Real Madrid-Barcellona 3-4: “El Clásico” si tinge di blaugrana

Sette gol, tre rigori, un palo,  un espulso e tanto spettacolo. Real Madrid-Barcellona regala in mondovisione una gara fantastica, impreziosita dall’estro dei funamboli e dalle consuete polemiche arbitrali. Lionel Messi firma un assist e tre gol, “annullando” la doppietta di Benzema e il graffio dagli undici metri di Cristiano Ronaldo.

Il Barcellona è vivo, la Liga è viva. Sarà una lotta a tre, con l’intruso di lusso Atletico Madrid a lottare fino alla fine. Tutto è capovolto. Si ritorna a un girone fa, quando i catalani correvano e il Real di Ancelotti arrancava alle sue spalle. La ritrovata compattezza mentale e fisica del Barça arriva nel match più importante, contro gli odiati rivali. Los Blancos, invece, dopo l’inizio furioso si sono adagiati su loro stessi,  specchiandosi troppo prima e giocando in modo provinciale poi.

“Don” Andrés Iniesta stappa la contesa con classe e potenza, sfruttando al meglio l’assist del genio di Rosario, illudendo Martino e suoi. Il ritorno madridista si  materializza con Karim Benzema, che in due minuti  capovolge gara, inerzia e Liga. Un lampo di Messi nella corrida  impatta un primo tempo epico, al limite del leggendario.

Il secondo tempo vive sul sottile file dell’equilibrio e della follia. Il Real si abbassa, lascia giocare gli avversari tenendo i tre davanti alti, mentre il Barcellona tesse la sua ragnatela di passaggi in attesa del varco giusto. Ad incendiare ancor di più il caliente clima del Santiago Bernabeu ci pensa Undiano Mallenco. L’internazionale fischietto navarro sale alla ribalta decretando tre rigori. Il primo – totalmente inventato – premia la caparbietà di CR 7 e il tocco fuori area di Dani Alves. Ronaldo, come sempre glaciale, non perdona. Il Real va avanti nel tripudio della sua gente.

Ma a rimettere tutto in bilico ci pensa l’immenso dieci blaugrana: verticalizzazione chirurgica per Neymar, Sergio Ramos in ritardo tocca leggermente il brasiliano e Undiano indica il dischetto. L’andaluso vede rosso, Messi solo la porta di Diego Lopez. Real Madrid-Barcellona 3-3, con quasi mezz’ora da giocare.

Cambia di nuovo tutto. Partita e Liga. Dani Alves vuole la gloria personale, ma il palo destro del Madrid grazia i ragazzi di Ancelotti. Le merengues accusano il colpo, arretrano il baricentro e si affidano alla estemporaneità delle giocate dei propri fuoriclasse. L’illusionista Iniesta si inventa il numero dell’anno, salta Carvajal e Xabi Alonso accarezzando la sfera,  e poi viene chiuso nel sandwich blanco. Il contatto veniale induce il fischietto navarro ad indicare il penalty. Messi prende la rincorsa, guarda Diego Lopez e preme il grilletto: gol,4-3.

Il convulso finale è un coacervo di disperazione madridista ed euforia culè. Il Barcellona risorge proprio quando si trovava sull’orlo di un precipizio, portandosi a casa uno dei Clásicos più avvincenti, entusiasmanti ed adrenalinici della storia. Il Real perde dopo trentuno partite ufficiali, ma conserva la vetta in coabitazione con i cugini dell’Atletico.  Tutti insieme appassionatamente. Di nuovo. La Liga è viva. Viva la Liga.

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