Zenit-Torino 2-0: Witsel e Criscito abbattono il Toro, all’Olimpico serve l’impresa

Chi si aspettava il colpaccio del Toro in terra russa dovrà purtroppo rimanere a boccia asciutta: nell’andata dei sedicesimi di Europa League i ragazzi di Ventura vengono infatti sconfitti dallo Zenit di San Pietroburgo con un secco 2-0, frutto di una gara a senso unico in cui i granata (in dieci uomini per oltre un’ora di gioco) non sono mai realmente entrati in partita, patendo il maggior tasso tecnico del reparto offensivo avversario.

Uno sgardo ai 22 in campo: Vilas-Boas schiera Rondon come centroboa supportato dalla (pre)potenza Hulk, dalla vena creativa di Danny ed il cervello di Shatov, Ventura risponde con il classico 3-5-2 con Martinez e Quagliarella in avanti ed El Kaddouri preferito a Vives in mediana.

Si apre la gara e lo Zenit subito si fionda in avanti: pericoloso prima Witsel che spizza un cross di Criscito, poi Rondon impegna per la prima volta Padelli con un sinistro ravvicinato dopo essersi liberato della marcatura di Moretti. La pressione dei russi cresce, il Toro commette parecchi errori condizionato dal minor tasso tecnico complessivo e dal buon pressing della mediana avversaria. Al 28′ l’episodio che segna la gara: Benassi, già ammonito, entra duro e male su Witsel, l’arbitro non ha dubbi e lo espelle. Leproteste non servono a nulla, la gara è segnata. Ventura si copre inserendo Vives per Martinez ma la mossa non da frutti, lo Zenit trova infatti il punto del vantaggio poco dopo la mezz’ora: Smolnikov riceve al limite e spara un diagonale su cui Padelli si oppone, la difesa dorme e il più lesto è Witsel che corregge in rete. Il primo tempo, se si esclude un gol annullato a Rondon per fuorigioco, finisce senza ulteriori sussulti: russi meritatamente avanti, la gara dei granata è tutta in salita.

La ripresa si apre all’insegna della sfortuna per il Toro: Vives, in campo da neanche un quarto d’ora, si strappa e lascia il posto a Farnerud. Il copione della gara comunque non cambia, sono sempre i russi a irrompere dalleparti di Padelli, bravo al 51′ s sinistro ravvicinato di Hulk. I granata non riescono ad alzare la testa, e vengono puniti con il gol del raddoppio firmato da Criscito: il solito Hulk scambia con Danny e colpisce il palo interno, il più lesto sulla ribattuta è il terzino napoletano che insacca il 2-0. Partita chiusa, gli 11 di Vilas-Boas non tolgono il piede dall’acceleratore dimostrandosi una buona squadra sia nel collettivo che per le individualità. Ancora Hulk scalda i guantoni di Padelli su punizione, la difesa ospite si dimostra in pieno affanno, l’unico a salvarsi è il solito baluardo Glik, che salva in più occasioni i suoi con puntuali chiusure da ultimo uomo. Ventura inserisce Maxi lopez per Quagliarella, Vilas-Boas concede un cammeo a Tymoshchuk per Witsel, prima del fischio finale c’è tempo per un pericolo per la porta di Lodygin, con Farnerud che dal limite spara fuori quello che sarebbe stato il gol che avrebbe riaperto il discorso qualificazione. Finisce così, niente colpaccio: lo Zenit non tradice le attese e mette una meza ipoteca sugli ottavi di Europa League, Toro irriconoscibile e abulico come non vedavamo da tempo. All’Olimpico servirà un miracolo.

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24 anni, appassionato di sport a tutto tondo (football americano, basket, golf e ovviamente calcio), letteratura, film e auto. Dopo aver conseguito la maturità linguistica, lavoro attualmente per una multinazionale metalmeccanica, mi occupo di calcio estero per passione ed amore per il rettangolo verde.

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