CONCACAF Champions League: l’Herediano intravede la finale, il Montreal fa tutto in quindici minuti

Continua la cavalcata verso la finale della CONCACAF Champions League, che, tra martedì e ieri notte, ha visto scendere in campo le ultime quattro squadre rimaste per le due gare d’andata delle Semifinali; e allora andiamo a vedere cosa è successo.

Nella giornata di Martedì si è assistito allo strapotere dell’Herediano, che ha annichilito con un netto 3-0 i Messicani dell’America, che saranno chiamati ad un miracolo tra tre settimane. La partita inizia subito sotto il segno dell’equilibrio, con le due squadre che si affrontano a viso aperto e collezionano un’occasione da gol a testa, anche se al 27esimo si arriva al punto di svolta, infatti Miky Arroyo perde palla nella trequarti avversaria e commette immediatamente un bruttissimo fallo ai danni dell’avversario, da cui scaturisce anche un accenno di rissa; per l’arbitro non ci sono dubbi, è rosso diretto per il numero 11 messicano, che così lascia i suoi in 10 per più di 70 minuti da giocare.

Nonostante ciò, i padroni di casa non riescono a concretizzare il vantaggio entro la fine della prima frazione, infatti quando l’arbitro manda tutti negli spogliatoi per un tè caldo, le squadre sono ancora sullo 0-0. Ma è nella ripresa che il copione cambia letteralmente, con i messicani che decidono di giocare una partita abbastanza conservativa (sperando di portare a casa il pareggio a reti bianche), lasciando così carta bianca agli avversari dell’Herediano, i quali, però, ci impiegano appena 8 minuti a sbloccare il risultato con un gioiello, una perla di Esteban Ramirez, che riceve palla all’interno dell’area di rigore, prende la mira e piazza il pallone sul secondo palo con un tiro a giro favoloso.

Il gol scuote l’America, che prova a riorganizzare i pezzi e produrre una reazione credibile, ma l’unico tentativo buono si infrange sfortunatamente sul palo: a colpire il montante è il difensore messicano Pablo Goltz, bravo nell’anticipare tutti sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Dopo lo scampato pericolo, i costaricani si ributtano subito in avanti e riescono a trovare la rete del raddoppio: la firma ce la mette Yendrick Ruiz che, su un cross del compagno di squadra Verny Scott. Stavolta i Messicani sentono il colpo e capitolano nuovamente all’82esimo, quando Jonatan Hansen anticipa tutti sugli sviluppi di un calcio di punizione e infila il pallone in fondo al sacco con una bella torsione di testa. Adesso al ritorno servirà un vero e proprio miracolo al Club America, che dovrà fare 4 gol per passare il turno (tre per andare ai supplementari), a patto di non subirne altri.

Ignacio Piatti - Montreal Impact
Ignacio Piatti (Montreal), uno dei migliori in campo del match contro l’Alajuelense

Nel match di stanotte, invece,  il Montreal fa la voce grossa contro i costaricani dell’Alajuelense, che perdono 2-0 e vedono allontanarsi la possibilità di un derby nell’ultimo atto della competizione. Davanti ad una folla di ben 33.675 persone, accorse allo “Stade Olympique” per questo primo atto della semifinale, i canadesi partono subito in quinta e dopo 14 minuti si trovano già avanti di ben 2 reti: ad aprire le danze è una delle tante conoscenze del campionato italiano sbarcate a Montreal, ovvero Ignacio Piatti (ex Lecce), che fulmina il portiere avversario Dexter Lewis con una bordata da due passi, la quale prima scheggia la parte interna della traversa e poi finisce in rete. Il gol manda in bambola gli ospiti, che pochi minuti dopo rischiano di capitolare nuovamente, quando sempre lo stesso argentino si mette in proprio, compie uno slalom gigante tra le maglie avversarie e poi prova a piazzare il pallone sul primo palo con il mancino, ma stavolta Lewis è attento e mette il pallone in calcio d’angolo. Sul susseguente tiro dalla bandierina, però, arriva la rete del raddoppio del Montreal con Victor Cabrera, che colpisce in maniera sporca il pallone ma riesce comunque a battere il portiere avversario, probabilmente ingannato dal tentativo di deviazione di Dominic Oduro, che in verità non colpisce affatto il pallone. La partenza sprint taglia le gambe all’Alajuelense, che però ha il merito di non abbattersi e cercare di recuperare la partita alzando prepotentemente il proprio baricentro, mossa che però favorisce i contropiedisti dei canadesi, che arrivano anche a sfiorare il tris con Oduro, la quale conclusione da fuori area finisce di poco alta sopra la traversa.

Nella ripresa, consapevoli dell’esigenza di segnare almeno una rete, i costaricani partono forte e si gettano nuovamente in avanti ala ricerca del gol della bandiera, che viene sfiorato da Johan Venegas, il quale impensierisce il portiere avversario Evan Bush con una conclusione dalla distanza, resa abbastanza pericolosa da un’insidiosa deviazione del difensore Laurent Ciman. Nonostante questa partenza arrembante, questa si tratta solo di una semplice avvisaglia, visto che a tenere banco per tutto il resto della ripresa è il duo canadese Dominic Oduro-Cameron Porter, con il primo che non riesce a concretizzare una bella azione di contropiede, mentre il secondo prova ad impensierire Lewis con una bella conclusione dalla distanza. Adesso si fa dura per i costaricani dell’Alajuelense, che però dovranno affrontare un’impresa meno ardua rispetto ai colleghi messicani dell’America, visto che già altre volte in questa stagione hanno dimostrato che uscire vivi dall’Estadio Alejandro Morera Soto non è impresa da tutti (chiedere al DC United per maggiori informazioni).

Le gare di ritorno si disputeranno tra tre settimane, con proprio queste due ultime squadre che scenderanno in campo l’8 Aprile, mentre Club America e Herediano andranno in scena il giorno successivo (ovvero il 9 Aprile).

Herediano (Crc)-Club America (Mex) 3-0 (Ramirez, Ruiz, Hansen)

Montreal Impact (Can)-Alajuelense (Crc) 2-0 (Piatti, Cabrera)

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Appassionato di ogni genere di sport (calcio e basket in primis), è un grande esperto del "calcio minore". Che sia la Copa Libertadores o la terza divisione danese poco importa, in qualunque campo rotola un pallone e ci sono 22 uomini c'è sempre una storia da raccontare.

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