Athletic Club, altro stop: con l’Eibar è solo 0-0 a San Mamés

In un San Mamés gremito, i padroni di casa dell’Athletic Club affrontano il coraggioso Eibar di Gaizka Garritano (ex di turno, in virtù del suo passato giovanile trascorso con la maglia dei Lehoiak), forte di 7 punti in classifica e reduce dal pareggio interno contro il Villarreal, in un Derby Basco tutto da vivere, in quanto le due città distano soltanto una quarantina di chilometri. I Leones, reduci da ben tre sconfitte consecutive, schierano un insolito 4-4-2, con Iraizoz tra i pali, Iraola, Laporte, capitan Gurpegi e Balenziaga nel quartetto difensivo, Muniain e Susaeta sulle corsie esterne, il tandem Mikel Rico – Iturraspe a centrocampo ed infine la strana coppia Aduriz – Borja Viguera davanti, con l’ex Alaves (l’unico volto nuovo dei Zurigorriak rispetto alla scorsa temporada) alla prima presenza stagionale da titolare. Di contro, gli Armeros optano per il 4-2-3-1, lanciando Piovaccari come unica punta centrale, tre mezz’ali, Berjon, Arruambarrena e Capa, e il duo Garcia – Errasti sulla linea mediana.

Come da copione, è la squadra di Valverde a prendere in mano le redini del gioco, pronta ad innescare i talentuosi esterni e la fisicità dell’ex Pichichi della Liga Adelante, Borja Viguera. Tuttavia, l’Eibar dimostra di meritare l’attuale posizione di classifica, difendendo con ordine e posizionando tutti i propri uomini dietro la linea del pallone, salvo poi agire di rimessa ed arrivare con pochi tocchi dalle parti di Iraizoz. La prima palla gol capita sul sinistro di Laporte, il quale, a seguito di un’ottima azione di Muniain sull’out mancino, conclude malamente a lato da buona posizione (21′). Il possesso palla è tutto a favore dell’Athletic, ma i tiri nello specchio sono un miraggio e l’Eibar ne approfitta, rendendosi pericoloso con un paio di sortite sulla corsia sinistra, dove Iraola fa fatica a contenere l’asturiano Berjon, e qualche conclusione da fuori. Col passare dei minuti però, i Leones prendono fiducia ed iniziano ad affondare con continuità, spinti anche dal proprio pubblico, senza però trovare il guizzo vincente. Nel finale entrambe le squadre vanno vicine al vantaggio, l’Eibar con destro velenoso di Berjon ben neutralizzato da Iraizoz, l’Athletic con una punizione di Susaeta che termina sopra la traversa.

La ripresa si apre con una grande azione dell’Eibar sull’asse Piovaccari – Berjon, con quest’ultimo bravo a colpire il pallone di tacco, ma non altrettanto a trovare la rete (48′). Pochi istanti dopo, a seguito di un’ottima sortita della squadra di casa, Borja Viguera, su sponda di Aduriz, non trova la porta da pochi passi sciupando una grande occasione (51′). Con l’intento di aggiungere più qualità al reparto offensivo, Valverde manda in campo Ibai Gomez (al rientro dopo l’infortunio) al posto di un impalpabile Viguera e al 60′ i rojiblancos vanno nuovamente vicino al vantaggio, questa volta con un sinistro al volo di Aduritz che trova la pronta risposta di Irureta. Anche l’Eibar rivoluziona la squadra, rilevando Piovaccari ed inserendo Ángel Rodriguez. A seguito di una palla persa a centrocampo dai baschi di Bilbao, gli Armeros ripartono in contropiede, ma sprecano una grande occasione con Capa, il quale, invece di servire proprio Rodriguez, cerca la gloria con una conclusione che termina alta (63′). Solita girandola di cambi nel finale: dentro De Marcos e fuori Iraola per l’Athletic, via Berjon – il migliore tra i suoi – e Arruambarrena per gli ospiti, dentro Abraham e Lara (80′). Le battute finali si concludono con un incessante, ma sterile, assedio della squadra di Valverde, le cui sortite si infrangono contro il muro eretto dall‘Eibar, che porta a casa un ottimo punto e sale incredibilmente al settimo posto in classifica, continuando la favola iniziata con la vittoria contro la Real Sociedad. Per l’Athletic, invece, solita partita opaca e priva di spunti, dov’è finita la squadra che l’anno scorso faceva sognare il San Mamés? E’ possibile che la sola perdita di Herrera abbia portato un tale stravolgimento all’interno del gioco basco? Il problema è la mentalità, assolutamente da cambiare, altrimenti rischia di salutare la Liga per la prima volta nella storia.

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Romano, studente di Scienze Politiche alla Luiss. Ho collaborato con Goal.com, Sportcafè24 e granatissimi.com, ora scrivo per Football-Please, dove curo la rubrica Firms and Rivalries, e per l'Intellettuale Dissidente, dove ricopro il ruolo di caporedattore sportivo.

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