attualmente in Regional Preferente, quinto gradino della piramide calcistica, e solamente nell’estate del 2007, all’età di tredici anni, viene notato da Toni Otero, responsabile del settore giovanile del Celta, ed entra a far parte della cantera celeste. Qui dimostra notevoli potenzialità e il suo percorso di crescita subisce continue accelerazioni. Appena tre anni dopo, quando dovrebbe far parte della squadra Cadete, ma è già nel Juvenil B, arriva la prima chiamata da Las Rozas per prender parte alla nazionale spagnola under-16: da qui in poi verrà selezionato in tutte le categorie minori della selezione iberica.

Si inizia a rumoreggiare circa interessamenti di club di fama mondiale come Real Madrid, Arsenal e Chelsea, ma appena compiuti sedici anni la società ritocca le clausole di svincolo sul suo contratto e lo blindano. A soli sedici anni, tre mesi e spiccioli debutta con la seconda squadra in Segunda División B e continua a scalare le gerarchie della cantera arrivando a disputare perfino qualche amichevole con la prima squadra, dove però non esordirà mai. Sì, perché nell’estate del 2011 il trasferimento si farà davvero. Arriva il Manchester City che supera la concorrenza di altre rivali, tra cui anche il Barcellona, offrendo 850mila sterline più vari bonus che potrebbero portare il valore dell’operazione fino a 2,75 milioni di sterline, in pratica circa un milione di euro subito più eventuali bonus di altri due milioni e mezzo di euro.

Comunque con i citizens arriverà a giocare in prima squadra solo pochi minuti in due gare in League Cup. La vetrina migliore per mettersi in mostra saranno invece i Mondiali under-20 in Turchia, dove Julen Lopetegui lo considera una seconda scelta dopo i titolari Jesé e Deulofeu. Nella fase a gironi gioca quasi tutto il match contro il Ghana ed entra per l’ultimo quarto d’ora contro la Francia di Areola (che si laureerà campione), vincendo entrambe le gare e aiutando la Spagna a uscire dalla prima fase come unica squadra a punteggio pieno. Gioca poco più di venti minuti negli ottavi contro il Messico, dove trascina la Rojita alla rimonta: grazie a una sua giocata arriva il pareggio di Derik a un quarto d’ora dal termine, poi lo stesso Denis Suárez colpisce un palo, mentre Jesé evita i supplementari gonfiando la rete nel recupero. Supplementari che però non verranno evitati nei quarti di finale quando Lopetegui lo manda in campo allo scadere del tempo regolamentare, ma stavolta ne uscirà vincitore l’Uruguay, che raggiungerà poi la finale contro i francesi. Le sue prestazioni comunque convincono Andoni Zubizarreta e Jordi Mestre a puntare su di lui per riportarlo in Spagna, precisamente al Barcellona con l’esborso di un milione e mezzo di euro.

Dopo una stagione al Barça B di Eusebio Sacristán, in cui si mette in evidenza con sette reti e undici assist, arriva il passaggio al Siviglia all’interno dell’operazione Rakitić, con la formula del prestito biennale e il diritto di riscatto a sei milioni di euro e contro-riscatto a nove. In Andalusia Denis Suárez parte come titolare: propizia assist nelle trasferte contro Espanyol, Córdoba ed Elche, ma soprattutto arriva la prima rete in campionato nel tremendo finale di gara contro il Villarreal quando il Siviglia trasforma una sconfitta in vittoria negli ultimi minuti. Ma col passare delle settimane il suo impiego viene dilazionato a favore di Éver Banega, che Unai Emery conosce già dai tempi di Valencia e gli può garantire maggiore esperienza e copertura. Nel momento clou della stagione viene relegato a giocare pochi spezzoni di match e diventa un buon ricambio per le partite di Europa League, dove segna di nuovo nel match di ritorno contro il Villarreal, ma quando il quarto posto sembra svanire le sue apparizioni in Liga diventano più numerose mentre nelle partite di coppa finisce per sparire, non disputando nemmeno un minuto dalle semifinali in poi. A fine stagione avrà fatto registrare appena sei reti e quattro assist in tutte le competizioni.

Il resto è cronaca di attualità. Luis Enrique lo rivorrebbe al Barcellona ma le sanzioni Fifa impediscono alla società catalana di riprenderlo, Unai Emery preferirebbe trattenerlo perché crede che il giocatore abbia ancora ampi margini di crescita e soprattutto è un ottima seconda scelta, ma appena il Villarreal gli prospetta la possibilità di un trasferimento e Marcelino gli assicura minutaggio l’affare va in porto e Denis Suárez si trasferisce al Sottomarino giallo. Costo dell’operazione: 3,7 milioni al Siviglia per annullare il prestito biennale, mentre il Barcellona si riserva due diritti di ri-acquisto (3,2 milioni entro il 30 giugno 2016, e 6,4 entro il 2017) e il diritto di prelazione entro il 30 giugno 2019.

 

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Mi chiamo Mihai Vidroiu, ma per tutti sono semplicemente Michele, sono cresciuto a Roma, sponda giallorossa. Ho inoltre una passione smodata per il Villarreal, di cui credo di poter definirmi il maggior esperto in Italia, e più in generale per il calcio, oltre ad altri mille interessi.

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