Chelsea-PSG 1-2: la decide Ibra, però… mamma mia Di Maria!

Di Maria

Il Chelsea, dopo aver scritto pagine importanti nella storia recente della Champions League, è costretto ad abbandonare la massima competizione europea e, con ogni probabilità, non solo per quest’anno.
Con la deficitaria posizione in campionato (il quarto posto è a dir poco un miraggio), per gli uomini di Hiddink l’unica chance di partecipare alla Champions dell’anno prossimo era vincere quella di quest’anno. Una mission impossible praticamente.
Il 2-1 dell’andata comunque lasciava aperta ogni possibilità questa sera e lo stesso Paris St. Germain doveva fare i conti con un risultato sì positivo (comunque aveva due risultati utili su tre), ma col macigno del gol subito in casa e quindi lo spettro di poter uscire con un banale 0-1.
Gara strana all’inizio, con i parigini a tenere palla ed il Chelsea ad aspettare tenendo una linea del pressing molto bassa e senza quasi mai proporsi in maniera incisiva in contropiede.
L’atteggiamento passivo degli undici di Hiddink sembra quasi indicare il tentativo di giocare proprio sulla possibilità di tenere basso il punteggio e vincere di misura.
Blanc deve fare a meno di Verratti in mezzo al campo e allora decide di innalzare il livello fisico dello scontro inserendo Rabiot e Matuidi al fianco di Thigo Motta.
Dall’altra parte il Chelsea schiera il solo Obi Mikel come vero contraltare dei colossi parigini, mentre gli altri sono tutti giocatori piccoli, ma tecnici (Fabregas, Willian, Hazard e Pedro), in difficoltà ad entrare in partita se costretti a guardare il possesso palla avversario.
In più sulla sinistra c’è il giovane Kenedy, schierato terzino sulla fascia di Di Maria nonostante le sue caratteristiche prettamente offensive.
Il talento argentino fa il bello ed il cattivo tempo. Per tutta la prima parte di primo tempo continua a tenere palla accentrandosi verso la punta centrale. Kenedy stringe la sua posizione e lascia un’autostrada sulla fascia per il terzino Marquinhos, il quale, da ex centrale, non riesce a ricavarne molto.
Quando da quella parte si sposta Ibrahimovic, però, la musica cambia e, sul passaggio smarcante di Di Maria, lo svedese crossa teso sul secondo palo per l’1-0 di Rabiot.
Lo schiaffo non desta i Blues, ma una dormita di Thiago Motta, che regala palla ad Hazard, permette ai padroni di casa di pareggiare. La palla, arrivata a Willian, viene verticalizzata velocemente per Diego Costa. Dribbling e sinistro vincente del pari.
Da qui fino al 60′ la gara vive il suo momento migliore: è un susseguirsi di scontri, intensità, belle giocate. Una vera partita di Champions tra grandi campioni insomma.
Se da una parte Di Maria incanta, dall’altra è Diego Costa in prima linea a lottare su ogni pallone, ben coadiuvato da Willian ed Hazard.
Al 60′ l’attaccante brasiliano naturalizzato spagnolo si ferma per infortunio e con lui si ferma tutto Stamford Bridge.
Dopo 7 minuti Thiago Motta si fa perdonare l’errore del primo tempo con un passaggio geniale al solito Di Maria, che serve Ibra per il 2-1 che chiude il discorso qualificazione.
Il PSG vola ai quarti di finale, dove raggiunge Benfica, Real Madrid e Wolfsburg, tutte squadre, Real incluso, ampiamente alla sua portata.
Il grande sogno di Ibra di sollevare la coppa dalle grandi orecchie sembra avvicinarsi. Fondamentale il contributo di Angel Di Maria, giocatore capace di trasformare qualsiasi ottima squadra in un top team veramente vincente.

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Cresciuto a pane e telecronache delle proprie partite con le figurine Panini sul campo di Subbuteo, sviluppa una passione viscerale per il calcio, che si trasforma presto in autentica dipendenza. Da sempre dalla parte degli underdog, non scambierebbe mai 1000 vittorie da cowboy con un unico grande successo indiano sul Little Bighorn. Tra una partita e l'altra, trova il tempo per laurearsi in economia, Tuttocalcioestero gli offre l'occasione per trarre finalmente qualcosa di buono dalla sua "malattia" per il pallone, strizzando l'occhio al sogno nel cassetto del giornalismo di professione.

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