Guardiola show contro Capello: “Stati attento, ti tengo d’occhio”

Guardiola show contro Capello: “Stati attento, ti tengo d’occhio”

Guardiola contro Capello

Le divergenze di Pep Guardiola e Fabio Capello non sono certo una novità, ma questa volta la polemica assume toni particolarmente accesi. L’ex allenatore di Milan e Real Madrid ha attaccato duramente il tecnico del Manchester City, accusandolo di un’eccessiva arroganza che gli sarebbe costata diverse Champions League sia alla guida del Bayern Monaco sia del club inglese. Ma Guardiola non si è lasciato scivolare la critica addosso e ha risposto con un’avvertenza carica di ironia.

Le accuse di Capello

In un’intervista rilasciata al quotidiano spagnolo El Mundo, Capello non ha usato mezzi termini: secondo lui, l’ossessione di Guardiola per il controllo totale del gioco e la ricerca di una superiorità tattica fine a se stessa avrebbero rappresentato un limite nei momenti decisivi delle stagioni europee. “Ha sempre voluto essere il protagonista assoluto, ma questo gli è costato caro”, ha dichiarato l’ex CT dell’Inghilterra, sottolineando come lo stile del catalano abbia avuto ripercussioni negative soprattutto nel calcio italiano.

Per Capello, infatti, il problema va oltre Guardiola stesso: molte squadre della Serie A, affascinate dal modello imposto dall’ex tecnico del Barcellona, avrebbero snaturato la propria identità, cercando di imitare un sistema che non si adatta al DNA del calcio italiano. Un danno che, a suo dire, avrebbe avuto conseguenze disastrose.

La replica di Guardiola: ironia e avvertimenti

Quando gli sono state riportate le parole di Capello, Guardiola non ha mostrato alcun segno di irritazione. Anzi, ha risposto con il sorriso, lasciando però trasparire un sottile avvertimento: “Ascolto tutto quello che dicono di me. Tutto“, ha dichiarato con un’espressione enigmatica. Poi ha aggiunto: “Quindi stai attento. Ti tengo d’occhio“.

Il tecnico del Manchester City ha poi smorzato i toni, rivendicando con sarcasmo il proprio ruolo nel calcio moderno. “Non sono così bravo da poter rovinare il calcio italiano. Il calcio italiano è molto più grande del mio stile di gioco”, ha commentato, prima di chiudere con una frase che sa di sfida ma anche di rispetto: “Un grande abbraccio a Fabio. Un grande abbraccio”.

Il solco tra due filosofie

La distanza tra Capello e Guardiola non è solo una questione di personalità, ma di idee sul gioco. Capello appartiene a una scuola pragmatica, in cui la flessibilità e l’adattamento alle situazioni di gara sono centrali. Guardiola, invece, è il simbolo della possessione esasperata, del controllo ossessivo del pallone come strumento di dominio totale.

Le parole del tecnico italiano riaprono un dibattito che da anni anima il calcio europeo: il modello Guardiola è una rivoluzione benefica o un eccesso che, se mal interpretato, rischia di distruggere le peculiarità dei singoli campionati? Il City, sotto la sua guida, ha raggiunto la vetta d’Europa, ma il percorso è stato lungo e tortuoso, con sconfitte brucianti che ne hanno messo in discussione il dogma.

E mentre i due continuano a lanciarsi frecciate, una domanda resta sospesa nell’aria: è meglio un calcio che si adatta agli avversari o uno che impone la propria filosofia fino alle estreme conseguenze? La risposta, come sempre, arriverà dal campo.