Western Sydney Wanderers Campione d’Asia, l’Hilal spreca l’impossibile

Sydney

Il Western Sidney Wanderers entra nella storia. Un club fondato il 4 aprile 2012 che dopo aver vinto al primo colpo la A League australiana, riesce anche al primo colpo ad impossessarsi del trofeo più importante del calcio asiatico, la AFC Champions League, divenendo il primo club australiano nel compiere l’impresa. Dopo la vittoria per 1-0 nella finale di andata domenica scorsa a Parramatta con gol di Tomi Juric, nella gara di ritorno allo stadio Re Fahd di Riyadh è bastato uno 0-0 alla squadra di Tony Popovic per alzare le braccia al cielo, urlare campioni e staccare il biglietto per il Mondiale per Club, dove nei quarti i rossoneri di Sidney affronteranno il Cruz Azul del Messico(sarà il 13 dicembre a Rabat o altrove?).

I meriti di questa vittoria? Difficile davvero trovarne, perché se il Western Sidney è campione è soprattutto perché l’Al Hilal ha perso questa finale, non trovando la lucidità negli ultimi 16 metri per scardinare il fortino del portiere Covic. Sono state almeno sei le occasioni in cui i giocatori dell’Hilal si sono trovati con la porta quasi spalancata e non sono riusciti a rompere l’equilibrio: all’inizio nel primo tempo sono stati Thiago Neves e Nasser Al Shamrani a mancare le occasioni più ghiotte; poi nella ripresa anche il veterano Al Qahtani, entrato nell’ultima mezzora, non è riuscito a inquadrare lo specchio della porta al 74’quando tra lui e Covic c’erano appena 6 metri con l’allenatore rumeno Laurentiu Reghecampf che stava già alzando le braccia per gridare il gol.

Le altre occasioni più limpide erano capitate prima sui piedi del terzino brasiliano Digao che al 58’ spediva sul fondo un cross dalla destra con piena libertà di calciare verso il primo palo. Poi Covic si è superato su un colpo di testa di Nasser Al Shamrani al 79’, con la palla che scorreva sulla linea e si spegneva clamorosamente sul fondo per la disperazione dei 65.000 del Re Fahd, davvero all’altezza delle tifoserie più calde di Sudamerica ed Est europeo con il loro caloroso sostegno. Tre rigori reclamati dal Hilal: nel primo tempo tuffo di Saud Kariri, a cui giustamente Nishimura non abbocca; nella ripresa anche l’uscita del portiere Covic su Al Abid non sembra fallosa, ma al 65’ il mani in area di Poljak su cross di Al Dosari pare netto perché il braccio è staccato dal corpo e frena la traiettoria della sfera. Male di nuovo l’arbitro giapponese: dopo l’episodio su Fred nella partita inaugurale dell’ultimo mondiale brasiliano, un‘altra magagna in un grande appuntamento per questo direttore di gara, la cui designazione è soprattutto dipesa dal fatto che difficilmente potrà arbitrare la finale della prossima Coppa d’Asia, visto che il Giappone in genere arriva sempre almeno tra le prime quattro.

Il Western Sidney esulta: con meno del minimo sforzo si è portato a casa l’Asia e il sogno di giocare il Mondiale per club. Praticamente non ha fatto niente di niente, mantenendo il baricentro bassissimo e proteso alla copertura degli ultimi 25 metri di campo. Solo con l’ingresso al 60’ di Juric , il match winner dell’andata, gli australiani sono riusciti di tanto in tanto a mantenere il pallone verso la trequarti avversaria. Male Iacopo La Rocca che non è mai riuscito a far ripartire la squadra, che arrivava in ritardo su tutti i palloni e sui costanti raddoppi degli uomini di Reghecampf. Neanche sulle palle ferme riusciva ad imbastire un’azione logica il Western Sidney, che oggi ha dato la sensazione che se giocasse così, probabilmente potrebbe lottare per la salvezza nella Lega Pro italiana ma non di più.

Mai come in una partita come quella di oggi vale il detto “chi è causa del proprio male pianga se stesso” perché – nonostante il dominio tattico ottenuto dallo stratega Reghecampf( 63% per cento il possesso palla del Zaeem)  – è probabile che se oggi la partita fosse durata fino a mezzanotte l’Hilal non sarebbe comunque riuscito a far gol e per vincere nel calcio non serve altro. Buona fortuna Western Sidney Wanderers, ma al Mondiale se non vuole fare figuracce deve cambiare registro. Per il momento stappino la loro birre gli australiani, il cui calcio ottiene il primo prezioso alloro continentale a poco più di due mesi del calcio d’inizio della Coppa d’Asia che il paese dei canguri riceverà dal 9 al 31 gennaio 2015.

La Champions Asiatica ripartirà a febbraio con i turni preliminari.

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