Uefa Youth League – Juve, basta il “black factor”. Malmo sconfitto al Piola

Allo stadio Silvio Piola di Vercelli (questa la sede scelta dalla Juve per le proprie partite casalinghe di Uefa Youth League) la Juve vince 2-0 contro gli svedesi del Malmo FF e mette in cascina i primi tre punti della campagna europea per le formazioni under19.

Un risultato che, tuttavia, non lascia intendere come la gara sia stata in realtà più equilibrata di quanto si aspettasse e i limiti dei bianconeri. Zero sprazzi di gioco, tanto possesso palla sterile, ed azioni nate solo da giocate individuali quanto fatto dalla Juve di Fabio Grosso, apparsa a lungo svogliata (emblematica la prova di Vitale, che a più riprese ha mostrato di essersi forse montato la testa per qualche allenamento con i grandi). Di contro, gli svedesi di Anders Palmer hanno spesso provato a giocare a calcio, per la verità con risultati abbastanza mediocri, dovuti ad un bagaglio tecnico e tattico ben inferiore. Ne è uscita così una partita a sprazzi di luce, accesi per la verità più da errori di qualcuno che da giocate di altri.

Ed è proprio da un grossolano errore degli svedesi che nasce il vantaggio bianconero al 23′: Onur Korhan gioca palla in orizzontale, sbagliando la misura del passaggio e permettendo agli italiani di partire in contropiede contro i due difensori centrali svedesi: è il greco Donis a pescare Soumah che con un preciso tocco di interno batte l’estremo difensore ospite. La Juve si ritrova così avanti, senza aver praticamente fatto nulla, ed anzi aver rischiato di andare sotto dopo un quarto d’ora, quando Hummet cercava il goal del secolo, mettendo col tacco di poco a lato un cross di Anton Kralj.

Il goal dà una piccola scossa agli italiani (si fa per dire: solo 7 su 18 sono nati nel Bel Paese. Si parla tanto di troppi stranieri nelle prime squadre, ma i nostri vivai ne sono altrettanto zeppi …) che sfruttano anche l’abbassamento di baricentro del Malmo per guadagnare la predominanza territoriale. Di azioni però non se ne contano, e nemmeno di conclusioni pericolose, con Mohlin chiamato a due semplici interventi su due tiri dalla distanza.

Nella ripresa la Juve si presenta in campo più propositiva: intorno al 60′ c’è l’occasione per chiudere la gara: nuovamente protagonista Donis, che fa partire da dentro l’area un violento traversone basso solo da spingere in rete, ma Soumah non ci arriva per un soffio. Il tempo passa, la Juve non si fa vedere dalle parti di Mohlin e gli svedesi prendono coraggio. Palmer manda nella mischia Simon Kralj al posto di un esausto Redzic, e proprio il giovane subentrato dà una scossa ai suoi. Il Malmo si sbilancia, ma non trova chance almeno fino all’83’: la Juve perde malamente palla in mezzo al campo e si fa trovare scoperta: Simon Kralj fa trenta metri palla al piede, poi scarica lateralmente per Hummet: l’attaccante calcia di potenza e trova la risposta di un super Audero, ch è poi decisivo anche sulla conseguente ribattuta di Brorsson. La Juve è in bambola, tre minuti dopo gli svedesi recuperano un altro pallone, smistato a sinistra nuovamente per Hummet che calcia a giro: palla che sbatte sul palo e arriva tra i piedi di Stagova: botta centrale, Audero si immola ancora in qualche modo.

Gli svedesi attaccano a pieno organico, concedendo inevitabilmente spazio agli italiani: Soumah al 91′ se ne va ad uno stremato Anton Kralj e costringe Mohlin alla parata. La sfera arriva ad Udoh che di testa appoggia nella porta sguarnita. 2-0 (immeritato), partita chiusa. C’è anche spazio per il tris, ma Sakor dall’altezza del rigore sciabatta male un pallone e lo spedisce metri lontano dalla porta, evitando agli ospiti un 3-0 che sarebbe stata ingiustizia ancor più grande.

IL MIGLIORE (JUVENTUS): EMIL AUDERO – Nei primi ottanta minuti gli svedesi non inquadrano mai la porta, poi nel finale diventa un tiro al bersaglio nel quale lui evita in tre occasioni il pareggio con tre interventi decisivi. Graziato dal palo su un tiro di Hummet.

IL PEGGIORE (JUVENTUS): RICCARDO DE BIASI – Terzino sinistro della formazione di Grosso, patisce per un tempo intero le discese di Redzic che lo salta ogni volta. Nella ripresa l’avversario non spinge più e quindi non vede più i sorci verdi, almeno fino all’ingresso di Simon Kralj che lo fa impazzire nuovamente. Offensivamente è inesistente, dietro un danno.

 

IL MIGLIORE (MALMO): ANTON KRALJ – Classe 1998, non può non essere notato: tra i tanti colossi in campo spicca lui che sarà alto appena 160 centimetri. Eppure, si sa, nella botte piccola sta il vino buono. Si colloca a fare il terzino sinistro, spinge bene (dai suoi piedi nascono diversi cross che però i compagni non sfruttano) e dietro regge in qualche modo alle offensive bianconere, mostrando buon senso della posizione. Esausto, nel recupero Soumah – fisicamente due volte lui – lo brucia di potenza nell’occasione del raddoppio.

IL PEGGIORE (MALMO): ONUR KORHAN – Il suo passaggio sconsiderato genera il vantaggio juventino. Un errore grossolano, una di quelle cose che sin dalla scuola calcio ti insegnano a non fare, che ne condiziona anche il proseguimento di gara, dove appare più volte in confusione.

 

TABELLINO:
Reti: 23′ A.Soumah, 90’+1 P.Udoh
Ammoniti: 9′ G.Stagova, 76′ Y.Severin, 84′ H.Cederholm

Juventus (4-3-3): E.Audero 7 – A.Roussos 6 – A.Varga 6 – Y.Severin 6 – R.De Biasi 5 – S.Pellini (cap.) 5,5 – R.Macek 6 (dal 69′ J.Hromada 5,5) – M.Vitale 5,5 (dal 54′ V.Sakor 5,5) – L.Clemenza 6 (dall’87’ P.Udoh 6,5) – A.Soumah 6,5 – A.Donis 6,5. A Disposizione: G.Volpe, F.Romagna, G.Kastanos, Y.Bnou Marzouk. Allenatore: Fabio Grosso.

Malmo FF (4-4-2): S.Mohlin 6 – T.Verngren 5,5 – H.Cederholm 5,5 – D.Hadzikadunic 6 – A.Kralj 7 – I.Redzic 6 (dal 69′ S.Kralj 6,5) – G.Stagova 5,5 – O.Korhan 5 (dal 61′ J.Brannefalk 6) – J.Blixt 5,5 – D.Hummet 6,5 – F.Brorsson 5,5. A disposizione: M.Johansson, V.Ringdahl, Z.Andersson, M.Andersson, E.Kjellker. Allenatore: Anders Palmer.

Fonte foto: pagina Facebook ufficiale Pro Vercelli

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Classe '94, piemontese di nascita, tra un esame universitario e l'altro segue il calcio alle temperature più improbabili, dalla Scandinavia alla vecchia terra degli Zar. Russofilo e (a breve) russofono, sogna di diventare direttore sportivo e di vivere a San Pietroburgo. Guai a disturbarlo quando gioca il Krasnodar: potrebbe uccidere.
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