Brasile-Germania 1-7, è l’11 settembre del calcio

La Germania è la prima finalista del Mondiale. La serata di Belo Horizonte, però, va ben oltre il mero risultato sportivo, già di per sé importante: il calcio ha scritto la pagina più clamorosa e, per certi versi scioccante, della propria storia. Il Brasile, padrone di casa e assoluto favorito di questo Mondiale da sette anni, da quando fu ufficializzata la sede della fase finale, esce umiliato – o di più – dalla sfida contro i tedeschi. E’  la vittoria più importante e più bella della Germania, la sconfitta più dolorosa e più inaspettata del Brasile; più del celeberrimo “Maracanazo” del 1950, quella che provocò un dramma nazionale che sfociò addirittura in alcuni suicidi. Altra epoca, ma stasera la storia volta pagina, è l’11 settembre del “football”. Un terremoto. E’ la caduta più pesante dal 1920 per il Brasile, la semifinale con lo scarto maggiore nella storia dei Mondiali; e, tanto per confermare che a Belo Horizonte si è visto qualcosa di unico, Klose è diventato il calciatore ad aver segnato più reti nella Coppa del Mondo.

Le difficoltà per il Brasile erano note, inimmaginabile l’esito finale. Scolari deve fare a meno di Thiago Silva, squalificato, e Neymar il cui infortunio ha gettato nello sconforto un paese intero. Li sostituiscono Dante e Bernard, Felipao sceglie di non cambiare modulo rinunciando al terzo centrocampista centrale (Paulinho) e giocarsela a viso aperto. Il campo sarà giudice crudele. Low, con senno, ripropone Lahm terzino, Howedes di nuovo a sinistra; in avanti, un po’ a sorpresa, confermato Klose, Muller spostato a destra, Gotze in panchina.

Belo Horizonte canta l’inno col petto in fuori, Luiz (capitano) e Julio Cesar mantengono la maglia di Neymar, il grande assente. Tutto molto bello, anche il bel lancio di Luiz di 50 metri per Hulk e il sinistro di Marcelo che termina di poco a lato al 2′. Peccato che quello del neo-giocatore del Chelsea è l’unico lancio “azzeccato” dei 680 provati dalla retroguardia verdeoro nei primi 45 minuti e che il tiro del terzino è l’unico del Brasile col risultato ancora aperto. Perché dal 3′ va in scena il monologo tedesco. Come dei panzer, gli uomini di Low travolgono i padroni di casa già prima del vantaggio che arriva all’11’ per merito di Muller: l’uomo ovunque del Bayern, su angolo battuto dalla destra, si ritrova tutto solo – praticamente in area piccola – e ha il tempo di calciare al volo, di piatto, e battere Julio Cesar.Brazil v Germany: Semi Final - 2014 FIFA World Cup Brazil

Dai che ci riprendiamo, dice Scolari. Dai ragazzi, dai. Al 23′ Kroos serve Muller in area, si inserisce Klose che, ancora indisturbato, può tirare due volte di fronte all’ex portiere dell’Inter. La seconda è quella buona, 2-0 Germania. Dai ragazzi, dai. Un minuto dopo, Lahm crossa dalla destra, liscio di Muller, sul lato opposto appare Kroos che fulmina Julio Cesar sul primo palo con un preciso e potente esterno sinistro. 3-0. Due minuti dopo, è il 26′, Fernandinho perde palla a centrocampo (pressione spietata dei tedeschi), serie di tocchi infinita che porta alla conclusione a porta vuota ancora di Kroos. Stesso copione al 29′, col passaggio arretrato di Ozil che mette in condizione Khedira di calciare comodamente e segnare il 5-0. 5-0 al 29′. Un bimbo scoppia in lacrime, è probabilmente l’immagine più tenera di questa assurda serata. Scolari si siede in panchina. Già tanto che non abbandoni lo stadio.

La partita, come facile immaginare, finisce qui. La Germania limita al massimo tocchi e giocate di “sopraffino”, i ragazzi di Low stentano probabilmente a credere ai propri occhi. Il Mondiale, d’altronde, non finisce stasera e il ct già al riposo sostituisce Hummels. Fred è fischiatissimo e subisce i cori di scherno del pubblico brasiliano, i tedeschi quasi fanno fatica ad abbassare i ritmi. Al rientro in campo il Brasile cerca il gol d’onore: Neuer sceglie di partecipare alla festa e si erge a muro sulle conclusioni di Oscar e Paulinho. La Germania affonda con meno decisione, sì, ma è impossibile starsene immobili di fronte agli orrori della difesa di casa. Piovono gol, i teutonici arrivano a sette: merito della doppietta di Schurrle, particolarmente bello il secondo gol (il 7-0, 7-0, 7-0, 7-0) con un tiro al volo da posizione defilata. Difficile trovare parole che spieghino il momento, bisognerebbe essere fuoriclasse della penna. D’altronde senza Martellini al microfono, Italia-Germania ’82 al fischio finale avrebbe assunto un altro valore. Ozil, all’89’, spreca a tu per tu con Julio Cesar l’8-0, sul capovolgimento di fronte arriva il gol della bandiera di Oscar. Il più triste nella storia del Brasile. Scolari riunisce i suoi a centrocampo, Felipao non sarà più il ct della quinta stella, ma quello dell’umiliazione dell’8 luglio. Luiz, Oscar e tutti gli altri escono in lacrime. L’11 settembre del calcio si chiude così. Da domani, Brasile non sarà più sinonimo di calcio.

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Sono Alfonso Alfano, 32 anni, della provincia di Salerno ma da anni vivo in Spagna, a Madrid. Appassionato di sport (calcio, tennis, basket e motori in particolare), di tecnologia, divoratore di libri, adoro scrivere e cimentarmi in nuove avventure. Conto su svariate e importanti esperienze sul Web.

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