Prima portava i piatti, poi la coppa del mondo | Era un cameriere: ha vinto Champions, Mondiale e scudetti

Italia 1982 (Instagram) - tuttocalcioestero.it
Dal lavoro come cameriere alla conquista della coppa del mondo con l’Italia da protagonista. Nella sua gloriosa carriera ha vinto anche la Champions, scudetti e tante coppe.
C’è stato un tempo in cui il calcio italiano non era sinonimo di lusso e passerelle patinate. Scavando negli anni si scovano storie dal sapore romantico, di uomini che prima di diventare stelle del calcio hanno svolto i lavori più disparati. In particolare il protagonista di questa narrazione, prima di diventare un mito del pallone tricolore, svolgeva il mestiere di cameriere.
Da portare i piatti, in alcuni casi anche ad illustri futuri compagni di squadra, ad alzare la coppa del mondo da protagonista con l’Italia. Il suo nome, le sue reti, ed un’esultanza in particolare sono scolpite nell’immaginario culturale italiano.
Prima di esplodere nel mondo del calcio si è guadagnato da vivere lavorando come cameriere nel centro di Pisa, vicino Piazza dei Miracoli. Il destino volle che servì al tavolo anche uno dei suoi futuri compagni di squadra, sia nei club che con la maglia azzurra.
La sua carriera calcistica è stata costellata di trofei. Un Mondiale con l’Italia, cinque scudetti e due Coppe Italia. Anche in Europa sono arrivate diverse gioie. Una Coppa dei Campioni, una Coppa Uefa, una Coppa delle Coppe ed una Supercoppa europea.
Dal ristorante al Mondiale: ha vinto tutto in carriera
Ha praticamente vinto il possibile, e tutto con la stessa maglia. Parliamo dei colori bianconeri della Juventus, al quale ha legato gran parte della sua carriera.
Stiamo parlando di Marco Tardelli, uno degli eroi della finale mondiale del 1982, che vide l’Italia sconfiggere per 3-1 la Germania Ovest a Madrid. Il suo urlo dopo la seconda rete azzurra è divenuto uno dei simboli più iconici della storia del calcio italiano.

Da cameriere a campione del mondo: retroscena Tardelli
L’ex simbolo della Juventus si è raccontato in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. Tra i tanti temi toccati anche quello della carriera svolta da cameriere per mantenersi: “Difficile farlo capire ai ragazzi di oggi. Ma non mi manca niente. Si diventata uomini prima.”
Poi l’aneddoto che coinvolge Dino Zoff: “Mi chiamarono fuori stagione al Ciocco. C’era il Napoli di Iuliano, Canè e Zoff. Quando arrivai alla Juve glielo confessai.” Difficile che il portierone potesse immaginare che quel ragazzo che portava i piatti sarebbe diventato fondamentale per la conquista del terzo Mondiale azzurro.
