Grecia, un mese di Super League: Paok in vetta, Olympiakos e Pana in agguato

Grecia quasi fuori dall‘Europa a livello economico-finanziario e anche nel calcio. La campagna europea dei club ellenici è stata infatti molto deludente: eliminate Paok (vincente solo sui bielorussi della Dinamo Minsk, finisce con l’umiliante sconfitta casalinga e conseguente eliminazione per mano del Guingamp) e con magre figure sia Asteras che Panathinaikos dai rispettivi gironi di Europa League; resta solo l’Olympiakos eliminata a sua volta da un girone di Champions’ arduo (ma che avrebbe potuto regalare soddisfazioni maggiori senza l’inopinato ko in quel di Malmoe) e ora in ballo proprio in Europa League dove però vi sono club di maggior prestigio che agognano alla vittoria finale. L’attenzione si sposta così tutta sulla Super League (campionato ultimamente martoriato da episodi di violenza tra tifosi e verso gli arbitri) dove comanda sempre il duello Paok-Olympiakos, col Panathinaikos terzo incomodo.

CLASSIFICA: 28 punti Paok; 24 Olympiakos; 23 Panathinaikos; 21 Asteras, Veria; 19 Atromitos, Ael Kalloni; 18 Xanthi; 17 Panetolikos, Giannina; 15 Kerkyra, 14 Levadiakos; 13 Ofi; 12 Platanias; 11 Panionios; 9 Panthrakikos; 7 Niki Volos; 6 Ergotelis

Alla dodicesima giornata in Super League comanda ancora il Paok che inizia a credere che possa essere questa la stagione giusta per tornare campioni ellenici. L’Olympiakos resta comunque ancora la favorita perchè i 4 punti di distacco dai bianconeri sono un’inezia a questo punto della stagione ma soprattutto perchè gli ultimi deludenti risultati in Patria sono facilmente spiegabili con la bella distrazione della Champions’ che però è sfumata con la prevedibile “retrocessione” in Europa League. In quest’ultimo mese da rimarcare la rimonta di Panathinaikos, eliminato dall’Europa League si può concentrare sul campionato e godersi il ritorno in campo del “totem” Berg.

Il Paok guarda tutti dall’alto quindi, ma non può cullarsi sugli allori per vari motivi. In primis, come detto, la futura maggiore concentrazione dell’Olympiakos in campionato ma anche per le prestazioni non sempre convincenti (vedi la vittoria di misura sul Panthrakikos, la sconfitta interna col Panathinaikos e il ko sul campo dello Skoda Xanthi) non permettono ai bianconeri sonni tranquilli; la vittoria nel Pireo ha però fatto il pieno di entusiasmo e la crescita in personalità dell’argentino Pereyra e il ritorno dall’infortunio del “fattore” Mak (l’esterno slovacco ha dimostrato di poter essere decisivo) può far continuare a sperare nella vittoria finale.

www.twitter.com/OlympiakosSFP

Dell’Olympiakos, che come detto si dovrà accontentare dell’Europa League mangiandosi le mani per la sconfitta maturata a Malmoe rivelatasi decisiva, non ci si può fidare e di crisi non si può parlare. Certo scadente il rendimento dei biancorossi negli ultimi tempi in campionato, soprattutto deludenti gli ultimi due risultati e cioè la sconfitta interna nella sentita sfida al vertice col Paok e poi pareggio interno col Giannina. Michel ha la rosa migliore in assoluto ma con qualche spina: il congenito problema al centro della difesa (Abidal si ritirerà dal calcio a fine anno, si può contare solo sul discontinuo Botia e sugli inesperti ad alti livelli Avlonitis e Siovas), l’irregolarità sottoporta di Mitroglou (un gol, peraltro inutile e a tempo scaduto, in tutto il mese di novembre) e il deludente rendimento di diversi neoacquisti come Dossevi e l’eterno incompiuto Afellay (sei presenze e un solo acuto decisivo in Champions’ contro l’Atletico).

Terzo incomodo tra le prime due diventa il Panathinaikos che, chiuso l’orribile mese di ottobre (una sola vittoria nella coppa nazionale), si è rilanciato con quattro vittorie di fila, filotto interrotto solo nell’ultimo turno con un pari sul campo dell’Asteras. Cos’è cambiato? Apparentemente nulla: la formazione non ha subito grosse mutazioni (il lancio definitivo dei due giovani Lagos e Donis era doverosa) quindi non si può non spiegare col rientro del bomber svedese Berg che, seppur ancora non al top della forma dopo il lungo stop dovuto ad un fastidioso infortunio alla spalla, è tornato a infondere fiducia nei compagni, permettendo di rifiatare a Karelis (sostituto un po’ improvvisato e comunque positivo) e di togliere responsabilità a talenti giovani ma senza autorità come Ajagun e Klonaridis. La mesta uscita di scena dall’Europa League non può essere presa male da Anastasiadis che, non dovendo più gestire un turn-over insopportabile da una rosa piuttosto risicata, potrà lavorare con più tranquillità e magari provare a scalare la classifica.

www.twitter.com/Asterasfc
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Dietro le tre “storiche” elleniche ecco l’Asteras ancora poco convincente sia in campionato (due vittorie negli ultimi cinque turni, probabilmente non ancora pronta ad andare oltre il quarto posto) sia in Europa League (già eliminato e solo una vittoria all’attivo); la colonia argentina da il suo contributo (Barrales segna regolarmente, ben assistito da Mazza e Rolle ottimi acquisti estivi), il resto della rosa meno soprattutto a livello difensivo. Sorprende trovare ancora in alto invece il Veria, ancor di più vista la decisa frenata dei rossoblù capaci di vincere una volta sola negli ultimi sei turni; il mister spagnolo Granero paradossalmente sta avendo scarso rendimento dai suoi connazionali (tranne il mediano Vazquez e il centrale ex Real Madrid Raul Bravo), ha trovato due protagonisti negli esperti argentini Battion e Campora ma che a questo ritmo scenderà inesorabilmente in classifica.

Dal quinto posto in giù ben cinque squadre raggruppate in soli due punti: l’Atromitos (due vittorie negli ultimi sette turni, Sà Pinto non riesce a infilare grandi serie di risultati ma sta tirando fuori il meglio da una rosa vecchia, o esperta secondo i punti di vista, e con poca qualità; il portoghese la aspetta magari col mercato invernale), il Kalloni (una difesa granitica, sei reti al passivo negli ultimi nove turni, che ha mostrato più di qualche crepa nelle ultime due trasferte perdenti sul campo dello Skoda e del fanalino di coda Niki Volos e un attacco asfittico, solo quattro gol nelle ultime sette giornate), lo Skoda Xanthi (Razvan Lucescu ha dato una mentalità vincente ad uno Skoda prima timido e che ora rischia di perdere anche male come nel 5-2 ad Arginio ma anche di battere il Paok 4-2), il Giannina (miracoloso il lavoro fin qui di Petrakis: un solo ko, sebbene pesante lo 0-4 casalingo contro il Levadiakos, negli ultimi sette turni) e il Panetolikos (rimonta straordinaria, come straordinario era stato in negativo l’inizio di stagione; una vittoria nei primi sette turni poi tre negli ultimi sei).

Rimonta da enfatizzare anche quella del Levadiakos che dal fondo della classifica arriva quasi a metà con un cammino di quattro vittorie e tre pari nelle ultime sette giornate e con zero (!) gol subiti, porta blindata dagli interventi di Sifakis e da una difesa dai meccanismi perfettamente funzionanti. In zona ci finisce invece retrocessione l’Ofi di Gattuso (quattro sconfitte negli ultimi quattro turni, panchina salva per ora solo grazie alla vittoria allo scadere nel derby di Creta con l’Ergotelis), il Platanias (altro clu cretese in crisi, qui non si vince da ben sette giornate), il Panionios (sette punti nelle ultime dodici giornate, i numeri parlano); le ultime tre sono il Panthrakikos (tra ko di fila ma in ripresa  con quattro punti nelle ultime due gare), l’Ergotelis (una sola vittoria finora e risale a settembre) e il Niki Volos che resta sempre in fondo seppur con qualche sussulto d’orgoglio come nella vittoria dell’ultimo turno contro il Kalloni.

TOP 11 DEL MESE (4-2-3-1) – Sifakis (Levadiakos); Fyntanidis (Atromitos) Raul Bravo (Veria), Vallios (Kalloni), Lluy (Asteras); Battion (Veria), Umbides (Atromitos); Clayton (Skoda), Dominguez (Olympiakos), Pereyra (Paok); Mantzios (Levadiakos)

IL GOL DEL MESE – I tifosi dell’Olympiakos non lo ricorderanno con piacere vista la sconfitta finale in casa contro il Paok nello scontro al vertice del campionato, ma rimarrà nella mente degli spettatori neutrali. Il gol del momentaneo pareggio dei biancorossi segnato da Fuster è un vero e proprio capolavoro: corner di Dominguez arretrato al limite dell’area, lo spagnolo Fuster si coordina perfettamente e di mancino al volo infila con un tiro potente e preciso il sette ala destra dell’incolpevole Glykos. Perfetto.

http://youtu.be/BsCD-y6W7LE

About Edoardo Buganza 337 Articoli
(Ar)redattore per Tce dal marzo 2014, seguo in particolare i campionati dell'Est europeo come Polonia, Turchia e Grecia. Genovese, esterofilo, aspirante osservatore, sospirante milanista.
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