A Berlino inizia l’era Keller: partito Wood e Kroos nuovo capitano, cosa aspettarsi dall’Union?

Che cosa aspettarsi quest’anno dall’Union Berlin? Dopo sette anni consecutivi in Zweiteliga, la stagione 2016-2017 si apre con un’aria spumeggiante tipica di chi vuole osare come mai fatto nella storia precedente. La scorsa stagione, nonostante vicissitudini di tutti i tipi, ha visto i berlinesi finire al sesto posto, il piazzamento più alto raggiunto dalla società dopo la riunificazione della Germania, eguagliando l’anno 2001-2002. Facile, ora, provare a pensare in grande, ma mai come quest’anno, con Hannover e Stoccarda precipitati dalla Bundesliga e con il desiderio di risalire al più presto, il rischio di un campionato segnato già ai blocchi di partenza è altissimo. A Köpenick hanno voluto pensare in grande, ma con due-tre scommesse: dall’allenatore Jens Keller, uomo da Champions League che non si è mai sporcato le mani in Zweite, all’attaccante Philipp Hosiner, 27enne austriaco, uno che in patria segnava più di un gol a partita, ma che si è smarrito nel suo girovagare tra Francia e Germania.

L’allenatore da Champions League senza esperienza in Zweite

Jens Keller alla prima esperienza in Zweiteliga

Jens Keller, ufficialmente dal primo luglio 2016, è il nuovo allenatore dell’Union Berlin. Nell’ultimo periodo, sulla panchina tedesca, dopo l’egemonia di Uwe Neuhaus durata sette anni e conclusasi nel 2014, si sono alternati in tanti e in troppi. L’assenza di un equilibrio duraturo e una conseguente programmazione ad ampio respiro ha portato la squadra a continui sbalzi stile montagne russe: Norbert Düwel, chiamato a costruire un nuovo ciclo, è durato la stagione 2014-2015 e una manciata di partite dell’annata scorsa dopo aver collezionato quattro punti in cinque partite. Mai in sintonia con i tifosi, ha aggravato le amnesie del sistema difensivo senza proporre un calcio armonioso nemmeno in attacco; il suo esonero ha lasciato in eredità scorie e un terreno da bonificare che Sasha Lewandowski, ex-Leverkusen, ha sapientemente, passo dopo passo, rimesso in sesto: l’Union da essere invischiato nei bassifondi della classifica, complice una seconda parte di stagione impreziosita dagli arrivi di Felix Kroos, Jacob Busk e dall’esplosione dell’attaccante Bobby Wood con i suoi 17 gol, è riuscito a issarsi fino al sesto posto, posizione che i berlinesi hanno mantenuto anche con Andrè Hofschneider, allenatore ad interim subentrato a marzo a Lewandowski che ha vissuto un dramma personale sfociato, in estate, con la sua morte.

Se negli ultimi sei mesi i tifosi hanno potuto apprezzare un brioso gioco offensivo che ha riportato l’Alte Försterei a essere uno stadio insidioso (otto vittorie consecutive in casa), a Keller, ex-difensore centrale con oltre 250 partite tra Bundesliga e Zweite, chiedono uno sforzo ulteriore: tamponare l’emorragia difensiva che nel giro di due anni ha portato a violare la porta per 101 volte. Quello di Keller sarà il suo primo esame in seconda divisione e può rappresentare per lui un’occasione di rilancio dopo l’esonero allo Schalke 04 a inizio 2014-2015 e dopo pressoché due anni lontano dai campi: il 45enne di Stoccarda a Gelsenkirchen è ricordato per l’ottimo terzo posto acciuffato nell’anno 2013-2014, alle spalle del nuovo Bayern Monaco di Guardiola e il Borussia Dortmund di Klopp. Il luccichio del podio più basso non deve, però, oscurare l’esonero lampo della stagione successiva: dopo sette giornate nel complesso poco soddisfacenti (anche se va segnato un 2-1 nel derby contro i giallo-neri e un dignitoso 1-1 contro i campioni di Monaco) Keller e lo Schalke 04 si sono separati e al suo posto è subentrato Roberto Di Matteo.

Con l’allenatore di Stoccarda, l’Union Berlin ha lanciato un messaggio chiaro alle rivali, condiviso e sussurrato a bassa voce anche tra i tifosi: per puntare in alto c’è bisogno dell’esperienza di chi, in alto, c’è già stato. C’è il rischio di un cortocircuito, ma il suo modulo, un classico 4-3-3 che ha già trovato consensi e sinergia tra calciatori, sembra essere calzante per questo nuovo Union.

Kroos ottimo colpo, Wood è partito: Hosiner saprà essere all’altezza?

l'attaccante austriaco Hosiner
l’attaccante austriaco Hosiner

L’americano di Honolulu, Bobby Wood, è entrato così di prepotenza nei cuori rot und weiß berlinesi che, nel giro di un solo anno, ha stravolto la storia della società di Köpenick, l’ha riscritta, prima di salpare verso nuovi lidi e avventure. Arrivato a Berlino come colpo in prospettiva dell’estate 2015, il ragazzo nato nelle Hawaii si è caricato sulle sue spalle tutto l’attacco giocando praticamente quasi sempre come unica punta. A fine anno il suo score personale ha segnato 17 reti in Zweiteliga (qui tutte le realizzazioni del numero 15) e nuovo record di gol in una sola stagione per un giocatore dell’Union. Numeri che hanno portato diversi club a interessarsi: se il Liverpool era una romantica voce, l’Amburgo ha fatto sul serio acquistandolo per 3,5 milioni di euro. E’ uno degli affari più riusciti alla società berlinese avendolo comprato un’estate prima a 800mila euro. Se nella passata stagione la squadra berlinese ha totalizzato 56 gol, dietro solo Friburgo e Norimberga, molto è per merito di Wood: un dato dal duplice e preoccupante aspetto perché avanti, Sören Brandy, Steven Skrzybski e Collin Quaner hanno totalizzato assieme solo sette reti. Per questo, le aspettative su Philipp Hosiner sono elevate: come per Keller, anche per il centravanti austriaco questa potrebbe essere la chance di rilancio dopo gli anni aurei all’Austria Vienna e dopo quelli inquietanti passati al Rennes e al Colonia con soli 3 reti in due anni.

E’ lui uno dei due acquisti “notevoli” dell’estate 2016 anche se il grande colpo è stato a centrocampo, riacciuffando Felix Kroos. Il fratello di Toni, arrivato a gennaio in prestito dal Werder Brema è stato acquistato a titolo definitivo, sborsando 500mila euro ai bianco-verdi. In meno di metà stagione, Kroos ha catalizzato sui suoi piedi le manovre della squadra e ha sensibilmente alzato l’asticella della qualità dell’Union con due reti e sei assist, diventando determinante anche per gli equilibri difensivi. A 25 anni e con un contratto fino al 2019, Kroos a Berlino Est ha trovato la sua dimensione e ha tutti i requisiti per diventare imprescindibile per la società berlinese.

Nonostante i tanti gol subiti dietro, l’Union, però, ha rafforzato poco e nulla il reparto difensivo: in porta, il danese Jakob Busk, arrivato anche lui a gennaio, ha dimostrato talento e qualità mantenendo inviolata la porta sei partite su 14 disputate. Una sicurezza, nonostante i 22 anni, che l’Union ha pensato bene di tenersi stretta rinnovandogli il contratto. Con l’arrivo di Busk sono cambiate le gerarchie tra i pali: Daniel Haas, quattro stagioni nel club, ha rescisso il contratto così come l’altro estremo difensore Mohamed Amsif. Al loro posto sono arrivati in prestito, dal Colonia, il promettente 21enne Daniel Mesenhöler e, dallo Schalke 04, il più esperto 35enne Michael Gspurning. Nel reparto difensivo, come detto, c’era da aspettarsi l’arrivo di un solido difensore centrale dopo l’acquisto, sempre nella sessione invernale, di Emmanuel Pogatetz. L’Union, invece, ha concentrato il suo mercato sui terzini di sinistra, anche in questa circostanza puntando su scommesse in rampa di lancio: il 21enne Christopher Lenz dal Borussia Mönchengladbach II e Kristian Pedersen, 22enne danese possente dall’alto dei suoi 1,91 centimetri che, all’occorrenza, può spostarsi al centro. Ma entrambi, sulla corsia mancina, dovranno vedersela con Michael Parensen, non uno qualsiasi essendo il giocatore con più gettoni nell’Union.

A Felix Kroos la fascia di capitano

Felix Kroos indossa la fascia: è lui il nuovo capitano
Felix Kroos indossa la fascia: è lui il nuovo capitano

La passata annata ha vissuto momenti di forte turbolenza, acuiti dalla scelta di cambiare, a stagione in corso, il capitano della squadra. Il croato Damir Kreilach, condottiero da due anni, dopo l’uscita di scena dello storico Torsten Mattusckha, aveva consegnato la Kapitänsbinde (la fascia) a Benjamin Kessel. Una decisione, al tempo, voluta direttamente dall’allenatore Sascha Lewandowski. Jens Keller ha fatto lo stesso: sempre rispettando il fattore “K”, il titolo di Kapitän è passato da Kreilack a Kessel fino a Kroos. Un ulteriore conferma della leadership conquistata dal centrocampista, autentico metronomo sul rettangolo verde.

La scommessa personale: Eroll Zejnullahu

Eroll Zejnullahu, 21 anni e un ruolo a centrocampo conquistato da due stagioni
Eroll Zejnullahu, 21 anni e un ruolo a centrocampo conquistato da due stagioni

Al netto di un’auspicata crescita e conferma di alcuni giocatori e pedine fondamentali come Toni Leistner e Benjamin Kessel in difesa, Damir Kreilach a centrocampo e Steven Skrzybski e Max Thiel sulle fasce esterne, è su Eroll Zejnullahu che vogliamo scommettere per la prossima stagione. Il giovanissimo centrocampista nato a Berlino, ma di passaporto kosovaro è il miglior investimento che la società berlinese, nonostante i repentini e continui cambi nelle ultime annate, ha coccolato e costruito al meglio. Acerbo e timido è stato mandato in campo a 18 anni: con un fisico mingherlino, ma dai piedi educati, Eroll ha ovviamente faticato, ma con costanza e genuinità, contrasto dopo contrasto, è diventato un perno chiave del centrocampo dell’Union. Beniamino della tifoseria Zejnullahu ha una scintilla elegante e piena visione del campo, qualità che mancano agli altri interpreti. Al kosovaro piace mandare in rete i compagni e non ha paura nel forzare la giocata difficile, magari sventagliando un cross da un lato all’altro del campo. Se, come ha dimostrato durante la passata stagione, riesce a irrobustire le spalle e a caricarsi di responsabilità, la Germania potrebbe avere un talento in più.

Foto di gruppo per la nuova stagione
Foto di gruppo per la nuova stagione

About Giovanni Sgobba 114 Articoli
Giornalista, nato a Bari in un ambiente dove gli si diceva di tifare per i bianco-rossi, ha seguito il suggerimento alla lettera appassionandosi all'Union Berlin. Fidanzato ufficialmente con il club dal 12 agosto del 2012 quando ha assistito ad una partita per la prima volta nello stadio An der Alten Försterei. Ama i cappelli: i suoi, quello di De Gregori, di Charlie Brown, di Alan Grant e di Nereo Rocco.

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