Campionato portoghese 2014/2015, season preview – Parte la caccia al Benfica: Porto favorito

CAMPIONATO PORTOGHESE, SUPER LIGA  2014/2015 – Stasera, nella splendida cornice dell’Estádio Do Dragão, prenderà il “via” l’ottantunesima edizione del campionato portoghese, torneo fra i più interessanti del panorama europeo, nonostante il cerchio delle contendenti per il titolo sia – quasi sempre – ridotto a due/tre squadre. Ai nastri di partenza, la favorita numero uno è indubbiamente il Porto, club che, da sempre, contende il ruolo di leader nazionale al Benfica e, in seconda battuta, allo Sporting Lisbona. Oltre alle storiche big del calcio lusitano, non si vedono all’orizzonte altre squadre in grado di poter competere per le prime tre posizioni che consentono l’accesso alla Champions League.  Nella storia del campionato portoghese, d’altronde,  in due sole occasioni il titolo non è stata vinto da una delle tre nobili del calcio lusitano: nel lontano 1946 il Belenenses e, in epoca più recente, il Boavista nel 2001. Ed è proprio quest’ultima squadra, retrocessa d’ufficio otto anni fa per la “calciopoli portoghese” (ribattezzata in lingua madre, Apito dourado), la novità più succulenta del campionato lusitano di questa stagione. Le Pantere, infatti, parteciperanno a questa edizione della Superliga portoghese per ordine del Tribunal Administrativo de Circulo di Lisbona, che ha imposto il reintegro nella massima serie del Boavista e ha annullato, di fatto, la sentenza del 2008 della Federcalcio portoghese, la quale impose la retrocessione in Liga de Honra (seconda divisione lusitana) del club di Oporto. La sentenza del tribunale lusitano, inoltre, ha costretto – senza alcuna sentenza in merito –  la lega portoghese ad un allargamento da sedici a diciotto squadre, onde evitare la disputa di un torneo con un numero dispari di partecipanti. 

BENFICA – Travolta dalla crisi del Banco Espirito Santo (salvato dalla Banca Centrale portoghese con una iniezione di liquidità di 4,4 miliardi e principale creditore delle Aguias), la squadra capitolina rischia di disputare un campionato di secondo piano, dopo aver vinto, da assoluta protagonista, la passata edizione della Superliga. I problemi finanziari hanno inciso profondamente nel mercato delle Aguias, che hanno dovuto effettuare molte cessioni eccellenti per rientrare dai debiti accumulati con il noto istituto di credito portoghese. Tante cessioni, forse troppe per il prestigio del club di Lisbona, e pochi acquisti dal peso specifico rilevante: la stagione si preannuncia complicata specie in ambito europeo, dove negli ultimi anni il Benfica era stato capace di cogliere due finali consecutive di Europa League. Le cessioni di Garay (Zenit), Markovic (Liverpool), Oblak (Atletico Madrid), Gomes (Valencia), Cardozo (Trabzonspor) e Alan Kardec (San Paolo, restato in Brasile dopo l’ottima stagione con la maglia del Palmeiras) hanno fruttato oltre 70 milioni; inoltre, per alleggerire il monte ingaggi, sono stati ceduti in prestito – alcuni con diritto di riscatto – Djuricic (Mainz), Rodrigo (Valencia) e Lisandro Lopez (Granada), mentre restano in bilico le posizioni di Enzo Perez e Gaitan, richiesti da diversi top club europei. In entrata, invece, non si registrano colpi eclatanti, con l’arrivo di parecchi giocatori dal Brasileirao e dalle squadre minori del campionato portoghese. Insomma, un ridimensionamento in pieno stile di cui ne beneficeranno, con ogni probabilità,  Porto e Sporting Lisbona. Tuttavia, il terzo posto sembra perlomeno alla portata della squadra di Jorge Jesus, che probabilmente darà vita ad un derby tutto capitolino con lo Sporting Lisbona per il secondo posto.

PORTO – Riscossa. Questo il termine più adatto ad indicare le intenzioni del Porto versione 2014/2015, deciso a riscattare la pessima stagione appena andata in archivio che, evento raro in casa Dragoes, non ha portato alcun trofeo in bacheca. Moltissimi i cambiamenti nella compagine biancoblù, a partire della guida tecnica. Dopo la nefasta gestione Fonseca, fautore del miracolo Paços due stagioni fa ed esonerato dopo solo otto mesi, la guida tecnica è stata affidata a Lopetegui, fino allo scorso aprile sulla panchina della nazionale under 21 spagnola. Molti acquisti dei Dragoni hanno a che fare, giocoforza,  con la Spagna, terra natia di Adrian (colpaccio costosissimo dall’Atletico Madrid), Tello (in prestito dal Barcellona), Fernandez (Osasuna), Oliver Torres (in prestito dall’Atletico Madrid), José Angel (parametro zero) e Marcano (Rubin Kazan); inoltre, dal campionato spagnolo sono arrivati l’algerino Brahimi (Granada) e Casemiro (in prestito dal Real Madrid). Come al solito, non sono mancate le cessioni eccellenti, con il Manchester City che ha investito ben 50 milioni per ottenere l’accoppiata Fernando-Mangala, mentre l’Anderlecht, investendo poco più di 6 milioni, ha riportato Defour nel natio Belgio. I Dragoni, complici anche le già citate difficoltà finanziarie del Benfica, partono come assoluti favoriti. E nessun’altra squadra, al momento, pare in grado di poter ostacolare il ritorno del Porto al vertice del campionato portoghese. Prima, però, c’è una Champions League da conquistare, impresa tutt’altro che semplice considerato lo spessore tecnico del Lille, avversario dei Dragoni nei preliminari della coppa dalle grandi orecchie.

SPORTING LISBONA – I Leoes, reduci da un ottimo – quanto inatteso alla vigilia – secondo posto, tornano in Champions League e guardano con rinnovato ottimismo alla nuova stagione. La squadra messa a disposizione di Marco Silva, giovanissimo tecnico lusitano reduce da tre sensazionali annate sulla panchina dell’Estoril, è decisamente buona e , almeno per il momento, può contare sulla presenza dei migliori giocatori della scorsa annata. Al momento, per l’appunto, perché le voci di mercato non rassicurano i tifosi capitolini, che temono di perdere alcuni elementi di spicco come Rojo (richiesto dal Barcellona e da alcuni club inglesi) e Carvalho (nel mirino dei maggiori club europei). La dirigenza biancoverde, però, pare restia a cedere i due, che potrebbero essere venduti con maggior profitto alla fine della prossima stagione, grazie alla prestigiosa vetrina della Champions League. La situazione finanziaria, pur restando propriamente non eccelsa, è decisamente migliorata rispetto a due stagioni fa, quando lo Sporting sembrava ad un passo dal fallimento. I dubbi restano insiti nella guida tecnica. Partito l’esperto e affidabile Jardim, volato nel Principato di Monaco per sostituire Claudio Ranieri, la dirigenza dello Sporting ha affidato la panchina al già citato Marco Silva, che a soli trentasette anni si trova alla guida tecnica di una delle squadre di maggior prestigio del calcio lusitano. Il suo Estoril, trascinato in prima divisione e condotto addirittura a due storiche  qualificazioni all’Europa League, ha incantato per qualità del gioco espresso e, contestualmente, per un’ottima organizzazione della fase difensiva. I tifosi biancoverdi, però, temono di dover rivivere quanto hanno provato sulla loro pelle i colleghi del Porto con Fonseca, capace di trascinare il Paços ai preliminari di Champions League ed esonerato dal club biancoblù dopo solo otto mesi.

LE ALTRE – Il distacco fra le tre big e il resto del gruppo pare al momento ampio, anche se le ultime settimane di mercato potrebbero teoricamente ridurlo. In prima fila troviamo lo Sporting Braga e l’Estoril: gli Arsenalistas, reduci da una stagione disastrosa, provano  a risorgere sotto la guida tecnica di Sergio Conceiçao, ex calciatore di Inter, Lazio e Parma, capace di condurre l’Academica Coimbra ad una tranquilla salvezza; i Canarini, invece, hanno cambiato poco rispetto allo scorso anno, ma dovranno fare a meno della sapiente guida tecnica di Marcos Silva. Fra le possibili sorprese, da segnalare il Paços (che potrebbe tornare ad occupare stabilmente la parte sinistra della classifica) e il Rio Ave. Tutti gli occhi degli appassionati, però, saranno dedicati al glorioso Boavista: la salvezza pare, ad oggi, una chimera, ma i miracoli spesso avvengono. E il nome Boavista, ne sanno qualcosa anche i club nostrani, un po’ di timore lo incute sempre.

 

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