Swansea-Manchester UTD 2-1 – Ayew-Gomis: i gallesi ribaltano Van Gaal.

La trasferta in terra gallese non è mai facile per nessuno. Al Liberty Stadium va in scena Swansea – Manchester Utd, i diavoli rossi pronti a trasformare in brutti anatroccoli i cigni bianchi di Monk, deciso a far vedere di valere quanto – se non più, almeno per oggi – del santone connazionale Van Gaal.

Dopo il turnover importante applicato in Coppa di Lega, i gallesi tornano con la formazione tipo, il 4-2-3-1 che vede Routledge, Sigurdsson ed Ayew dietro a Gomis. Qualità, fantasia e anche rapidità per cercare di sorprendere lo United, che però parte meglio, provando a sbloccare la gara con una punizione di Depay che Fabianski respinge in maniera efficace, e poi, più tardi, con una conclusione mancina di Mata che si spegne sull’esterno della rete. Alla distanza, però, si accendono i gallesi che, spinti dal pubblico di casa, guadagnano metri e si rendono pericolosissimi, prima con Sigurdsson (clamoroso il suo errore a tu per tu con Romero sugli sviluppi di un calcio di punizione) e con Gomis, bravissimo a saltare Blind prima di centrare la base del palo a Romero battuto. Il Manchester fatica nell’area centrale del campo, soprattutto in fase di costruzione della manovra, con Herrera e compagnia sottotono.

La ripresa si apre con il goal di Mata, bravo ad insaccare una sponda di Rooney su un cross di Shaw. Un goal che risveglia i gallesi, che alzano il ritmo della gara. E che, al 61′, pervengono al pareggio: buon fraseggio gallese, cross di Sigurdsson per Ayew (non marcato da nessuno) che impatta di testa e spedisce la sfera alle spalle di Romero. Il Manchester – che subisce quindi il suo primo goal in Premier League in stagione – accusa il colpo. Ayew è ispirato, Gomis anche. E al 66′ arriva il sorpasso: palla del primo per il secondo che fa secco un Romero apparso insicuro per tutta la gara. A reagire dovrebbero essere ora i red devils, ma lo fanno in maniera confusa. Gli ingressi di Young, Carrick e Fellaini non danno vitalità ad una squadra troppo compassata, che ha viaggiato, quest’oggi, più sulle giocate dei singoli e a ritmi troppo bassi per uscire indenne da un campo difficile. Fabianski non rischia nulla, i tanti lanci lunghi degli ospiti non sortiscono effetti. Vince lo Swansea 2-1. Meritatamente.

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Classe '94, piemontese di nascita, tra un esame universitario e l'altro segue il calcio alle temperature più improbabili, dalla Scandinavia alla vecchia terra degli Zar. Russofilo e (a breve) russofono, sogna di diventare direttore sportivo e di vivere a San Pietroburgo. Guai a disturbarlo quando gioca il Krasnodar: potrebbe uccidere.
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