Vince (bene) ma non convince ancora la nazionale statunitense che batte a Columbus 4-0 il Guatemala e restituisce con gli interessi la sconfitta esterna di venerdì scorso. Nonostante il risultato positivo, Jürgen Klinsmann, condannato al patibolo dai media dopo lo scivolone a Guatemala City, non riusce ad imprimere un idea di gioco ordinata ed armonica ma è abile nel creare nei suoi una sorta di adrenalinica paura, tramutata poi sul campo in ferocia agonistica e spirito di sacrificio. Il tecnico tedesco deve comunque spartire il merito di questa foga agonistica con il suo capitano: Clint Dempsey gioca una partita di grande carattere e sacrificio. L’attaccante dei Seattle Sounders trascina i suoi per tutto il rettangolo verde non tirandosi mai indietro nei contrasti e su ogni palla vagante. É suo il gol che apre le marcature al 12′ quando è bravo a seguire un taglio profondo dalla mediana e a farsi trovare pronto sulla sponda volante di Zardes; rigore in movimento ed esterno destro che batte Motta e gonfia la rete per la gioia degli American Outlaws assiepati sulle gradinate del Mapfre Stadium. Con questa segnatura (la quattordicesima) Dempsey diventa il giocatore a stelle e strisce più prolifico in un torneo di qualificazione mondiale. Il Guatemala subisce il colpo e non riesce a pungere dalle parti di Guzan. Il raddoppio degli USA arriva da calcio piazzato al minuto 35 ed è opera del centrale di difesa Geoff Cameron che svetta di testa e converte in gol la punizione telecomandata di Bradley. Il 4-3-3 disegnato da Klinsmann risponde molto meglio rispetto all’anonimo 4-2-3-1 di venerdì, coadiuvato dalle solide prestazioni a centrocampo di Beckerman e Zusi (non impiegati in Guatemala). Il tris è opera proprio di Graham Zusi che, trenta secondi dopo il fischio d’inizio ripresa, spinge in fondo al sacco un puntazo di sinistro. Il triplice vantaggio permette agli americani di controllare la partita e di giocare il restante segmento del match con più tranquillità. Al 71′ c’è spazio in campo anche per l’idolo di casa dei Columbus Crew Ethan Finley al quale, pochi minuti dopo il suo ingresso, viene annullato un gol per sospetta posizione di fuorigioco. A dieci dal termine il momento più atteso da tutti i tifosi di soccer americani: Christian Pulisic, gioiellino 17enne del Borussia Dortmund, fa il suo esordio con la jersey degli USA, straccia di fatto l’altro suo passaporto, quello croato, e diventa il più giovane calciatore della storia della nazionale americana ad esordire in un match di qualificazione alla Coppa del Mondo. Davvero una grande vittoria per il movimento calcistico d’oltreoceano. Il poker dei padroni di casa arriva nel finale e viene calato qualche istante prima dell’esposizione del recupero dall’eterno Jozy Altidore.
Torna alla vittoria l’America dopo un pareggio e una sconfitta e si riprende la seconda piazza nel Gruppo C. C’è ancora molto da lavorare, la Copa America Centenario che si giocherà proprio negli Stati Uniti, sarà un altro, forse l’ultimo, banco di prova per Klinsmann. A settembre la nazionale americana si giocherà molto del suo futuro e della sua credibilità: mancare l’appuntamento mondiale dopo sette edizioni consecutive sarebbe un duro colpo da incassare.
Nello stesso girone degli statunitensi, vittoria schiacciante (e scontata) della capolista Trinidad e Tobago che ne rifila sei ai malcapitati di St Vincent e Grenadine. Nel Gruppo A il Messico batte 2-0 il Canada all’Estadio Azteca e stacca il biglietto per l’ultima fase della competizione con due giornate di anticipo, rimanendo imbattuto e ancora con zero reti subite. L’Honduras regola con lo stesso finale El Salvador e raggiunge a quota quattro punti proprio il Canada: saranno queste due compagini a giocarsi la qualificazione negli ultimi due match in programma il prossimo settembre. Assieme a El Tricolor l’unica altra squadra ad essere matematicamente qualificata per la quinta fase è il Costa Rica che ne fa tre in casa alla Giamaica. Nell’altra contesa del Gruppo B Panama batte Haiti 1-0 e si porta al secondo posto a +3 proprio sui giamaicani.