Russia – Tre goal, tre punti: il Krasnodar inguaia Yakin. Eurorivali italiane: ok Zenit e Dinamo

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Spartak Mosca-Krasnodar. Questo era il match di cartello alla ripresa del campionato in Russia dopo circa tre mesi di pausa invernale. Un match tra due squadre con obiettivi importanti (“puntiamo al secondo posto ed alla Champions League” aveva dichiarato il ds dei biancorossi Ashkabadze, mentre i tori si accontenterebbero di riqualificarsi in Europa League per proseguire quanto di buono fatto quest’anno), con attacchi molto interessanti ma difese abbastanza ballerine.

All’Otkrytie Arena di Mosca (come sempre, da quando lo Spartak ha inaugurato il nuovo stadio, c’è una buona affluenza di pubblico) si preannuncia una gara scoppiettante. E’ anzitutto una sfida tra i tanti ex: Movsisyan nei ragazzi di Yakin; Dykan, Shirokov – tornato in neroverde a gennaio dopo essere finito fuori rosa dopo numerosi litigi con il tecnico elvetico – ed Ari negli ospiti. Le formazioni: padroni di casa col 4-3-3: Promes e Jurado saranno le ali, l’armeno Movsisyan punta centrale. Risponde Kononov: 4-1-4-1 classico, con l’ala Joaozinho schierata per necessità terzino, Shirokov subito titolare e Ari falso nueve.

Lo Spartak sembra cominciare bene: dopo appena cinque minuti Jurado pesca Promes che aggira Joaozinho e calcia, trovando Dykan sulla sua strada. Dieci minuti dopo Romulo inventa un lancio per Movsisyan, scattato sul filo del fuorigioco (male l’islandese Sigurdsson nell’occasione), ma Dykan in uscita lo anticipa e salva tutto. Col passare del tempo gli ospiti crescono: al 22′ Kaleshin crossa per Mamaev che, tutto solo, da posizione invitante, spara sull’esterno della rete. La partita è godibile, al 29′ la difesa dei padroni di casa cigola ancora: su un lancio lungo, Makeev buca completamente l’intervento, Ari controlla, si accentra e prova ad incrociare: palla a lato di poco. Il Krasnodar crea, spreca ancora al 35′ (colpo di testa di Pereyra dal cuore dell’area che si spegne a lato), rischia di venire punito: al 43′ azione confusa dello Spartak, la palla giunge al limite a Glushakov che calcia al volo: Dykan è battuto, ma la palla sbatte sul palo. Pericolo scampato per gli ospiti e prima frazione di gioco che si chiude – sorprendentemente – a reti inviolate.

Tutto cambia nella ripresa, quando la traballante difesa moscovita crolla come un castello di carte: minuto sessantuno, Pereyra pesca un destro da fuori area su cui Rebrov non può nulla. Krasnodar in vantaggio. Otto giri di lancette dopo il brasiliano Ari si ricorda che contro lo Spartak ha sempre fatto partite da dieci e lode e sceglie che, anche oggi, deve lasciare il segno, e si inventa un destro a giro da fermo che si insacca all’incrocio dei pali. 2-0 neroverde. Lo Spartak è tramortito. 72′ cross di Kaleshin, Akhmedov entra nella difesa dei padroni di casa come una lama nel burro ed incorna alle spalle dell’impotente Rebrov. 0-3. 79′: sugli sviluppi di un corner lo Spartak perde palla, favorendo il contropiede degli ospiti. Kombarov prova a fare il fuorigioco a metà campo ma sbaglia tutto, permettendo ad Ari di fare cinquanta metri nel nulla assoluto, entrare in area e farsi ipnotizzare da Rebrov. I tifosi di casa iniziano ad abbandonare l’arena, perdendosi il goal della bandiera di Promes, bravo a correggere in rete un diagonale del giovane Davydov.

Fa festa il Krasnodar, finisce sotto attacco Yakin: dopo l’epurazione voluta dallo stesso tecnico elvetico a gennaio, ci si aspettava qualche cosa di più. Ed invece l’attacco è apparso sterile, la difesa completamente in balia dell’avversario anche oggi. Ed alcune scelte (come insistere nello schierare Makeev, un terzino, come centrale lasciando in panchina giocatori di ruolo che, per quanto imbarazzanti, non sono peggio del russo) continuano a far storcere il naso.

Nelle altre gare in Russia, vincono le due prossime rivali delle italiane in Europa League: lo Zenit San Pietroburgo (che se la vedrà con il Torino) ne fa tre all’Ural: assoluto protagonista il venezuelano Rondon, che mette a segno un hattrick. Tre reti anche per la Dinamo Mosca: Ionov e Valbuena in 20′ mettono in discesa la gara che gli stessi biancoblu scelgono di complicarsi, calando l’attenzione, permettendo all’Ufa di rientrare in corsa con un rigore di Marcinho e ringraziando il proprio portiere Gabulov per almeno tre miracoli. Ci pensa Kuraniy, nella ripresa, a scacciare la paura. Vittoriose anche CSKA (2-1 sul difficile campo di Grozny, con doppietta di Musa inframezzata dal goal di Lebedenko) e Lokomotiv (0-1 a Rostov, con rete all’esordio per il serbo Skuletic). Domani Amkar-Torpedo, Rubin-Arsenal e Kuban-Mordovia.

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Classe '94, piemontese di nascita, tra un esame universitario e l'altro segue il calcio alle temperature più improbabili, dalla Scandinavia alla vecchia terra degli Zar. Russofilo e (a breve) russofono, sogna di diventare direttore sportivo e di vivere a San Pietroburgo. Guai a disturbarlo quando gioca il Krasnodar: potrebbe uccidere.
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