Euro u21, Danimarca-Svezia 1-4: In finale 23 anni dopo!

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La Svezia soffre ma batte la Danimarca nel derby scandinavo e ritrova la finale degli Europei under-21 ben ventitré anni dopo quella persa contro l’Italia di Cesare Maldini. Nonostante il risultato rotondo la squadra di Ericson ha sofferto per larghi tratti della partita riuscendo a sfruttare il gioco di rimessa per ferire nei momenti clou una Danimarca volenterosa ma sciupona. La rete dell’illusione di Bech ha inframezzato il rigore di Guidetti e il raddoppio di Tibbling nel primo tempo, e le reti nel finale dei subentrati Quaison e Hiljemark.

Jess Thorup, privo dell’infortunato Sørensen, schiera una sorta di 4-3-3 con Falk e Bech sulle ali e Poulsen unica punta, mentre Håkan Ericson deve fare a meno di Baffo ma conferma il solito 4-4-2 che abbiamo già visto contro l’Italia, con Tibbling e Khalili esterni e la coppia d’attacco Guidetti-Kiese Thelin. Ma è la Danimarca a gestire meglio la circolazione di palla, il suo gioco è razionale e organizzato, preme con continuità ma senza trovare il modo di superare una difesa avversaria che non concede praticamente nulla. Dopo undici giri di lancette il direttore di gara, il russo Karasev, annulla giustamente una rete a Poulsen per uno stop di mano, ma non altrettanto felice la decisione di assegnare un rigore almeno dubbio a metà della prima frazione per l’atterramento di Kiese Thelin da parte di Scholz.

È comunque Guidetti a incaricarsi della battuta e a spiazzare Busk con un piattone destro a compasso. Ma gli svedesi trovano il raddoppio nel giro di tre minuti grazie a un contropiede fulmineo, magistralmente rifinito dallo stesso Guidetti che trova un assist eccezionale per Tibbling: zero-due. La Danimarca non si abbatte, continua a fare la sua partita con criterio, tenendo il campo e la palla, ma l’unica vera occasione la crea alla mezzora con un bel colpo di testa di Poulsen su cross di Knudsen, e nulla più. Serve qualcosa di più per scardinare la muraglia svedese.

A campi invertiti la trama della gara resta la stessa: i danesi vogliono l’iniziativa e la ottengono, ma faticano a creare occasioni nitide, almeno fino al 63’ quando Bech, aiutato da un batti e ribatti degno di un flipper, si ritrova il pallone di fronte a Carlgren e lo batte facilmente. La squadra di Thorup riesce comunque a creare una manovra costante che mina le fondamenta della muraglia avversaria, forse meriterebbe anche il pari ma la Svezia si trova in una situazione ideale: avanti nel risultato, impegnata solo a difendersi e, a differenza dei danesi, quando attacca in ripartenza ha praterie da aggredire per poter segnare.

È proprio questo a fare la differenza. All’83’ chiude il match Quaison, centrocampista del Palermo, che triangola col Ishak e trova l’uno-tre. La Danimarca ci prova fino alla fine, ma a tempo ampiamente scaduto subisce la beffa del poker, firmato dal neoentrato Hiljemark, sul contropiede perfetto di Larsson. Alla fine è la Svezia a volare in finale dopo una prova tutto cuore e denti stretti, ma nonostante il risultato la Danimarca ha dimostrato di essere una grandissima nazionale, forse un po’ sfortunata e poco lucida sotto porta. Ma questo è il calcio. Almeno questo è bel calcio.

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Mi chiamo Mihai Vidroiu, ma per tutti sono semplicemente Michele, sono cresciuto a Roma, sponda giallorossa. Ho inoltre una passione smodata per il Villarreal, di cui credo di poter definirmi il maggior esperto in Italia, e più in generale per il calcio, oltre ad altri mille interessi.

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