Guida Copa America Centenario, Gruppo A: la Costa Rica

costa rica

 

La Costa Rica non è alla sua prima partecipazione alla Copa America, pur facendo parte della CONCACAF, cioè la confederazione del centro e nord America, ha già preso parte in passato al massimo trofeo continentale del Sudamerica. Nel 2001 e nel 2004 raggiunse persino i quarti di finale, mentre la sua ultima apparizione è datata 2011. In quell’occasione, il torneo organizzato in Argentina prevedeva la partecipazione del Giappone, ma a causa del terremoto che provocò lo slittamento del campionato nazionale, la rappresentativa nipponica fu costretta declinare l’invito, lasciando spazio alla Costa Rica. Peccato che nel 2011 si disputò anche la Gold Cup, per cui la nazionale centro-americana fu costretta ad inviare la sua rappresentativa under 23. Di quella rosa facevano parte alcuni giocatori convocati per la Copa America Centenario, tra cui Joel Campbell, che andò anche a segno nell’unico successo della rassegna, un 2-0 inflitto alla Bolivia. I giovani Ticos non sfigurarono e chiusero la competizione al primo turno solo per via della peggior differenza reti nel confronto con il Paraguay, terzo in un altro girone.  Quell’esperienza sembrava proiettare la nuova generazione costaricana nei piani alti del calcio continentale, eppure nella successiva Gold Cup del 2013 negli Stati Uniti arrivò una cocente eliminazione ai quarti di finale per mano dell’Honduras. I Ticos avevano superato senza troppi patemi il girone iniziale, lo stesso dei padroni di casa, contro i quali la Costa Rica perse l’ultimo match dei tre iniziali, dopo aver sconfitto Cuba e Belize.

Poi, come detto, l’Honduras la spuntò ai quarti e la Costa Rica si rituffò nelle qualificazioni ai mondiali brasiliani. Ecco, la svolta arrivò proprio in Sudamerica, ma nel mondiale. I Ticos vennero inseriti in un girone di ferro con Italia, Inghilterra e Uruguay, tre delle otto squadre campioni del mondo almeno una volta nella storia. Dati per squadra materasso e senza alcuna speranza di lottare per i primi due posti, gli uomini dell’allora C.T. Jorge Luis Pinto batterono la Celeste nel match d’esordio con un perentorio 3-1. Con i media concentrati più sulla disfatta dell’Uruguay che sull’impresa della Costa Rica, anche l’Italia venne battuta nella sorpresa generale per 1-0, permettendo così alla rappresentativa centro-americana di conquistare il primo posto del girone con uno 0-0 all’ultima gara contro la già eliminata Inghilterra. La Grecia agli ottavi venne battuta ai calci di rigore, ma il cammino incredibile di Keylor Navas e compagni si fermò contro l’Olanda del portiere Krul, subentrato appositamente per i rigori che videro, una volta tanto, il successo degli arancioni. Ad ogni modo fu il punto più alto raggiunto dalla nazionale della Costa Rica, ultimo torneo importante a cui ha partecipato. Ora con la guida affidata a Oscar Ramirez i Ticos vogliono ripetersi nella Coppa America del centenario proprio negli States, dove avevano fallito nell’ultima Gold Cup.

ANALISI TECNICO-TATTICA
Oscar Ramirez
gioca abitualmente con il 5-4-1. In porta ovviamente ci sarà Keylor Navas, la stella della nazionale costaricana. Portiere affidabile, che anche al Real Madrid ha saputo raccogliere la pesante eredità di Iker Casillas senza sfigurare. La linea difensiva sarà composta quasi interamente da giocatori che militano nei campionati stranieri, europei o americani. A destra ci sarà Gamboa, terzino rarissime volte impiegato dal West Brom quest’anno. Al centro della difesa invece mancherà Giancarlo Gonzalez del Palermo, clamorosamente escluso dalla rosa dei 23 dopo una pessima annata in maglia rosanero. Al suo posto sembra molto probabile l’impiego di Duarte, in forza all’Espanyol. Ai suoi lati dovrebbero agire Waston dei Vancouver Whitecaps e Acosta, che invece gioca in patria nell’Alajuelense. Infine sulla sinistra il terzino titolare dovrebbe essere Matarrita, attualmente al New York City, ma anche Bryan Oviedo dell’Everton potrebbe avere delle chance.

Il centrocampo a 4 non potrà prescindere dall’impiego di Borges nel ruolo di mediano arretrato, mentre al suo fianco dovrebbe agire Bryan Ruiz con compiti di sostegno alla manovra offensiva. Sulle fasce non mancherà Joel Campbell, l’uomo che potrebbe fare la differenza, l’unica vera stella offensiva della selezione di Ramirez. Dall’altra parte invece si profila un ballottaggio tra Venegas e Bolaños, entrambi impiegati in squadre canadesi dell’MLS, seppure su sponde oceaniche opposte (il primo a Montreal, il secondo a Vancouver). Anche per l’unico posto da attaccante non è detto che ci sia un titolare sicuro, seppure Saborio sembri partire con maggiori chance rispetto a Ureña e Ariel RodriguezUreña gioca nel Midjylland, ma non è stato impiegato tantissimo e le sue caratteristiche si addicono più al ruolo di seconda punta che a quello di attaccante centrale unico. Ariel Rodriguez gioca in patria ed ha messo a segno 20 gol in 19 gare, perciò anche lui potrebbe godere di un certo grado di fiducia. Saborio, tuttavia, dall’alto dei suoi 34 anni potrebbe dare più garanzie di tutti ed anche al D.C. United non sta facendo male, avendo messo a segno 4 gol in 9 gare di campionato.

LA STELLA
Di stelle in realtà ce ne sono almeno due nella formazione di Oscar Ramirez: Keylor Navas e Joel Campbell. Per come è costruita questa squadra, però, il ruolo dell’esterno dell’Arsenal è decisivo. Certo, anche un ottimo portiere fa sempre comodo, ma con una formazione schierata con più della metà dei componenti a difendere la propria area di rigore, diventa fondamentale sfruttare la velocità e la fantasia di Joel Campbell in contropiede. Il ragazzo non ha quasi mai sfigurato con la maglia dei Ticos, anzi sembra che l’atmosfera del suo Paese gli giovi ulteriormente per ergersi al di sopra dei compagni, sfruttando un tasso tecnico da scuola calcistica sudamericana ed un’esplosività da talento africano. La sua stagione all’Arsenal ha vissuto di alti e bassi: partito in sordina e per nulla al centro dei progetti di Wenger, è stato bravo a cogliere l’occasione al momento giusto sfruttando l’infortunio di alcuni suoi compagni di ruolo. Una volta trovata la maglia da titolare ha saputo convincere il tecnico francese, rimanendo stabilmente nello starting 11, salvo cedere nuovamente il posto nel rimescolamento di carte del finale di stagione. Se la Costa Rica farà bene in questa competizione, si dovrà necessariamente passare dalle sue giocate.

LA SORPRESA
Detto di Joel Campbell, giovane, ma oramai affermato campioncino costaricano, la sorpresa potrebbe venire da qualcuno che invece è un po’ più in là con gli anni. Il trentaduenne Christian Bolaños, dopo un inizio stentato con i Vancouver Whitecaps, sembra aver cambiato marcia verso la fine di aprile e l’inizio di maggio. Che sia un buon viatico per arrivare in formissima alla Copa America? Il suo primo gol con la nuova maglia è arrivato il 28 aprile contro lo Sporting Kansas City, dopo di che sono arrivati altri 3 gol ed un assist nelle quattro partite successive. L’esperto esterno costaricano viene da una serie di trasferimenti in giro per il mondo, succeduti alla sua quinquennale esperienza danese con la maglia del Copenaghen. Dopo una fugace apparizione con la maglia del Cartaginés in patria, si era trasferito in Qatar, alla corte dell’Al-Gharafa. 11 partite, 4 gol e ritorno in Costa Rica al Deportivo Saprissa. Infine dal 2016 l’avventura canadese, a Vancouver, con l’inizio soft e l’esplosione. Ora può restare in Nord America, ma con la maglia della nazionale e gli ingredienti ci sono tutti per dare la spinta decisiva ai suoi sulla fascia opposta a quella della stella Joel Campbell.

PROSPETTIVE
La Costa Rica è inserita in un gruppo veramente tosto. Ci sono i padroni di casa degli Stati Uniti, squadra certamente non imbattibile, ma che presumibilmente volerà sulle ali dell’entusiasmo del pubblico di casa, poi c’è la Colombia, col suo organico quasi stellare che può benissimo ambire alla conquista del trofeo o quanto meno ad arrivare in fondo, infine il Paraguay, squadra con la quali i costaricani contano di potersela giocare alla pari. Sicuramente un girone più facile di quello stravinto ai mondiali brasiliani, ma questa volta gli avversari sono già avvisati e difficilmente si lasceranno sorprendere. Se secondo qualcuno il fattore caldo e umidità potrebbe aver agevolato la debacle sudamericana di alcune squadre più ricche di talento come Italia e Inghilterra, i fattori climatici potrebbero influenzare notevolmente anche la rassegna statunitense. La Costa Rica ad esempio si ritroverà sbalzata dal caldo Texas alle temperature più miti dell’Illinois per poi ritornare al sole della Florida. Ragionevolmente, una qualificazione ai quarti sarebbe già un gran risultato per la piccola nazione centro-americana, significherebbe aver tolto di mezzo almeno una squadra tra Stati Uniti e Colombia, compito tutt’altro che facile. Ai quarti il gruppo A incrocerà il gruppo B del Brasile senza Neymar, dell’Ecuador e del Perù, per cui a quel punto potrebbe succedere di tutto, ma gli uomini di Oscar Ramirez faranno meglio a non pensarci ed andare avanti gara dopo gara nel girone, come incredibilmente accadde in Brasile nel 2014.

CONVOCATI

Pos. Giocatore Data Nascita Squadra
P Keylor Navas 15 dicembre 1986 Real Madrid (Spagna)
P Patrick Pemberton 24 aprile 1982 Alajuelense (Costa Rica)
P Esteban Alvarado 28 aprile 1989 Trabzonspor (Turchia)
D Cristian Gamboa 24 ottobre 1989 West Bromwich Albion (Inghiltterra)
D José Salvatierra 10 ottobre 1989 Alajuelense (Costa Rica)
D Kendall Waston 1 gennaio 1988 Vancouver Whitecaps (Canada – MLS)
D Michael Umaña 16 luglio 1982 Persepolis (Iran)
D Johnny Acosta 21 luglio 1983 Alajuelense (Costa Rica)
D Óscar Duarte 3 giugno 1989 Espanyol (Spagna)
D Rónald Matarrita 9 luglio 1994 New York City (USA)
D Bryan Oviedo 18 febbraio 1990 Everton (Inghilterra)
D Francisco Calvo 8 luglio 1992 Deportivo Saprissa (Costa Rica)
C Yeltsin Tejeda 17 marzo 1992 Evian (Francia)
C Celso Borges 27 maggio 1988 Deportivo La Coruña (Spagna)
C Randall Azofeifa 30 dicembre 1984 Herediano (Costa Rica)
C Esteban Granados 25 ottobre 1985 Herediano (Costa Rica)
C Bryan Ruiz 18 agosto 1985 Sporting Lisbona (Portogallo)
C Johan Venegas 27 novembre 1988 Montreal Impact (Canada – MLS)
C Christian Bolaños 17 maggio 1984 Vancouver Whitecaps (Canada – MLS)
C Joel Campbell 26 giugno 1992 Arsenal (Inghilterra)
A Ariel Rodríguez 27 settembre 1989 Alajuelense (Costa Rica)
A Álvaro Saborío 25 marzo 1982 D.C. United (USA)
A Marcos Ureña 5 marzo 1990 Midjylland (Danimarca)
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Cresciuto a pane e telecronache delle proprie partite con le figurine Panini sul campo di Subbuteo, sviluppa una passione viscerale per il calcio, che si trasforma presto in autentica dipendenza. Da sempre dalla parte degli underdog, non scambierebbe mai 1000 vittorie da cowboy con un unico grande successo indiano sul Little Bighorn. Tra una partita e l'altra, trova il tempo per laurearsi in economia, Tuttocalcioestero gli offre l'occasione per trarre finalmente qualcosa di buono dalla sua "malattia" per il pallone, strizzando l'occhio al sogno nel cassetto del giornalismo di professione.

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