Watford-Tottenham 1-2: tre punti d’oro per Pochettino, Hornets K.O. tra gli applausi

Tottenham Son

E’ un Watford gasatissimo quello che arriva all’appuntamento delle 16 a Vicarage Road contro il Tottenham: squadra praticamente al completo, 6 clean sheet nei 9 precedenti stagionali in casa, settimo posto in classifica a -3 punti dalla zona Champions, cioè da quel quarto posto occupato proprio dalla squadra ospite.
Di contro c’è che gli Spurs non perdono con gli Hornets dal lontano 1994 in League Cup.
Il Tottenham pure si presenta con un ruolino di marcia invidiabile, con Pochettino nella veste del conducente che sporge il muso dell’auto a sinistra…ehm pardon, a destra (siamo in Inghiterra), per tentare il sorpasso ed infilarsi nel trenino del City e dell’Arsenal, seppure con la coda dell’occhio controlli attentamente nello specchietto retrovisore le auto in panne di Van Gaal e Klopp e quella ferma in un fosso di Hiddink.

Pochettino e Quique Sanchez Flores si conoscono dai tempi della Liga, ma allora il primo allenava l’Espanyol ed il secondo il più quotato Atletico Madrid. Ora il blasone delle rispettive squadre sembra invertito, eppure al fischio d’avvio ci si rende conto che gli Spurs hanno adattato il loro gioco alla pericolosa coppia d’attacco Deeney-Ighalo, temibile in particolare nel fraseggio stretto e nelle ripartenze veloci.
La difesa ospite si dispone a 5 con Dier arretrato sulla linea di Vertonghen ed Alderweireld in modo da avere un marcatore per ciascun attaccante ospite ed un centrale libero per andare a coprire la profondità.
Infatti la manovra degli Hornets risulta più imbrigliata del solito, seppure anche il Tottenham soffra un po’ il nuovo soprattutto nel trovare i giusti tempi d’inserimento sulle fasce laterali durante le ripartenze.

Le uniche occasioni pericolose sembrano poter arrivare da corner, almeno fino al momento in cui Cathcart regala una palla in uscita dalla difesa al giovane Dele Alli, il quale la offre immediatamente al Coco Lamela che si invola verso la porta puntando Britos. Al limite dell’area di rigore l’argentino guarda la porta e fa partire un sinistro beffardo che lascia interdetti portiere e difensore infilandosi in rete per l’1-0.
E’ uno shock per gli Hornets, che si disuniscono e vanno incontro ai contropiede veloci degli Spurs, rischiando di capitolare sotto i colpi di Harry Kane e Lamela.
Alla fine il pugile giallo-nero si ricompone e comincia a ragionare. Ripartire velocemente è l’opzione più osteggiata dalle linee strette di centrocampo e difesa ospite, Aké sulla sinistra offre una valida opzione offensiva con le sue incursioni sul fondo quasi mai contrastate dall’impacciato Trippier, ma il punteggio non sembra in discussione.

Invece, quando meno te lo aspetti, su una palla controllata da Ighalo spalle alla porta con tutto il fisico di Dier addosso, l’attaccante nigeriano si gira agilmente facendo passare la palla sotto le gambe dell’alto difensore inglese, scatta fulmineo nell’area piccola e batte sul tempo il portiere toccando di punta per l’1-1.
Come se un fulmine si fosse abbattuto sull’accampamento Spurs, l’inerzia passa tutta dalla parte dei padroni di casa, tanto che Pochettino decide di affrettare i tempi e, con un solo minuto da giocare nel primo tempo, toglie dal campo Dembélé (acciaccato ed in dubbio sino a pochi minuti prima del match) inserendo l’estroso Eriksen.
Nella ripresa il Tottenham entra in campo con le idee chiare ed inizia a pigiare sull’acceleratore. I terzini Trippier e Rose cominciano a supportare regolarmente l’azione offensiva offrendo ottimi palloni al centro dell’area per l’ariete Kane.
Il Watford si chiude a riccio e prova a contenere con tutti gli effettivi ad eccezione del solitario Ighalo in avanti.
Dopo l’ora di gioco Aké decide di chiudere col calcio e di darsi alle arti marziali con un intervento a gamba tesa sulla coscia di Lamela, l’arbitro lo accontenta col rosso che lo libera dell’impegno serale in campo mandandolo direttamente negli spogliatoi.

La gara a questo punto diventa ancor più a senso unico. Si gioca in una sola metà campo, ma il Tottenham mantiene troppi difensori a protezione della propria area per poter realmente sfruttare il vantaggio numerico in avanti. Infatti l’azione degli Spurs non sfonda. Anzi. Nei 10 minuti finali si rifa sotto il Watford che riesce a barcamenarsi in avanti conquistando una serie di corner.
Watson tenta di indirizzarne due direttamente in porta, Lloris salva il primo senza problemi, poi il secondo sembra finir dentro, ma la goal line technology dice “no goal” e le immagini dimostrano che il pallone ha oltrepassato la linea quasi interamente, 2 o 3 cm restano sopra la riga di porta e l’azione prosegue.

Sul ribaltamento di fronte Trippier mette la palla al centro per il subentrante Son, che di tacco infila l’incredibile 2-1 che condanna alla sconfitta la squadra di Quique Sanchez Flores.
Deeney avrebbe perfino la palla del pari al 93′, ma Dier si immola e salva il risultato.
Vicarage Road applaude comunque i suoi beniamini, che restano in campo dopo il triplice fischio accovacciandosi distrutti a terra per la delusione e lo sforzo dei minuti conclusivi. Il Watford perde l’impensabile (ad inizio anno) occasione di agganciare la zona Champions, ma prosegue nel suo convincente cammino in Premier.
Il Tottenham attende ora i risultati dei battistrada, con l’auto in corsia di sorpasso e i fari lampeggianti a segnalare la maggior velocità. Vedremo come risponderanno Arsenal e City, ma nell’anno delle sorprese una squadra solida come il Tottenham ha tutte le carte in regola per provare ad inserirsi nella lotta per il titolo.

Watford-Tottenham 1-2 (17′ Lamela, 41′ Ighalo, 89′ Son)

About Luca Petrelli 157 Articoli
Cresciuto a pane e telecronache delle proprie partite con le figurine Panini sul campo di Subbuteo, sviluppa una passione viscerale per il calcio, che si trasforma presto in autentica dipendenza. Da sempre dalla parte degli underdog, non scambierebbe mai 1000 vittorie da cowboy con un unico grande successo indiano sul Little Bighorn. Tra una partita e l'altra, trova il tempo per laurearsi in economia, Tuttocalcioestero gli offre l'occasione per trarre finalmente qualcosa di buono dalla sua "malattia" per il pallone, strizzando l'occhio al sogno nel cassetto del giornalismo di professione.

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