Da Miura a Hueng Min Son: l’Europa dei giapponesi e dei coreani, non dei cinesi

Takuma Asano sbarca a Londra, il giovane giapponese (21), attaccante dei campioni in carica della J-League del Sanfrecce Hiroshima è il nuovo colpo del reparto offensivo dell’Arsenal. Fisico longilineo, è una delle migliori promesse del calcio giapponese. Ha esordito con la nazionale maggiore durante l’East Asian Cup del 2015, dove ha giocato solamente spezzoni di partita, per poi essere riproposto nelle amichevoli di giugno 2016, dove ha segnato il suo primo gol nel 7-2 rifilato alla Bulgaria.
Giappone e Corea del Sud sono le migliori nazionali del panorama asiatico insieme all’Austrlia per un semplice motivo: la maggior parte dei giocatori militano nei campionati europei di massimo livello. La Cina ha intenzione di porsi come superpotenza asiatica entro il 2030 a livello i nazionale, ma per farlo, dovrà contare sui giovani talenti che emergeranno nelle accademy europee, dato che allo stato attuale, la nazionale conta un solo giocatore europeo, il giovane Yuning Zhang.
GIAPPONE: i pionieri Maeda e Nakata, fino a Shinji Kagawa

Il giovante Takuma è attualmente il terzo elemento nipponico nella Premier League, assieme al forte difensore Yoshida in forza al Southampton e a Okazaki, che si gode il titolo di campione di’Inghilterra con il suo Leicester.
La più folta colonia di giocatori giapponesi riseide in Bundesliga, dove spicca Shinji Kagawa del Borussia Dortmund, il quale annovera anche un trascorso di due anni al Manchester United. L’Hertha Berlino presenta fra le proprie fila ben due elementi: l’ala destra Genki Haraguchi e il mediano Hajime. Alla sua prima stagione, ha destato un’ottima impressione la giovane punta centrale del Mainz, Yoshinori Muto, con 7 gol in 20 partite disputate. Fra gli sltri elementi troviamo i veterani Sakai (Amburgo), Usami (Augusta) e il terzino destro Uchida dello Schalkhe 04.

Fra gli altri campionati, si distingue la nostra Serie A, sopratutto negli anni ‘2000, con il fortissimo Nakata, che aiutò la Roma a vincere il suo terzo scudetto, e ancora più indietro nel tempo (94-95) il leggendario Kazuyoshi Miura, che all’età di 49 anni milita ancora nell leghe inferiori giapponesi. Il campionato italiano, dopo l’esperienza di Morimoto al Catania e poi al Novara, conta da diversi anni fra le proprie fila Honda al Milan e Nagatomo all’Inter, entrambi elementi titolari della nazionale giapponese.
Troviamo giapponesi anche nella Liga, con il nuovo arrivo Kyokate al Siviglia e Takashi Inui all’Eibar, mntre un altro Sakai è appena sbarcato in Francia alla corte del Marsiglia.
Scendendo nelle leghe minori, vi sono giocatori anche in Olanda: Mike Havenaar all’Ado Den Haag e Kosuke Ota al Vitesse.
Attualmente, l’ultima nazionale nipponica messa in campo dall’allenatore bosniaco Vahid conta di ben 13 elementi provenienti dall’Europa, nove dei quali vanno a comporre la formazione titolare.
SUD COREA: Ahn e Gaucci, il leggendario Park Ji Sung, fino a Hueng Min Son

Anche i sudcoreani sono ben rappresentati nel vecchio continente, anche se in misura inferiore rispetto ai colleghi giapponesi.
Il giocatore più rappresentativo è Hueng Min Son del Tottenham, secondo la rivista 4-4-2 è il miglior giocatore del panorama asiatico, gli Spurs hanno dovuto versare ben 30 milioni di euro al Bayer Leverkusen per aggiudicarsi le sue prestazioni. Gli altri due giocatori in Premier League sono Sung Yong Kim dello Swansea e Chun Lee del Crystal Palace.
Chi ha fatto sicuramente la storia in Inghilterra è il celebre Park Ji Sung, che ha militato nel Manchester United dal 2005 al 2012, vincendo praticamente tutto, da protagonista, sotto la guida di Fergusoon. Precedentemente il coreano, dal 2002 al 2005 ha militato nel PSV Eindhoven. Il suo palmares è ricchissimo e annovera una Champions League, quattro titoli di campione d’Inghilterra e due d’Olanda.
Anche in questo caso la Bundesliga si mostra uno scenario ideale nel quale far crescere i giocatori asiatici. Nella massima divisione tedesca militano otto coreani: Joo Ho Park (Borussia Dortmund), Cheol Koo, Dong Wong, e Jeong Ho Hong (Augsburg), Jin Su Kim e Hyeok Park (Hoffenheim), Jae Seo (Amburgo) e Seung Woo Ryu (Bayer Leverkusen).

Non vi sono attualmente sudcoreani in Ligue 1, Liga e Serie A, anche se i lettori sicuramente si ricorderanno di Ahn Jung Hwan, che segnò il gol fetale ai mondiali del 2002 che estromesse l’Italia agli ottavi di finale. Ahn aveva firmato un contratto con il Perugia nel 2000, ma a seguito di tale “sgarbo” alla nazionale italiana, Gaucci decise di rescindere, in quanto non era intenzionato a pagare ulteriormente lo stipendio al giocatore.
I sudoreani possono contare una folta colonia anche nella Chinese Super League, attualmente sono in 10, tutti quanti con un trascorso in nazionale. Per la maggior parte si tratta di centrali difensivi, il più rappresentativo è senza ombra di dubbio Young Gwon Kim, in forza al Guangzhou Evergrande dal 2012, giocatore sul quale Lippi si è espresso in maniera molto positiva, tanto da consigliarlo a Sir Alex Ferusoon.
CINA: la speranza Yuning Zhang

Per quanto riguarda la Cina, siamo anni luce indietro rispetto a Sud Corea e Giappone. Il giocatore più rappresentativo in Europa attualmente è Yuning Zhang, attaccante di 19 anni che ha esordito quest’anno in prima squadra con il Vitesse, segnando due gol in Eredivisie. Le sue prestazioni positive gli sono valse la chiamata in nazionale, culminata con una doppietta all’esordio nel 4-2 al Trinidad &Tobago. La Cina e lo stesso Vitesse ripongono le loro speranze nel ragazzo di Hangzhou, ma dietro di lui, vi è il vuoto.
Attualmente nelle massime leghe europee non milita nessun giocatore cinese, un dato che evidenzia il profondo gap che sussiste fra la Cina e le potenze asiatiche. Gli ultimi due tentativi sono miseramente falliti: il talentuoso Zhang Xizhe nel gennaio del 2015 è stato acquistato dal Wolfsburg, per poco più di due milioni di euro versti nelle casse del Beijing Guoan. Di lui, si ricorda solo la conferenza stampa, dato che il campo non lo ha mai visto per sei mesi, zero presenze e un ritorno in patria la successiva sessione di mercato. Poco meglio ha fatto Zhang Chendong (semPre del Beijing Guoan) nei sei mesi in prestito al Rayo Vallecano, con sole quattro presenze. Nel passato dell’ala destra vi sono ben 40 presenze nella Primeira Liga portoghese, condite da 8 gol con le maglie di Beira Mar e Uniao de Leira.

Come i coreani e i giapponesi, anche i giocatori cinesi hanno iniziato ad esplorare l’Europa all’inizio del nuovo millennio, ma nessuno è riuscito nell’impresa di giocare ad alti livelli. Sun Jihai, difensore centrale, ha collezionato più di 130 presenze con la maglia del Manchester City fra Premier League e Championship, quando ancora i citizens non erano neanche lontanamente la superpotnza di oggi. Dong Fangzhou fu acquistato dai Red Devils dello United, con i quali ha disputato una manciata di partite. La sua carriera europea è stata caratterizzata da un prestito ai belgi dell’Anversa, per poi proseguire in scenari decisamente minori, fino al campionato armeno. Hao Haidong, considerato l’Alan Shearer cinese, è il più grande marcatore nella storia della Cina, con 41 reti segnate. Dopo una carriera al Dalian Shide, a 35 anni si è trasferito in Championship, allo Sheffield United, dove a causa di un infortunio, ha disputato solo una partita di FA Cup in due anni.
Carriere marginali anche per i due palloni d’oro asiatici, Fan Zihiy (2001) e Zheng Zhi (2013). Il primo, un difensore centrale, ha militato nel Crystal Palace e nel Dundee United in Scozia, mentre l’attuale capitano del Guangzhou Evergrande, dal 2007 al 2009 ha militato nel Charlton, mentre nel 2010 si è trasferito al Celtic.
Vi sono altre esperienze poco edificanti in Europa, come quella dell’attuale capitano dello Shanghai Sipg, Xiang Sun, che ha recitato un ruolo da comparsa nel PSV Eindhoven, per poi trovare una propria dimensione all’Austria Vienna, mentre in pochi si ricorderanno Hao Junmin, centrocampista dello Shandong Luneng con un breve trascorso allo Schalke 04.
L’ESPANSIONE EUROPEA

La Cina spera di colmare le lacune sfruttando l’espansione nel calcio europeo, formando i talenti del futuro nel vecchio continente. Il modello di riferimento deve essere quello dell’Atletico Madrid, che per il 20% appartiene alla Dalian Wanda di Wang Jianlin. Nelle accademy dei colchoneros, grazie al progetto “Future Football Stars”, militano attualmente 90 giovani cinesi, che diventeranno 180 il prossimo anno.
Ci si sta muovendo anche in Portogallo, dove la Ledman Sports ha acquistato i diritti della seconda lega portoghese (nella quale militano attualmente tre giocatori cinesi), obbligando le prime dieci squadre classificate a tesserare un giocatore cinese e tre assistenti allenatori. Nella periferia lusitana, a Setubal, è stato fondato il club Oriental Dragons, composto da U23 cinesi, milita nelle serie regionali.
Le scuole calcio all’estero saranno fondamentali e anche l’istituto dello Shandong Luneng in Brasile giocherà un ruolo fondamentale.
A livello giovanile la Cina sta muovendo grandi passi anche per quanto riguarda le strutture interne. Shandong Luneng, Hangzhou Greentown, Shanghai Sipg e Guangzhou Evergrande possiedono in assoluto le mgliori strutture e accademy, ma come abbiamo evidenziato in questo report (leggi qui), la Chinese Super League è un campionato vecchio, nel quale glu U23 non trovano spazio.
La Cina spera di seguire lo stesso percorso di crescita del Giappone grazie anche all’ingaggio di un personaggio chiave come Tom Byer, nominato nel 2013 “Consulente per lo sviluppo giovanile”. Tom è un personaggio storico nel Sol Levante, grazie alle scuole calcio fondate negli anni ’90, una rivista sportiva cinese lo ha definito “Il padrino del calcio giapponese”. E’ grazie a Tom che si sono formati giocatori del calibro di Honda e Kagawa, è grazie al suo disegno a lungo termine se il Giappone è riuscito a imporsi nel continente asiatico, ed è quello che la Federazione Cinese spera di poter replicare, per quella fatidica data, il 2030, anno nel quale la Cina vorrà primeggiare in Asia e ospitare un’edizione della Coppa del Mondo.