Supercoppa di Germania, l’analisi: Guardiola a bocca asciutta, Bendtner superstar

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Nella notte del debutto di Vidal, è un altro ex juventino a brillare nella Supercoppa di Germania (RIVIVI IL LIVE): Nicklas Bendtner. Ebbene sì, proprio lui, l’uomo che a Torino ha fatto parlare di sé per le imprese fuori dal campo, non lasciando traccia alcuna sul rettangolo verde, è il vero eroe della serata che consegna, per la prima volta nella storia, la Supercoppa di Germania al Wolfsburg. Un successo complessivamente meritato per i Lupi, costretti spesso a lasciare il pallino del gioco in mano ai bavaresi, ma in grado di creare un numero maggiore di palle-gol. Decisivo il doppio cambio operato da Hecking a venti minuti dal termine: fuori Perisic e Dost (bene il croato nel primo tempo, abbastanza apatico l’olandese), dentro Kruse e Bendtner.

La mossa ha comportato lo spostamento di de Bruyne a destra per far posto a Kruse, che si è posizionato alle spalle della prima punta, Bendtner. Ed è proprio da un cross dalla destra del belga che i Wolfe, a due minuti dal triplice fischio finale, hanno trovato un insperato pareggio con Bendtner e prorogato il match ai calci di rigore. E dagli undici metri, i biancoverdi si sono dimostrati infallibili, realizzando tutti i cinque penalty a loro disposizione. Con Bendtner, l’uomo del goal in extremis, capace di mettere a segno il quinto rigore, quello decisivo per consegnare ai Lupi il trofeo.

I calci di rigore, lotteria ancora una volta maledetta per il Bayern Monaco, che solo tre mesi fa vide sfumare l’accesso alla finale della Coppa di Germania proprio dagli undici metri. E anche oggi, come allora, Xabi Alonso ha inciso negativamente sbagliando dal dischetto. La Supercoppa di Germania resta una vera e propria maledizione per Pep Guardiola, che viene sconfitto per la terza volta consecutiva dopo i due k.o. contro il Borussia Dortmund nella prime due stagioni bavaresi. Ma stavolta, nonostante l’assenza della rivale per eccellenza, Guardiola teneva particolarmente a questa sfida, probabilmente la sua ultima apparizione nella manifestazione che, ogni estate, dà il via alla stagione calcistica tedesca di alto livello.

Nonostante la sconfitta, che solleverà sicuramente un vespaio di critiche all’indirizzo del tecnico catalano, la partita del Bayern non è stata negativa. La squadra bavarese ha dimostrato personalità, meccanismi ben oliati in fase di possesso e si è rilevata quasi insuperabile in fase di non possesso nelle situazioni di palla coperta. I problemi, e non pochi, si sono verificati quando la squadra bavarese ha perso palla nella trequarti avversaria, dando spago alle ripartenze del Wolfsburg. In queste situazioni, la coppia centrale Boateng-Benatia è andata sovente nel pallone, complice anche una condizione fisica – specie nel caso del marocchino – particolarmente deficitaria.

Non brillantissima nemmeno la prova di Thiago Alcantara, decisamente limitato nelle proiezioni offensive dalla presenza di Muller nel ruolo di mezzala, autore di una prova generosissima e onnipresente in entrambe le fasi (ottimi gli inserimenti partendo da mezzala con la complicità di Robben, bravo ad allargarsi e aprire lo spazio per le percussioni del tedesco). Da segnalare anche la buona prova di Lahm da terzino, ruolo che, complice l’arrivo di Vidal e la ritrovata (si spera) integrità fisica di Thiago, dovrebbe tornare ad occupare con una certa frequenza dopo aver giocato prevalentemente da centrocampista nelle ultime due stagioni.

Bene, nonostante il clamoroso errore commesso al venticinquesimo (cerca di servire Lewa anziché calciare a porta quasi sguarnita da posizione invitante), anche il neo-acquisto Douglas Costa, che ha messo costantemente in difficoltà Vierinha, vera spina nel fianco dei bavaresi, quest’ultimo, quando si è proposto in fase offensiva. Ultima nota per Arturo Vidal. Il debutto del cileno è durato poco più di quindici minuti, entrato in campo al posto dello spento Thiago. Troppo poco, quindi, per dare un giudizio, anche se la sensazione destata è stata positiva. La polivalenza dell’ex juventino, d’altronde, risulterà sicuramente preziosa per Guardiola, che oggi lo ha schierato mezzala (offensiva) in un centrocampo in quel momento completato dalla presenza di Xabi Alonso e Lahm (avanzato a centrocampo qualche minuto prima, complice l’ingresso di Rafinha al posto di Lewandowski e il contestuale spostamento di Muller da mezzala a punta). Una cosa è certa: di giocatori come il cileno, Pep ne avrà certamente bisogno per chiudere degnamente la propria avventura in Baviera.

 

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