La partita di Köhler contro il cancro: «Vincerò e tornerò a giocare con l’Union»

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«Verrà il giorno…». Quel momento tanto atteso ancora non c’è, non si può programmare, ma Benny Köhler è convinto: lui allaccerà nuovamente le scarpette, metterà la maglia dentro i pantaloncini e calpesterà ancora i campi da calcio. Sempre e solo con l’Union Berlino. Lo scorso febbraio, dopo aver accusato dolori all’addome, il centrocampista Benjamin ha scoperto di avere il linfoma di Hodgkin, tumore maligno che colpisce il sistema linfatico. Un duro colpo per lui, la sua famiglia e la grande famiglia sportiva della società di Köpenick.

Lui ha sin da subito iniziato la cura e ora, dopo tre mesi, parla della sua esperienza: «Ho fatto la quarta chemioterapia, su un totale di sei. Se tutto dovesse andare secondo i piani, l’ultima sarà l’otto giugno», ha detto il calciatore 34enne. Ancora un mese e, poi, altre tre-quattro settimane di riabilitazione. Ma di stare lontano dallo stadio An der Alten Försterei, proprio non se ne parla: sabato scorso ha assistito alla sconfitta dell’Union contro l’Erzgebirge Aue per 2-1. Cappello in testa, ma non per la perdita di capelli: lui i berretti li ha sempre indossati, ci tiene a dirlo.
E’ lì, tra i tifosi, che si sente a suo agio anche se ammette che: «gli amici mi sono sempre accanto. Mi vengono a trovare quasi ogni giorno, anche in ospedale». Preziosi, gli amici, soprattutto quando fuori il tempo è un dipinto perfetto per uscire e tirare due calci. Quando se la sente, gioca con suo figlio Dian in giardino, ma non sempre può farlo. Köhler, però, non demorde, motivato anche dalla decisione della società di rinnovare il contratto per un altro anno: «Non sento la pressione del tempo che passa. Arriverà il giorno dove mi allenerò di nuovo e finché il mio corpo se la sentirà, io giocherò».
Sabato allo stadio nessuno pensava alla sconfitta dell’Union contro l’Aue, anzi i tifosi festeggiavano: anche se si sta giocando solo il primo tempo, Benny sta vincendo 1-0 la sua partita contro il cancro.

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Giornalista, nato a Bari in un ambiente dove gli si diceva di tifare per i bianco-rossi, ha seguito il suggerimento alla lettera appassionandosi all'Union Berlin. Fidanzato ufficialmente con il club dal 12 agosto del 2012 quando ha assistito ad una partita per la prima volta nello stadio An der Alten Försterei. Ama i cappelli: i suoi, quello di De Gregori, di Charlie Brown, di Alan Grant e di Nereo Rocco.

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