Union Berlin, Benjamin Köhler e Lisa Görsdorf hanno sconfitto il tumore!

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Di Benjamin Köhler c’era da fidarsi: «Wir sehen uns wieder, ganz bestimmt» (ci vediamo di nuovo… sicuro), aveva detto il centrocampista dell’Union Berlin subito dopo aver saputo di avere il linfoma di Hodgkin, tumore maligno che colpisce il sistema linfatico. L’aveva promesso alla sua famiglia, a tutti i ragazzi dell’Union e l’aveva promesso sopratutto a se stesso. Quel giorno è finalmente arrivato: «Sono in salute», ha detto Benny, mantenendo la sua parola. Una partita lunga, difficile, durata sei mesi tra cure e chemioterapie, che il centrocampista 34enne vince e stravince. Alle 10 di giovedì, il responso medico: nessuna cellula tumorale presente; del resto, ci sarà un motivo se i giocatori dell’Union sono soprannominati gli Eisernen (fatti di ferro). Subito dopo, ha scritto un messaggio che è apparso contemporaneamente sulla sua pagina Facebook e sul sito della società tedesca: «Grazie a tutti i tifosi per i tanti messaggi positivi che mi hanno dato tanta energia. Grazie all’Union Berlin e ai miei amici che mi sono stati accanto in qualsiasi momento. Grazie alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuto. Soprattutto, ringrazio mia moglie Marina, sei la migliore!».
La notizia della malattia fu uno shock per tutti: a inizio febbraio, dopo insistenti dolori all’addome accusati durante il ritiro della squadra in Spagna, a Köhler venne diagnosticato il linfoma. L’Union reagì immediatamente rinnovando, di un altro anno, il contratto in scadenza a giugno come segno di appoggio morale e grande calore. Poi, durante la partita contro il Bochum, alla ripresa del campionato, le lacrime scesero copiose: all’An der Alten Försterei, al settimo minuto di gioco (come il suo numero), i giocatori di casa indossarono una maglietta in suo onore con su scritto “Gemeinsam kämpfen!” (lottiamo assieme), mentre tutto lo stadio intonava, tra gli applausi, cori di incitamento, sventolando uno striscione con su scritto: “Benny kämpfen und siegen”, (Benny, lotta e vinci).
Quella settimana, ora, sembra solo un ricordo: i volti tristi hanno lasciato spazio a grandi sorrisi anche se lo stesso Benny non aveva mai smesso di ridere. E non è, come può sembrare, una frase fatta. Köhler, sin da principio, non ha rifiutato la malattia, l’ha affrontata a viso aperto senza nascondersi. Nonostante la chemio, il 34enne, quando aveva le forze, lo si vedeva in tribuna allo stadio oppure a bordo campo per parlare con l’allenatore Norbert Düvel o con quelli dello staff. Sempre con il suo inseparabile cappello in testa. Non si è mai scoraggiato e il suo atteggiamento positivo ha dato, paradossalmente, forza e convinzione a tutti i ragazzi dell’Union.

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La storia di Köhler, fatta di dramma, speranza e lieto fine, tiene la mano ad un’altra storia, quella di Lisa Görsdorf, 19enne calciatrice della squadra giovanile femminile dell’Union Berlin. In una perversa e cinica ruota della vita voluta dal destino, dal fato o da chi per voi, la giovane atleta scoprì di avere il cancro appena qualche settimana dopo la nefasta notizia del suo collega. Un dramma nel dramma che ha unito ancor di più la società di Köpenick, stringendo i calciatori in un grande abbraccio familiare e promuovendo iniziative di prevenzione e lotta contro la malattia, sensibilizzando i tifosi e i vari appassionati. Anche Lisa ha lottato e anche lei ora può sorridere: appena qualche giorno fa è arrivata la tanto attesa notizia che ha confermato la sconfitta della malattia.
E’, ovviamente, presto per parlare di un ritorno in campo di Benjamin, ma se abbiamo imparato a conoscerlo, dobbiamo fidarci. «Arriverà il giorno dove mi allenerò di nuovo e finché il mio corpo se la sentirà, io giocherò», disse qualche mese fa. E se, non a caso, la notizia della guarigione è arrivata alla vigilia dell’inizio della Zweite Bundesliga, c’è da scommetterci: quel giocatore con la maglia numero sette sarà ancora protagonista sui campi di calcio tedeschi.

 

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Giornalista, nato a Bari in un ambiente dove gli si diceva di tifare per i bianco-rossi, ha seguito il suggerimento alla lettera appassionandosi all'Union Berlin. Fidanzato ufficialmente con il club dal 12 agosto del 2012 quando ha assistito ad una partita per la prima volta nello stadio An der Alten Försterei. Ama i cappelli: i suoi, quello di De Gregori, di Charlie Brown, di Alan Grant e di Nereo Rocco.

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