Copa Bandes 2016: “el Pelado” Rodriguez regala il trofeo al Penarol, il terzo posto va al Club Nacional

Rodriguez
Fonte foto: Taringa.net

Stanotte si è conclusa la terza edizione della Copa Bandes, che ha visto il Penarol alzare il trofeo grazie alla vittoria di misura contro il Cerro Porteno, mentre sul gradino più basso del podio si insediano i connazionali del Club Nacional.

Si interrompe il dominio del Club Nacional nella Copa Bandes, infatti il Penarol sconfigge in finale i paraguaiani del Cerro Porteno e mette in bacheca il trofeo per la prima volta nella sua storia e riscatta i due terzi posti delle edizioni precedenti. È stata una partita non proprio molto bella dal punto di vista estetica, ma piena, come ogni match di impronta sudamericana, della solita “garra”; non a caso l’arbitro ha dovuto mettere più volte mano al taschino e nel finale ha dovuto anche estrarre il rosso in faccia a Hernan Novick e Guillermo Beltran nel finale per placare gli animi un pò troppo accessi da entrambe le parti. A decidere il match è stato il guizzo del difensore Guillermo Rodriguez (visto in Italia con le maglie di Cesena, Torino e Hellas Verona), il quale si ritrova il pallone sui piedi e batte il portiere avversario con un diagonale imprendibile. Nel finale il Cerro Porteno, che inizierà il campionato tra una settimana, prova ad agguantare il pareggio con un mini-assalto finale, ma, eccetto una conclusione del “Chico” Sergio Diaz, il “Ciclón de Barrio Obrero” non riesce ad impensierire mai realmente il portiere avversario Damian Frascarelli. Nella finale per il 3-4 posto, invece, il Club Nacional si riprende dopo la sconfitta in semifinale sconfiggendo di misura gli argentini  del Banfield, che si devono arrendere davanti al guizzo di Juan Cruz Mascia intorno alla mezz’ora del primo tempo.

Penarol-Cerro Porteno 1-0 (G.Rodriguez)

Club Nacional-Banfield 1-0 (Mascia)

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Appassionato di ogni genere di sport (calcio e basket in primis), è un grande esperto del "calcio minore". Che sia la Copa Libertadores o la terza divisione danese poco importa, in qualunque campo rotola un pallone e ci sono 22 uomini c'è sempre una storia da raccontare.

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