Russian Premier League al via. La PRESENTAZIONE delle 16 squadre di TCE.

Inizierà questo pomeriggio (venerdi 17) la nuova stagione della Russian Premier League. Una stagione che ha rischiato di essere rinviata di qualche settimana. Motivo? La contesa sorta tra la Lega russa e il Ministero dello Sport e la Federazione riguardo il numero di stranieri schierabili in campo.

Facciamo un passo indietro: lo scorso anno si potevano schierare un massimo di sette stranieri contemporaneamente, senza alcuna limitazione in rosa. I club avevano trovato l’accordo per modificare questo limite, giudicato troppo restrittivo e che non avrebbe reso competitivi i club in Europa: si sarebbero potuti tesserare un massimo di dieci giocatori stranieri, ma tutti avrebbero potuto giocare contemporaneamente in campo.

Furibondi il Ministro dello Sport e la Federazione, che a ciò hanno imposto ulteriori restrizioni in vista del mondiale casalingo del 2018. In stagione si potranno tesserare massimo dieci stranieri, ma in campo potranno scenderne al massimo sei. Una scelta completamente opposta a quelle che era stata approvata dalla Lega, ma alla fine accettata tra mille polemiche.

COMMENTO: Obiettivo salvezza. E’ questo ciò a cui punterà anche questa stagione l’Amkar Perm. Budget come sempre ristretto all’osso, la formazione degli Urali è passata dalla riconferma del tecnico Gadzhiev e da gran parte dei titolari della scorsa stagione: via il solo Kolomejtsev, volato alla Lokomotiv, e dentro il mediano nigeriano Uzochukwu, che nell’ultimo campionato è stato una delle colonne portanti del Midtjylland campione di Danimarca. In mezzo, diverse operazioni – sia in entrata sia in uscita – che non spostano gli equilibri della rosa.
La sensazione è che ad oggi manchi ancora qualche cosa tra i pali ed in attacco per poter salvarsi senza passare dalle forche caudine dei playout.

IL MODULO: Dovrebbe essere un accorto 4-4-1-1 quello che Gadzhiev schiererà in campionato. Il problema principale sarà stabilire quali siano i cinque russi schierabili in campo: certi del posto il portiere (Gerus in vantaggio su Narubin), i difensori centrali Belorukov e Cherenchikov, la punta Prudnikov. Per il resto, ballottaggio tra Dzhakov (centrocampista) e la punta Salugin (arrivato dalla Torpedo Mosca), che preferiamo. Per il resto, posti già assegnati sulle fasce: a sinistra coppia bulgara Zanev-Peev, a destra l’ucraino Butko ed il bielorusso Balanovich. L’unico vero ballottaggio sarà in mediana, dove Uzochukwu, il polacco Gol e il serbo Jovicic si giocano due maglie da titolari: vincerà la quantità dei primi o la qualità dell’ultimo?


COMMENTO TECNICO: 
Andato incontro ad una grande rivoluzione dopo la promozione, il nuovo Anzhi parte sperando di salvarsi senza troppi problemi. Per farlo, via Tashuev e dentro un vecchio volpone come Semin, che lo scorso ano guidò in una super stagione il Mordovia. Da quel Mordovia è arrivato Lorenzo Ebecilio, voluto dallo stesso tecnico che lo ebbe anche due stagioni fa in Azerbaijgian. E’ stato il primo di una lunga serie di innesti: oltre ai rientri di Pomazan ed Eschenko (terzino che fu nel giro della nazionale) dai prestiti al Kuban, la rosa è stata puntellata con il giovane e talentuoso serbo Lazic (dallo Stella Rossa), col cavallo di ritorno armeno Mkrtchyan, il nigeriano Haruna (già allenato da Semin alla Dinamo Kyev) ed il portoghese Hugo Almeida, desideroso di riscattarsi dopo sei terribili mesi al Kuban ma che risulta più essere un nome per far riparlare in Europa di Anzhi. La rosa pare comunque attrezzata per evitare i playout.

IL MODULO: 4-1-4-1 o 4-2-3-1 per Semin: tutto dipenderà dalla posizione di Ebecilio, se più avanzato come ai tempi dell’Ajax o più arretrato come avvenuto a Saransk lo scorso anno. Per il resto, titolari facilmente preventivabili. Interessante soltanto qualche ballottaggio: Gadzhibekov o Tagirbekov affiancheranno Lazic in difesa, con il capitano attualmente favorito; sulla trequarti, il brasiliano Leonardo, il nativo del Niger Moutairi ed il russo Khadartsev si contenderanno due maglie. Infine, davanti, Yannick Boli è, per noi, abbondantemente favorito su Hugo Almeida, anche in virtù di quanto fatto vedere lo scorso anno in FNL.

COMMENTO TECNICO: Quale sia l’obiettivo del CSKA, ancora nessuno lo sa. Se sia confermare il secondo posto ottenuto lo scorso anno, la rosa può essere sufficiente. Ma realisticamente, nulla di più è conquistabile. La società è tristemente immobile sul mercato (da segnalare solo il rientro del difensore centrale Vasin dal prestito al Mordovia), con due turni preliminari di Champions League all’orizzonte. Alla squadra continua a mancare (da anni ormai) un difensore centrale di ricambio, e da gennaio – dopo la cessione di Doumbia – anche una prima punta di ruolo che possa fare il titolare. Arriverà qualcuno?

IL MODULO: La nuova regola sui cinque russi finirà per togliere ogni possibile motivazione al già discontinuo Alan Dzagoev, ormai certo di giocare ogni settimana per via di alternative. Certi del posto anche Akinfeev, Schennikov, Ignashevich ed uno dei due gemelli Berezutskiy; a completare la squadra saranno le geometrie di Natcho, la quantità (ed i molti cartellini gialli) di Wernbloom, la fantasia di Eremenko, il (quasi inesistente) senso del goal di Ahmed Musa. Oggettivamente, ad oggi, questa squadra rischia seriamente l’eliminazione al prossimo turno preliminare, specie se dovesse incontrare i turchi del Fenerbahce.

 

COMMENTO TECNICO: I grandi progetti del Presidente Rotenberg, che avrebbero previsto l’arrivo – tra tanti – a Mosca di M’Vila e Gignac è stato bloccato dalla UEFA con assurde limitazioni per il break-even del Financial Fair Play. Così, in casa Dinamo, si va verso la smobilitazione imposta da Platini&co. per ripianare i conti. Con Douglas e Dszudszak in uscita (verso lo Sporting Lisbona il primo, Besiktas il secondo), con il contratto di Kuraniy non rinnovato, con il solo mediano Sosnin come acquisto (a parametro zero dal Kuban), la squadra sarà fatta soprattutto da giocatori reintegrati: dopo l’esonero di Cherchesov, infatti, il neo tecnico Kobelev ha scelto di puntare nuovamente su Kozlov e Denisov. La rosa è comunque competitiva, ma serve vedere in quanti resteranno fino a fine agosto, viste le molte sirene dall’estero (in particolare per Valbuena).

IL MODULO: Ci sono ben sei russi nell’undici titolare della Dinamo, che avrà così possibilità di variare maggiormente nel corso dei novanta minuti. Davanti all’affidabile Gabulov, difesa assortita con Hubocan e Samba nel mezzo. Buttner a sinistra è una garanzia sia in fase di spinta che in quella di copertura. Il rientro di Denisov ridarà alla squadra quella costruzione ordinata mancata nell’ultima parte di stagione. A Valbuena il compito di illuminare la trequarti, mentre Kokorin, nel ruolo di prima ed unica punta, è chiamato alla stagione della consacrazione.

COMMENTO TECNICO: Vistosi il mercato bloccato dalla UEFA per mancato rispetto del Financial Fair Play, il Krasnodar ha potuto muoversi solamente puntando su parametri zero. Ecco il perchè di una campagna acquisti col freno a mano tirato da parte del presidente Galitskiy, nonostante un’Europa League da onorare. Il mercato ha portato un’alternativa in mezzo alla difesa (il norvegese Strandberg, che arriverà ad agosto dal Rosenborg), oltre a due russi, il centrocampista ex Rubin e Rostov Torbinski e la punta Smolov. Manca ancora un terzino sinistro, ruolo completamente scoperto in rosa ed occupato da Petrov (un mediano). Difficile però si faccia qualcosa.

IL MODULO: Lo splendido calcio espresso dai ragazzi di Kononov potrebbe andare incontro ad un brusco stop a causa del nuovo limite. Difficile trovare infatti cinque russi da schierare. Se il cervello della squadra Gazinskiy e la mezzala Mamaev sono certi di giocare, per gli altri tre giocatori è complicato. Sinitsyn tra i pali potrebbe sostituire l’ucraino Dykan; Petrov pare destinato a fare il terzino sinistro di ruolo; infine Smolov dovrà adattarsi a fare l’esterno nel 4-3-3 dei neroverdi, visto che Ari, nel ruolo di centrale, pare intoccabile. Si dovrà ingegnare il tecnico bielorusso del Krasnodar per trovare un modo per affrontare la foreign rule, che rischia di tagliare le gambe ad un progetto che stava avendo grandi risultati.

 

COMMENTO TECNICO: Con la stessa rosa che ha vinto la scorsa FNL (solo un arrivo, il secondo portiere Lobantsev), il tecnico del Krylya Sovetov Frank Vercauteren si ritrova costretto a dover cercare di salvarsi al piano di sopra. Onestamente, l’impresa pare abbastanza complicata. Alla squadra manca almeno un difensore centrale di categoria, un terzino destro e due esterni offensivi che di qualità superiori ai non eccelsi Gorbatenko e Chochiev. Volendo serve pure un attaccante che faccia rifiatare il bielorusso Kornilenko ed il macedone ex Rijeka Jahovic. Ad oggi, con Mordovia ed Ufa, sono la squadra più scarsa del campionato.

IL MODULO: 4-4-2 classico. Prima regola: non prenderle. Questo il comandamento di Vercauteren, che, per lo meno, non avrà problemi sui russi da schierare in campo ogni domenica (la rosa ha solo cinque stranieri: oltre ai titolari Nadson, Dragun, Kornilenko e Jahovic c’è anche il centrale belga Simaeys). Sono solamente due i ballottaggi che ogni domenica ci si ritroverà a fare, salvo squalifiche ed/od infortuni. Il primo in difesa: Nadson o Kontsedalov per affiancare Burlak? Il secondo in mediana: da vedere se si preferirà Georgi Gabulov, uno dai piedi buoni che all’occorrenza può anche fare il trequartista, oppure capitan Taranov, nato difensore centrale, ruvido quanto basta, che in mediana ha spesso giocato lo scorso anno alzando un’ulteriore muraglia a difesa del proprio portiere.

 

COMMENTO TECNICO: Che il progetto del Kuban si stesse avviando verso un triste ridimensionamento, si era già capito lo scorso anno. In questa stagione, si continuerà sulla strada già intrapresa, cercando di fare un campionato di media classifica. La panchina è stata assegnata a Khokhlov, esordiente assoluto. Ceduta la stella della squadra Popov, salutato il valido Sosnin, epurato il deludente Hugo Almeida, il Kuban ha scelto di puntare su alcune vecchie glorie del calcio russo: Arshavin e Pavlyuchenko. Sulla carta, scelta che non pare destinata a dare grandi frutti. Per il resto, da segnalare poco altro, se non il riscatto di Tkachev ed il prestito di Bazelyuk dal CSKA. Occhio ad altre possibili operazioni in uscita: Xandao e Kaborè piacciono molto sia in Russia che all’estero.

IL MODULO: Difficile che Khokhlov scelga di variare il 4-2-3-1 che ha ben figurato negli ultimi anni nella Krasnodar gialloverde. Un modulo in cui però rimarrà verosimilmente fuori il talento ex Benfica Lorenzo Melgarejo, a causa del passaporto paraguaiano. Paiono infatti destinate ai russi la corsia laterale mancina (Bugaev e Tkachev), con Ignatjev alto a destra. L’unica chance del ragazzo sarebbe in una possibile panchina di Baldè, con Pavlyuchenko o Bazelyuk titolari. Ad oggi, un’opzione abbastanza remota. Ed il ragazzo rischia di essere un talento fatto sfumare da una regola assurda.

 

COMMENTO TECNICO: Anch’essa sanzionata dal Financial Fair Play (vera ghigliottina sul calcio russo), la Lokomotiv ha dovuto muoversi in maniera oculata sul mercato: fuori diversi esuberi, dentro due centrocampisti: uno più di quantità, il congolese N’Dinga (in prestito del Monaco, era all’Olympiakos), ed uno di qualità (o qualcosa di simile), ovvero Kolomejtsev (a parametro zero dall’Amkar). Si potrebbe ancora cercare un esterno offensivo su entrambi i lati ed una punta, ma probabilmente il mercato è chiuso. Cherevchenko ha comunque dimostrato di poter lavorare anche con un materiale umano di non primissimo livello. L’obiettivo stagionale è cercare di raggiungere in qualche modo la prossima Europa League, oltre a ben figurare in quella di quest’anno, dove i rossoverdi partiranno dalla fase a gironi.

IL MODULO: Si prosegue con il classico 4-2-3-1 in casa moscovita, con subito due potenziali esclusi di lusso: il portoghese Manuel Fernandes ed il marocchino Boussoufa (in partenza). Fiducia, infatti, al classe 1995 Aleksey Miranchuk, talentuosissimo ragazzo dal tocco di palla delicato e che potrebbe essere una delle sorprese dell’anno. Sarà lui, insieme al bravo ma discontinuo Kasaev ed al volenteroso ma poco più Maicon, a supportare Niasse: tanta corsa e fisicità, ma sicuramente migliorabile sottoporta. In mediana, Tarasov pare avere il posto assicurato per via del proprio passaporto. Difficile infatti un impiego di N’Dinga, specie qualora il brasiliano Guilherme dovesse partire titolare al posto di un russo (Abaev o Kochenkov). Da segnalare anche un ballottaggio in difesa, con Pejcinovic e Durica che affiancheranno Corluka.

 

COMMENTO TECNICO: L’addio del vecchio volpone Semin è già una grave perdita. Se a questi si aggiungono giocatori come Vasin, Niasse, Danilo, Ebecilio e Djalo, che hanno lasciato Saransk, si capisce perchè il Mordovia sia tra le principali candidate alla retrocessione. A non convincere chi scrive, in primis, è il nuovo tecnico Gordeev, che ha qualche esperienza alle spalle, ma nessuna entusiasmante. In entrata, tra i pali spazio a Revishvili, portiere discreto per chi ha come obiettivo la salvezza. Rykov e Stevanovic furono tra i migliori della Torpedo Mosca che retrocesse; infine Shipitshin, che potrà mettere a servizio della squadra la sua esperienza. Diverse sono però le lacune della rosa: servirebbe un terzino per lato, oltre ad una punta da doppia cifra. Poi, forse, anche un esterno destro di centrocampo.

IL MODULO: Pare orientato verso un 4-4-2 (o 4-2-3-1) il tecnico Gordeev. Senza troppi problemi per i molti russi in rosa, la squadra dovrebbe vedere, rispetto allo scorso anno, l’avanzamento di Le Tallec dalla mediana al ruolo di trequartista alle spalle di Samodin. Vlasov e Dudiev (nato terzino di spinta) dovrebbero agire sugli esterni a centrocampo. Da vedere la difesa: Nakhushev potrebbe anche giocare a sinistra con Tishkin eventualmente a destra. Non è da escludere, eventualmente, l’impiego del jolly bielorusso Shitov a destra e/o del serbo Lomic a sinistra. Insomma: quello arretrato sarà il reparto più suscettibile di variazioni.

 

COMMENTO TECNICO: Il vero colpo di mercato del Rostov è stato confermare sulla propria panchina il turkmeno ex Rubin Kurban Berdiyev, preso lo scorso gennaio e capace di salvare i selmashi con un pragmatico 3-5-2. In questa stagione, però, si dovrebbe tornare ad un tradizionale 4-2-3-1. La squadra ha perso il proprio leader e capitano Pletikosa, portiere croato che ha deciso di lasciare la Russia, e si è ritrovata scoperta nel ruolo di portiere (giocherà, per ora, Dzhanaev). Detto addio anche al sudafricano Xulu – tornato in patria – e a Torbinskiy, la società ha cercato di puntellare la rosa pur con i pochi soldi a disposizione. Dietro è stato preso l’esperto Cesar Navas, trentacinquenne che proprio Berdiyev portò in Russia a Kazan, che potrà dare esperienza alla peggior difesa della scorsa RPL. In mediana, interessante è l’operazione che ha portato Mogilevets in prestito dallo Zenit: il ragazzo ha dimostrato di non valere una grande squadra, ma per una piccola è oro colato. Se si troverà un portiere ed un terzino destro di ruolo (con Novoseltsev riportato al centro) ed eventualmente una punta di scorta (potrebbe tornare l’iraniano Azmoun), la squadra non avrà problemi a salvarsi.

IL MODULO: Si va verso un ballottaggio tra il 4-2-3-1 ed il 3-5-2. Gli interpreti saranno verosimilmente gli stessi, a cambiare sarà soltanto l’atteggiamento tattico, con Poloz più o meno affiancato a Bukharov e Kanga più o meno avanzato. Difficile prevedere infatti differenti soluzioni, con Berdiyev che già faticherà a trovare i cinque russi da schierare in campo contemporaneamente.

 

COMMENTO TECNICO: Conquistato il quinto posto e l’Europa League (cause disgrazie della Dinamo), il Rubin ha scelto di rinforzarsi non tradendo la propria scelta di puntare su giovani russi: è stato riscattato Ozdoev (22 anni) e sono stati presi i giovani Batov (23) e Sharipov (22). Sul fronte stranieri, le operazioni sono state made in Uruguay: riscatto per il terzino Cotugno (20) e dentro – in prestito con diritto di riscatto – il compagno di nazionale Lemos (19), che prenderà il posto di Cesar Navas (passato al Rostov). Bilyaletdinov si ritrova una rosa interessante, grazie anche alla conferma di Portnyagin (vera sorpresa della scorsa stagione) ed alla rinascita di Carlos Eduardo (che il Rubin pagò 20 milioni nel 2010), che potrebbe subire ancora qualche ritocco, specialmente qualora si riuscisse a trovare collocazione agli ex interisti M’Vila e Livaja. Obiettivo: confermare quanto di buono fatto lo scorso anno.

IL MODULO: Non ci saranno grandi variazioni nell’undici titolare del tecnico Bilyaletdinov, il cui compito sarà far crescere ulteriormente i giocatori a disposizione. Solo uno il ballottaggio alla vigilia, con il russo Kambolov a contendere il posto da titolare a Lemos in mezzo alla difesa. Cabina di regia affidata al bulgaro Georgiev ed a Ozdoev. A Portnyagin il compito di segnare il più possibile, sfruttando al meglio l’assistenza che gli verrà data dai trequartisti. Occhio anche al giovane terzino Nabiullin: potrebbe definitivamente esplodere.

 

COMMENTO TECNICO: Dopo l’ennesima stagione fallimentare, che è costata la panchina allo svizzero Yakin, allo Spartak si profila l’ennesimo anno zero. Il nuovo tecnico dei biancorossi sarà Alenichev, che si è ritrovato subito alcuni nuovi volti: il difensore centrale Granat, il talentuosissimo bulgaro Ivelin Popov, preso dal Kuban e strappato alla concorrenza di molti club anche esteri, ed il capoverdiano Ze Luis, ormai ex Sporting Braga, costato sei milioni e mezzo e che arriva in Russia con tantissimi interrogativi, dopo aver suscitato molti dubbi in tutti (compreso chi scrive). Il ritorno di Shirokov dal Krasnodar e, soprattutto, la conferma dell’olandese Quincy Promes, che piaceva anche alla Juventus, daranno ulteriori sprazzi di qualità ad una rosa che parte sempre tra le migliori, prima di sciogliersi come neve al sole e fallire miseramente. Sarà così anche quest’anno?

IL MODULO: Tanti problemi nel trovare i russi da schierare anche per Alenichev, che dovrà anzitutto scegliere il modulo. Sono stati provati il 4-2-3-1, il 3-4-2-1 ed il 4-3-2-1. Optiamo per quest’ultimo. Davanti a Rebrov, giocherà sicuramente Makeev a destra fino a quando Parshivlyuk non sarà rientrato dall’infortunio. Mediana obbligata, in attesa di rinforzi. Sulla trequarti, Popov e Promes paiono intoccabili, con lo spagnolo Jurado, il tedesco Ebert e l’armeno Ozbiliz che dovrebbero partire dalla panchina. Stessa sorte anche per Movsisyan, connazionale dell’ultimo citato, che dovrà sgomitare per far vedere come i soldi spesi per Ze Luis siano stati buttati.

 

COMMENTO TECNICO: Non ha portato nulla il mercato in Cecenia, in quel di Grozny. O meglio, soltanto due addii, quelli degli attaccanti Bokila ed Ailton, migrati verso mete più remunerative come Cina ed Arabia Saudita. Poco male: la squadra è attrezzata per centrare l’ennesima salvezza di fila senza problemi. Trattenere il polacco Rybus sino alla chiusura del calciomercato sarebbe già un successo, visto le numerose richieste fioccate. Per il resto, si punta sul calore dei tifosi ceceni, sulla continuità di rendimento di Oleg Ivanov, sulle geometrie della mediana brasiliana, e sull’esplosione di Mbengue, senegalese arrivato lo scorso gennaio e che nel finale di campionato ha messo in mostra ottime qualità. In attesa che il presidente Kadyrov possa regalare qualche innesto (forse una prima punta ed un terzino sinistro).

IL MODULO: Non cambierà modulo il tecnico Rakhimov, un 4-2-3-1 compatto ed interessante. Già individuati i russi che partiranno dall’inizio: Kudryashov, Semenov, Utsiev, Ivanov, Lebedenko. Volendo c’è anche Godzyur, che ha il doppio passaporto (oltre a quello locale, anche quello ucraino), e non avendo mai giocato per altre nazionali, può rientrare nel computo dei fantastici cinque.

 

COMMENTO TECNICO: Ci sarà da soffrire fino all’ultimo in casa Ufa per evitare la retrocessione. La rosa a disposizione del tecnico Kolyvanov è stata migliorata: sono stati confermati l’ex Arsenal Frimpong ed il brasiliano Marcinho, i due migliori dell’ultima stagione. Sono inoltre stati presi alcuni discreti giocatori per rinforzare la difesa (parlo di Osipov dall’Arsenal Tula e Katsalapov dalla Torpedo Mosca), è stato trattenuto Tumasyan, e davanti è arrivato il nigeriano Igboun, reduce da ottime stagioni nel Midtjylland, con cui ha conquistato l’ultima Superligaen danese. Potrebbe non bastare. Manca ancora una punta che possa andare in doppia cifra: quello è un must. Non si disdegnerebbe però anche un terzino sinistro ed un’alternativa in mezzo al campo ai titolari.

IL MODULO: Si va verso la conferma del 4-2-3-1, con tutti e cinque i russi concentrati tra porta e difesa. Safronidi (nato ala), dovrebbe partire titolare a sinistra, vista l’assenza di giocatori di ruolo in rosa. In mediana, Frimpong è un titolare inamovibile per quantità ed esperienza. L’unico ballottaggio è sulla trequarti: il brasiliano Diego Carlos potrebbe anche partire dall’inizio. A giocarsi il posto con lui sono l’ucraino Zinchenko – talentuoso classe 1996 strappato a gennaio alla concorrenza di Shakhtar Donetsk e Rubin Kazan – e il bosniaco Handzic. Qualora quest’ultimo rimanesse in panchina, Marcinho farebbe il falso nueve.

 

COMMENTO TECNICO: Il cambio di tecnico più sorprendente dell’estate è stato fatto sulla panchina dell’Ural, dove Tarkhanov, artefice delle due ultime salvezze del club, si è dimesso. Come sostituto è stato chiamato però il meglio che si potesse ambire, il bielorusso Goncharenko, ex BATE Borisov e Kuban. La squadra ha visto un solo addio (quello di Smolov) e diversi rinforzi in entrata per una squadra che pare potersi salvare anche senza passare dai playout. Zhevnov lo scorso anno alla Torpedo ha fatto vedere di potersi rilanciare in squadre mediopiccole dopo la negativa avventura allo Zenit. Martynovich e Burmistrov erano finiti fuori dal progetto tecnico del Krasnodar, ma sono giocatori che possono dire ancora la loro in RPL. La rosa è completa: ci si muoverò solo se dovesse partire qualcuno.

IL MODULO: Goncharenko rimarrà fedele al suo marchio di fabbrica un 4-2-3-1 basato su un (bel) gioco offensivo. Il cileno Acevedo, pieni buonissimi, dovrà far girare la squadra. Gli esterni difensivi saranno chiamati a spingere molto e a sovrapporsi ai colleghi più avanzati. Gogniev ed Erokhin dovranno finalizzare il tutto. Qualche dubbio sulla coppia difensiva, molto forte fisicamente ma che pare poter soffrire squadre che giocano palla a terra. Due nomi per chi non segue la RPL? Il terzino Khozin, dinamite nel piede, e l’esterno dello Zambia Lungu, ormai un idolo dalle parti di Ekaterinburg.

 

COMMENTO TECNICO:Parte da assoluto favorito lo Zenit, e non può essere altrimenti. Dopo il titolo dello scorso anno, non solo la squadra di Villas Boas non si è indebolita, ma non si sono nemmeno rinforzate le avversarie. Il mercato ha portato in dono il mediano Yusupov (che sarà solo una riserva e nulla più) e Dzyuba, due stagioni fa capocannoniere del campionato ma che lo scorso anno ha fallito allo Spartak (prima) ed al Rostov (poi). Mercato chiuso? Si, se non parte nessuno. Witsel pare destinato a stare a San Pietroburgo – lo Zenit chiede almeno 30 milioni di euro. Se qualcuno li offrisse, AVB ha già individuato in Joao Moutinho il sostituto. Magari si farà qualcosa in difesa: Lombaerts ha richieste in giro per l’Europa. Savic può sostituirlo.

IL MODULO: Sono parecchi i problemi che AVB avrà ogni settimana nel mettere in campo la squadra. Motivo: individuare i cinque russi. Certi del posto sono Lodygin, Smolnikov e Shatov. A pagare con l’esclusione una regola assurda dovrebbero essere Danny (spazio a Ryazantsev al suo posto) e Rondon, con Dzyuba titolare. Lo Zenit è il perfetto simbolo di come quella maledetta regola non permetta ai club di competere – anche in Europa – ad alti livelli, con russi che perderanno motivazioni e metteranno minore impegno in quanto già certi del posto in campo.

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Classe '94, piemontese di nascita, tra un esame universitario e l'altro segue il calcio alle temperature più improbabili, dalla Scandinavia alla vecchia terra degli Zar. Russofilo e (a breve) russofono, sogna di diventare direttore sportivo e di vivere a San Pietroburgo. Guai a disturbarlo quando gioca il Krasnodar: potrebbe uccidere.
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