Brasile-Olanda 0-3, Samba…paté: ai verde-oro resta solo la medaglia di legno

BRASILE-OLANDA 0-3 – L’inutile finale per il terzo posto, ribattezzata – non a torto – finalina, quest’anno assume, forse, un significato lievemente più importante, pur restando totalmente inutile e senza alcun senso logico. Il Brasile, infatti, deve riscattare la clamorosa debacle di Belo Horizonte, una macchia che una medaglia di bronzo non può cancellare, ma che, perlomeno, può leggermente lenire. Per l‘Olanda, invece, l’obiettivo è chiudere il Mondiale da imbattuta, ma Van Gaal stesso, alla vigilia del match di Brasilia, ha ammesso la totale inutilità della finale 3/4 posto,valutazione che ci trova totalmente d’accordo: il Mondiale non è un’Olimpiade e arrivare terzi non contribuisce ad alimentare nessun medagliere. Almeno in questo caso, la FIFA prenda esempio dall’UEFA, che non ha incluso questa gara nel programma degli Europei. Le formazioni. Scolari opta per un deciso turn-over e presenta ben sei novità rispetto alla disfatta contro i tedeschi; oltre al rientrante Thiago Silva, dentro Maxwell, Paulinho, Willian, Ramires e Jo. Solo due novità, invece, per l’Olanda, che schiera Clasie e de Guzman al posto degli acciaccati Sneijder e de Jong.

PRIMO TEMPO – Avvio da incubo per il Brasile. Al secondo minuto, Robben scappa sulla fascia destra e brucia in velocità Thiago Silva,  costretto a commettere fallo per bloccare il fuoriclasse del Bayern. L’arbitro concede il calcio di rigore a favore degli olandesi e ammonisce Thiago Silva, commettendo due gravi errori: il fallo da ultimo uomo (e quindi da cartellino rosso) del centrale del Psg, è commesso fuori dall’area di rigore. Sul dischetto si presenta Van Persie, che batte Julio Cesar e sblocca il risultato a favore degli arancioni. L’incubo di rivivere una sorta di “Mineirazo-bis“, si fa strada nelle menti dei tifosi brasiliani. La squadra di Scolari prova a scuotersi e crea qualche grattacapo alla difesa avversaria con qualche traversone dalla fascia sinistra. Ma al quarto d’ora, complice l’ennesima dormita colossale della difesa verde-oro, l’Olanda perviene al raddoppio grazie a Blind che, lasciato colpevolmente solo dalla retroguardia brasiliana, approfitta di un David Luiz non impeccabile (rimette di testa al centro dell’area , anziché deviare in corner) e mette alle spalle di Julio Cesar. Primo sussulto brasiliano, al ventesimo, con Oscar, autore di un tiro della media distanza, neutralizzato in presa bassa da Cillessen.

La squadra di casa si accende solo con qualche guizzo di Oscar e Maicon, ma dietro balla paurosamente. Alla mezz’ora, altra splendida azione di Robben che scarica per De Guzman, autore di un tiro che si perde alto sopra la traversa. Quattro giri di lancette ed è il Brasile a rendersi pericoloso, il cross di Oscar, però, viene deviato in corner da Wijnaldum prima che possa essere deviato in rete dagli avversari. La Seleçao insiste, ma il traversone di Oscar attraversa tutta l’area piccola Oranje senza essere deviato da nessun compagno di squadra. Gli olandesi si rifanno vivi al quarantesimo con Van Persie, che costringe Julio Cesar ad un difficile intervento. Nel finale di frazione, Vlaar non viene ammonito per un fallaccio commesso ai danni di Ramires, che guadagna un calcio di punizione da posizione invitante; dell’esecuzione si incarica Oscar, ma il tiro viene ribattuto dalla barriera olandese. Il primo tempo si chiude con l’Olanda in vantaggio di due reti e il Brasile sonoramente fischiato dal pubblico di Brasilia.

SECONDO TEMPO – Avvio di ripresa con una novità nelle fila brasiliane: fuori Luiz Gustavo, dentro Fernandinho. Avvio devastante di Robben, bravissimo a mettere in difficoltà la fragile retroguardia brasiliana. Non è casuale, quindi, che la prima occasione della ripresa capiti sui piedi del calciatore del Bayern, fermato – all’interno dell’area di rigore avversaria –  da un provvidenziale intervento in estirada di Thiago Silva. L’Olanda lascia l’iniziativa al Brasile, pronta eventualmente a colpire in contropiede. Al cinquantaseiesimo, Scolari opta per il secondo cambio, sostituendo l’abulico Paulinho con l’interista Hernanes. Sussulto verde-oro al sessantesimo con Ramires, bravo a crearsi lo spazio al limite dell’area di rigore, prima di lasciar partire un destro in diagonale fuori di poco alla destra di Cillessen. Il Brasile, spinto dal generoso pubblico locale, che tifa a squarciagola nonostante lo spettacolo poco edificante prodotto dai propri beniamini, imbastisce una reazione d’orgoglio e preme costantemente nella metà campo olandese, alla ricerca del gol che può riaprire il match.

Al sessantasettesimo, il Brasile si vede negato un calcio di rigore per un netto fallo commesso da Blind ai danni di Oscar; il difensore olandese, a causa del contatto violento con il ginocchio del trequartista brasiliano, è costretto ad abbandonare il terreno di gioco e a lasciare il posto a Janmaat. Pochi secondi e Scolari spende il terzo e ultimo cambio: esce un fischiatissimo Ramires, entra un applauditissimo (ma perché?)  Hulk. Il calciatore dello Zenit, al minuto settantaquattro, si fa notare per un ottimo spunto, chiuso con un tiro d’esterno sinistro che termina di poco a lato della porta difesa da Cillessen. Altro episodio dubbio in area di rigore brasiliana, ma l’arbitro non concede un (solare) penalty a favore degli olandesi, per un chiaro fallo commesso da Fernandinho ai danni di Robben. Ancora Olanda vicina al goal con Kuyt, che di testa sfiora la marcatura personale. L’appuntamento con il goal, però, è solo rimandato per gli uomini di Van Gaal. Allo scadere, infatti, l’Olanda cala il tris: Robben serve sulla fascia Janmaat che  mette in mezzo per Wijnaldum, bravo a battere Julio Cesar con un destro di prima intenzione.

Cala il sipario sul Mondiale dei padroni di casa. Partiti con la speranza, più che la certezza, di arrivare al Maracanà, gli uomini di Felipao strappano un quarto posto che, per quanto visto in campo, è finamai troppo generoso. Ma questa squadra, nomi alla mano, non vale neppure la simbolica “medaglia di legno”. D’altronde, questa – Neymar e Thiago Silva a parte – non è stata una generazione particolarmente ricca di talenti verde-oro. Tanti buoni giocatori, ma pochi veri e propri fuoriclasse. L’Olanda, in salsa un po’ catenacciara, chiude al terzo posto e da imbattuta. Il futuro dei Tulipani si preannuncia particolarmente radioso. Molti giovani promettenti e “vecchi” che, fra due anni, potranno dare ancora il loro prezioso contributo agli Europei francesi, dove, con ogni probabilità, l’Olanda contenderà  il titolo continentale a Francia, Spagna, Germania e Belgio. Da Van Gaal a Hiddink, la sostanza non cambia: l’Olanda, ne siamo certi, sarà ancora protagonista per almeno un quadriennio.

 

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