Voi siete razzisti? E noi ci dipingiamo il viso di nero!

I giocatori del Deinster SV ci hanno messo la faccia dinanzi al razzismo. Nella foto ufficiale di gruppo della squadra, ritoccata e pubblicata sia sul loro sito, sia sulla pagina Facebook, tutti i calciatori del club dilettantistico tedesco hanno i volti neri per solidarietà nei confronti dei loro compagni sudanesi che sono stati vittime di un’aggressione. «La violenza contro i rifugiati è patetica. Emad e Amar sono del nostro gruppo proprio come tutti gli altri e siamo lieti che siano con noi», si legge sul post che accompagna la foto assieme agli hasthag #UnitedWeStand #DevidedWeFall.

Sönke Kreibich, l’allenatore della squadra del paesino della Bassa Sassonia, ha detto che nel corso di una festa durante le festività pasquali, il difensore Amar Alnoor e l’attaccante Emad Babiker, entrambi ventiquattrenni sudanesi arrivati in Germania come rifugiati, sono stati prima insultati verbalmente e poi anche spinti; Emad, inoltre, è caduto per terra ed è stato successivamente pestato. Da qui la decisione di pubblicare la foto come segno forte di protesta e tolleranza zero contro i razzisti. «Dev’essere chiaro che Emad e Amar – gli unici stranieri nel Deinster SVsono parte integrante della nostra squadra e non una minoranza sulla quale si può usare la violenza per scaricare la propria frustrazione personale».

In passato, il mondo dello sport è stato protagonista di gesti simili: l’iniziativa che più ebbe eco mediatico globale fu quella dei giocatori del Treviso nel 2001. Durante Ternana–Treviso, alcuni ultras trevigiani, alla vista sul terreno di gioco di Akeem Omolade, ragazzino nigeriano che stava vivendo l’emozione dell’esordio in Serie B, decisero di ritirare gli striscioni per protesta e abbandonare lo stadio. Una settimana dopo, in occasione del match tra Treviso e Genoa, tutti i giocatori di casa, assieme all’allenatore, staff e panchinari, fecero il loro ingresso in campo con il volto dipinto di nero. Omolade proprio in quell’occasione segnò l’unica rete con la maglia biancoceleste e nel novembre 2001, assieme a tutto il gruppo, ottenne, dall’Uefa, il premio Fair Play.

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Giornalista, nato a Bari in un ambiente dove gli si diceva di tifare per i bianco-rossi, ha seguito il suggerimento alla lettera appassionandosi all'Union Berlin. Fidanzato ufficialmente con il club dal 12 agosto del 2012 quando ha assistito ad una partita per la prima volta nello stadio An der Alten Försterei. Ama i cappelli: i suoi, quello di De Gregori, di Charlie Brown, di Alan Grant e di Nereo Rocco.

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