L’Olympique Marsiglia batte per 3 reti a 2 il Montpellier alla “Mosson” e rinasce al termine di una gara ricca di emozioni e significati simbolici, che presto potrebbero elevarla al ruolo di punto di partenza decisivo per un futuro all’altezza della storia e della tifoseria del sodalizio marsigliese. Rinascita che quasi certamente passerà attraverso la sapiente guida tecnica del “Loco” Marcelo Bielsa, presente sulle tribune della “Mosson”, al pari di Carlos Valderrama, che ha dato il calcio di inizio ideale alla gara. Il ritorno di Valderrama e la spinta decisiva della dea bendata sotto gli occhi di Bielsa sono segnali chiari dell’importanza simbolica di una gara che, ne siamo certi, farà a lungo parlare di sé.
Rispetto alla trasferta vittoriosa di Guingamp, Roland Courbis rivoluziona il suo centrocampo, rinunciando agli esterni Camara e Sanson, che si accomodano inizialmente in panchina per far spazio a Mounier e Deza. Davanti alla difesa il tecnico tifosissimo dell’OM ritrova Marveaux, assente per squalifica la scorsa settimana, ma deve fare a meno dell’infortunato Saihi. Tra le file dell’OM Anigo preferisce Valbuena e Cheyrou a Payet e Imbula.
In avvio di gara il Montpellier è molto aggressivo sulla trequarti, con Courbis che dalla panchina incita continuamente i suoi ad alzare il baricentro e a pressare in modo serrato il primo portatore di palla ospite, ma l’OM, superato il primo sbarramento, riesce a trovare ampi spazi per i pericolosissimi inserimenti senza palla dei trequartisti. Romao col suo dinamismo garantisce protezione alla difesa, ma in contropiede la velocità di Cabella e Deza mette in serio imbarazzo la macchinosa retroguardia ospite. Al 13’ Valbuena si libera ai trenta metri in posizione centrale, calcia violentemente verso la porta e la sua conclusione, centrale ma molto insidiosa a causa del rimbalzo irregolare del pallone, viene deviata in corner da Jourdren. Al 28’ Valbuena con un’insidiosissima punizione a rientrare trova la testa di Gignac, che costringe Jourdren al doppio intervento, il primo di puro istinto ma rivedibile, il secondo risolutivo, con una smanacciata in controtempo. Al 32’ Morel, dopo aver ricevuto due brutti colpi alla caviglia sinistra, è costretto ad abbandonare il campo e al suo posto entra il promettente Mendy. Gignac e Valbuena si cercano e si trovano anche negli spazi stretti al limite dell’area, trascinando in avanti con grande caparbietà la squadra e mettendo costantemente pressione alla difesa di casa. Proprio quando la prima frazione di gioco scivolava via in modo noioso, Valbuena tira fuori dal cilindro una magia, il colpo di genio frutto di una follia estemporanea. Sul passaggio impreciso e lungo di André Ayew il trequartista marsigliese si lancia in scivolata e ne viene fuori un pallonetto che supera senza appelli l’incredulo Jourdren.
Nella ripresa l’OM prende in mano immediatamente le redini del gioco e schiaccia i padroni di casa, che in contropiede, però, si rivelano subito letali. Al 48’, infatti, Cabella riceve palla spalle alla porta, dopo un gravissimo errore in disimpegno di Khalifa, e premia l’inserimento nello spazio di Niang, che vince un contrasto con N’Koulou, troppo morbido in questo frangente, e trova l’opposizione in uscita di Mandanda, ma la sfera finisce a Cabella e il trequartista, che a fine stagione andrà via al pari di Stambouli, non sbaglia con un tocco al volo a porta completamente sguarnita. La reazione dell’OM è inaspettatamente veemente, per quello a cui ci ha abituati la squadra di nell’ultimo periodo, e la gara si accende in un rapido rincorrersi di emozioni. Khalifa, ottimamente servito da Valbuena prima e Cheyrou dopo, mette alle corde i padroni di casa, ma vede le proprie conclusioni respinte miracolosamente da un Jourdren fin qui in grande spolvero e in modo fortunoso dal muro difensivo. Al 57’, però, l’OM torna meritamente in vantaggio, complice anche un erroraccio dell’estremo difensore di casa. Dja Djédjé scende sulla destra e mette in mezzo un pallone che attraversa tutta l’area di rigore, prima di essere calciato in modo non irresistibile da Gignac, abile, però, nel coordinarsi di prima intenzione col piatto destro, e di sfilare sotto le gambe di Jourdren.
L’OM mantiene il pallino del gioco e non rischia nulla contro un Montpellier smarrito, prima dell’ingresso in campo di Sanson, che spariglia le carte con la sua verve atletica sulla fascia destra e fa saltare il banco al minuto 79, quando ribadisce il pallone in rete a porta sguarnita sulla corta respinta di Mandanda. Ancora una volta lo zampino decisivo è di Cabella, abile nel dialogare al limite dell’area con Niang, incunearsi in mezzo a tre avversari e costringere al miracolo Mandanda, che sulla ribattuta di Sanson non può farci davvero nulla. Il pareggio scuote il Montpellier, che va vicinissimo al vantaggio con un colpo di testa di Hilton prima e con Niang poi. Ma il calcio, si sa, è impietoso e al 89’ Payet ammutolisce con una fortuna sfacciata la “Mosson”. Il trequartista marsigliese, subentrato a Valbuena , decide di mettersi in proprio: si invola centralmente verso l’area di rigore, calcia di destro e trova la rete della vittoria, complice la beffarda deviazione di Hilton, l’ex di turno. Sotto gli occhi di Bielsa e con tanta fortuna l’OM rinasce alla “Mosson”.