Ancora un cambio nell’Union: Kreilach cede la fascia da capitano a Kessel!

Scomodando la più classica metafora calcistica/nautica, non si può negare che la barca dell’Union Berlin sia in piena burrasca. Le onde nere e maligne sono così grosse che non sono visibili l’orizzonte e i cieli più chiari e il vento che scuote le vele sta portando la squadra sempre più giù, sempre più negli abissi della zona retrocessione. Ora, il comandante, dinanzi a queste avversità non dovrebbe mai abbandonare la nave. All’interno della società tedesca, però, è successo che il leader, il capitano sia stato spodestato. Damir Kreilach, capitano della squadra berlinese da due anni, dopo l’uscita di scena dello storico Torsten Mattusckha, ha consegnato la Kapitänsbinde (la fascia) a Benjamin Kessel. Una decisione voluta direttamente dall’allenatore Sascha Lewandowski e che, al momento, si fa fatica a comprendere. Damir sarà vice? Macché, il secondo, in ordine di gerarchie, sarà Maxi Thiel. Può essere un ulteriore segno dell’instabilità tangibile che regna a Köpenick o è invece un segno di rinascita? E’ presto per dirlo, l’unica certezza, però, è che dopo l’egemonia di Uwe Neuhaus sulla panchina dell’Union (sette stagioni) e la leadership di Mattusckha sul rettangolo verde, il cambio di generazione sta avvenendo in maniera traumatica.

Damir Kreilach e Torsten Mattusckha
Damir Kreilach e Torsten Mattusckha

«Dopo un paio di settimane di lavoro insieme, è il momento di apportare alcune modifiche per dare un nuovo impulso all’interno della squadra e rafforzare l’attenzione sulle prestazioni di ogni singolo», ha detto l’ex allenatore del Bayer Leverkusen che, evidentemente, ha valutato le prestazioni di Kreilach troppo sotto tono. «Benjamin Kessel – ha aggiunto Lewandowski – in queste settimane difficili ha dimostrato ottima concentrazione e di poter guidare la squadra. Damir è un atleta assolutamente esemplare ed è fondamentale per noi. La pressione attorno a lui, anche senza la fascia di capitano, è tanta. Sono convinto che sia un bene per lui», si legge nel comunicato apparso sul sito della società.

Kessel, 28 anni da poco compiuti, è alla sua prima stagione con la maglia dell’Union Berlin, dopo aver giocato per l’Eintracht Braunschweig. Il difensore, sin dal suo esordio, è diventato presto beniamino della tifoseria, per l’energia, la foga e la duttilità che mette in campo senza perdere mai di qualità. In un reparto che fa acqua da tutte le parti, Kessel può essere l’uomo giusto per indossare i panni del leader: è uno che non si arrende mai e che quando può dà il suo contributo anche in attacco. E’ suo, infatti, il primo gol della stagione dell’Union Berlin (nel pareggio 1-1 contro il Fortuna Dusseldorf) e, al momento, è anche sua l’ultima rete (segnata nel 3-3 contro il St. Pauli).
«Siamo in una situazione difficile, perché non stiamo rispettando quello che ci eravamo prefissati. In questa situazione, ognuno di noi deve assumersi le proprie responsabilità. La decisione del mister mi onora molto e sono convinto che abbiamo le qualità per giocare bene e vincere, ma ora dobbiamo usare tutte le nostre forze», sono le prime parole di Benjamin da capitano.

Damir Kreilach, croato, è in Germania dal 2013. Nella squadra berlinese si è subito ambientato, garantendo a centrocampo solidità muscolare e anche inserimenti che l’hanno spesso portato al gol. E’ un faro a metà campo, ma proprio nel momento del naufragio, hanno deciso di spegnere la sua luce. Ma lui rimarrà sempre leader anche con le parole: «Rispetto la decisione del nostro allenatore e continuerò a fare di tutto per assicurare il bene della squadra. Benjamin può contare sul mio sostegno ora che è capitano, così come ho potuto contare su di lui in passato».

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About Giovanni Sgobba 114 Articoli
Giornalista, nato a Bari in un ambiente dove gli si diceva di tifare per i bianco-rossi, ha seguito il suggerimento alla lettera appassionandosi all'Union Berlin. Fidanzato ufficialmente con il club dal 12 agosto del 2012 quando ha assistito ad una partita per la prima volta nello stadio An der Alten Försterei. Ama i cappelli: i suoi, quello di De Gregori, di Charlie Brown, di Alan Grant e di Nereo Rocco.

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