La rete di Lafita, quando mancava ormai un solo giro di lancette al termine della sfida tra Barcellona e Getafe, rappresenta lo specchio fedele dell’annata blaugrana, una stagione storta e da archiviare in fretta. Il Barcellona consegna definitivamente la Liga nelle mani dell’Atletico Madrid e aggrava la situazione del tecnico Gerardo Martino, la cui esperienza sulla panchina blaugrana sembra ormai giunta al capolinea. Lafita segna una doppietta e acciuffa due volte i padroni di casa, prima con una rete irregolare al 37’ del primo tempo e poi al secondo minuto di recupero con uno stacco imperioso di testa. Gli ospiti si sono rivelati squadra cinica e viva più che mai nella lotta salvezza. Le due reti di Lafita rappresentano, infatti, gli unici due spunti offensivi di una squadra che si era arresa senza l’onore delle armi al possesso palla blaugrana e agli acuti di Messi prima e Sanchez poi. La Pulce aveva aperto le marcature su assist di Dani Alves, giunto ormai al tretaseiesimo passaggio gol nei confronti del fenomeno argentino.
Nella ripresa Sanchez, sul risultato di parità, aveva centrato la traversa di testa al 53’, prima di trovare il bandolo della matassa al 67’, quando concludeva, con un violento destro dal centro dell’area di rigore, un’azione da lui stesso ben avviata. Il Getafe ha, però, avuto il merito di rimanere in linea di galleggiamento, almeno sotto il profilo del punteggio, e, quando tutto lasciava pensare ad una vittoria dei padroni di casa, nettamente in linea col pronostico, Lafita ha gettato nello sconforto il Camp Nou, sovrastando nello stacco aereo Bartra. La superiorità tecnica disarmante del Barcellona ci impone di non soffermarci sul tocco di braccio con cui Lafita si era aggiustato la sfera in occasione del primo pareggio. Il guardalinee aveva giustamente annullato la rete, ma José Texeira ha deciso di concederla. Poco importa, in un Camp Nou ancora sconvolto per la morte prematura di Tito Villanova fa festa soltanto il Getafe, che conquista un punticino fondamentale nella lotta per non retrocedere. A Barcellona è finito un ciclo e non sarà Martino a guidare la rivoluzione.