Boca Juniors-River Plate, il “superclasico”

Come tutti gli appassionati di calcio sapranno, in Sudamerica ci sono tanti “clasicos” ma quello che andrà in scena Domenica alla Bombonera di Buenos Aires è il più importante di tutti: Boca Juniors e River Plate daranno vita al “Superclàsico“.
Per chi ama il calcio non c’è nulla di più intenso del “Superclàsico”.
A livello di intensità di emozioni vissute, un derby sentito come Inter – Milan, rispetto al“Superclàsico”, può essere considerata un’amichevole!
River – Boca è la partita per antonomasia, le due compagini sono rivali storiche, entrambe hanno un passato affascinante alle spalle e nelle loro sfide (339 per la precisione) è successo praticamente di tutto.
Nei primi anni del 900 le due squadre compartivano nello stesso quartiere: el barrio de “La Boca”.
All’epoca in Argentina era presente una vasta colonia d’inglesi e mentre alcuni erano impegnati a installare basi navali nelle Isole Falkland, altri, nel tempo libero, organizzavano partite di calcio, da lì il “football” si espanse rapidamente per tutta la costa rioplatense e nell’intero Sudamerica.
Furono gli equipaggi delle navi inglesi a dare le prime dimostrazioni di calcio in Argentina; gli abitanti di Buenos Aires, affascinati da questo nuovo passatempo, appresero in fretta e iniziarono a creare le prime squadre.

Il River Plate fu costituito il 25 Maggio del 1901 con il nome di “Rosales” in omaggio a un veliero inglese che era affondato in quei giorni; successivamente il Rosales si unì al “Santa Rosa“, squadra fondata da un gruppo di ragazzi genovesi che giocavano a calcio vicino all’edificio di una società carbonifera.
Insieme decisero di cambiare nome, prendendo quello attuale: “River Plate“, ispirati da un gruppo di cassoni accatastati al Porto di La Boca con su scritto come indirizzo di destino “The River Plate” (traduzione inglese di “Rio de la Plata”).
I colori della maglietta furono presi dalla bandiera genovese, che è bianca con una croce rossa a metà.

Il Boca Juniors, invece, fu fondato il 3 Aprile del 1905 da immigrati di origini italiana, genovesi e lucani per la precisione.
Il primo Presidente del club si chiamava Esteban Baglietto e proveniva da una famiglia umile di origini genovesi; gli altri soci erano Juan e Teodoro Farenga, figli di tal Francesco Paolo, immigrato di Muro Lucano (PZ) che costruì le porte del primo campo di allenamento della squadra.
L’origine del nome del club deriva dal quartiere (La Boca) più il sostantivo “Juniors” (per dare un marchio britannico al club).
I colori del Boca sono il giallo e il blu, o meglio Azul y Oro, come farebbero notare i tifosi Xeneizes; furono scelti questi due colori poiché i soci, indecisi sul colore da scegliere per la maglia, decisero all’unanimità che i colori del club sarebbero stati gli stessi della bandiera battuta dalla prima nave che la mattina seguente avrebbe attraversato il porto di Buenos Aires; la prima imbarcazione che passò era svedese …

All’inizio il Superclásico era quasi un derby di quartiere: entrambe le squadre avevano sede al Barrio “La Boca” di Buenos Aires;
il River Plate, con il tempo, ha guadagnato molti soldi (soprattutto grazie alle simpatie dell’alta borghesia militare) e si è spostato a Núñez, quartiere d’elite della capitale argentina.
Il Boca Juniors, invece, è rimasto fedele alle proprie origini, ed è tutt’ora insediato a La Boca.

La cantera del River è sempre stata una delle più prolifiche di tutta l’Argentina e il club ha sempre fatto ottimi affari con i suoi pezzi pregiati. Con le cessioni di Di Stefano al Real Madrid e Omar Sivori alla Juventus, ad esempio, il River oltre ai soldi guadagnò un appellativo importante che l’accompagna ancora oggi: “Los Millionarios” (i milionari);
I “cugini” del Boca, però, amano chiamare i tifosi avversari “las gallinas” (i polli), a causa di una sconfitta beffarda (da polli, appunto) subita dal River nella finale di Copa Libertadores del ’66 con il Peñarol per 4 a 2, dopo essere stati in vantaggio per due a zero fino a pochi minuti dal termine del match.
I tifosi del Boca Juniors, invece, sono universalmente conosciuti come gli “Xeneizes“, che in dialetto ligure significa “genovesi”.
Quelli del River, tuttavia, amano chiamare gli odiati rivali “bosteros” che deriva da “bosta” ovvero “feccia”, perché tanto tempo fa nei pressi dello stadio del Boca c’era una fabbrica che produceva mattoni con il letame (strano per noi italiani, ma molto in uso in Argentina a quei tempi).

Il primo Superclásico di tutti i tempi fu un’amichevole del 2 agosto 1908, con il Boca che vinse per 2 a 1. Il primo match ufficiale risale al 24 agosto del 1913, stesso risultato ma a parti invertite.
Nel 1931, la partita fu sospesa al minuto numero 75 per le proteste insistenti dei giocatori del River, causate da un rigore concesso generosamente al Boca.
Tre espulsi per il River e conseguente ritiro della squadra per protesta nei confronti dell’arbitro. La “battaglia” dal campo degenerò poi per le strade di Buenos Aires, con il drammatico bilancio 5 morti tra i membri delle due tifoserie.

Il 23 giugno del 1968, al Monumental, dopo una partita tra le due squadre, settantuno tifosi morirono schiacciati dal cancello numero 12 dello stadio del River; la maggior parte erano ragazzini.
Per la giustizia non ci fu nessun responsabile, ma quello è ricordato come il peggior disastro mai accaduto in una partita di calcio in Argentina.

Le due tifoserie sono le più popolate del paese; il gruppo più importante della curva del Boca si chiama “Jugadores numero 12” anche conosciuta come “La Doce” (il giocatore numero dodici) dall’altra parte ci sono i temibili “14 – Los Borrachos del Tablon” (letteralmente: 14 – gli Ubriachi del tavolo”).
Le due”hinchadas” si rendono spesso protagoniste di “simpatici” siparietti: nel 2008, ad esempio, La Doce accolse il pullman dei giocatori del River con due quintali di piume di gallina; nel 2010 Los Borrachos del Tablon legarono a dei palloncini undici bambole gonfiabili con la maglia boquense; quelli della Doce a loro volta risposero mandando ai cugini 400 mila cornetti di pasticceria per dargli dei “cornuti”. A quanto pare da quelle parti per gli sfottò non badano a spese.

Nel 2004 River e Boca si sono scontrati nella semifinale di Copa Libertadores: nel Boca militava Carlos Tevez, che all’ultimo minuto della partita di ritorno segnò il gol del pareggio; ”El Apache” fu protagonista di un’esultanza provocatoria (con le mani mimò le gesta di una gallina) e fu espulso.

Nel Maggio del 2011 a rendersi protagonista è stato Mathias Almeyda. Il “Pelado”, dopo essere arrivato praticamene alle mani con Clemente Rodriguez, viene espulso, ma prima di dirigersi verso gli spogliatoi passa sotto la curva del Boca e provocatoriamente bacia la sua maglia.
Per far rientrare Almeyda negli spogliatoi c’è voluto l’intervento di tre poliziotti, che con non poca fatica l’hanno accompagnato nel tunnel!!

Il Boca Juniors occupa il terzultimo posto di questo torneo di final, con una sola vittoria su undici match disputati. Un andamento davvero negativo che non lascia spazio ad alibi. In settimana gli uomini di Carlos Bianchi hanno battuto il Corinthians in Copa Libertadores. Vittoria che ha rigenerato l’ambiente Boca e inevitabilmente ha regalato un pizzico di fiducia ai tifosi in vista del Superclàsico.
Dall’altra parte troviamo il River Plate che occupa la terza posizione in classifica ed è a sole quattro lunghezze dal Newells Old Boys capolista. Per gli uomini del “pelado” Ramon Diaz vincere il Superclàsico sarà fondamentale in vista di un finale di stagione che si preannuncia incandescente.
Chiudiamo con qualche numero: Il Boca ha battuto il River 126 volte, 106 sono stati i pareggi e 107 le vittorie dei Millionarios.
In italia è possibile seguire la partita in diretta su Sportitalia a partire dalle 21:30 di Domenica 05 Maggio, con la solita coinvolgente telecronaca di Stefano Borghi.

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