“Presi un pugno di sabbia e glielo porsi, scioccamente chiedendo un anno di vita per ogni granello;
mi scordai di chiedere che fossero anni di giovinezza”.
Ovidio
Quando un ragazzino di quasi 17 anni segna, in una partita di calcio ufficiale, ben 4 reti non può che essere già un fuoriclasse, un cucciolo di tigre dagli artigli già affilati come rasoi. E’ il caso di Trevor John Francis, classe 1954, uno degli attaccanti di calcio inglesi più forti di sempre. Faccia da schiaffi, animo intraprendente e guerriero dell’area Francis il 20 febbraio 1971 realizza contro il Bolton nella Second Division quattro gol che gli spalancano le porte del paradiso del calcio. Veste la maglia blues del Birmingham City per nove anni, dal 1969 al 1978, protetto dallo spirito di St. Andrew, lo stadio dove gioca e in circa trecento presenze si cuce sui tacchetti 118 marcature. Sono dieci anni notevoli pur senza successi né vittorie degne di un nome.
Niente male per un pischello di neppure vent’anni. Ma come Sant’Andrea fu “Il Primo Chiamato” da Gesù Cristo, Trevor lasciò le reti da pesca e si trasferì, per una spasmodica cifra di quasi un milione di sterline, al club del Nottingham Forest guidato dall’effervescente allenatore Brian Clough. “Vi farò pescatori di uomini”. Con i biancorossi Trevor vinse tutto quello che un calciatore sogna di vincere fin da bambino. Con Viv Anderson (clicca qui per ricordare la sua storia), Lloyd, Robertson, Mcgovern e Shilton forma una nave marmorea che nessuna onda poteva scalfire. Nel 1979 ecco la prima Coppa dei Campioni, la terza di fila per una squadra inglese dopo le due precedenti vinte dal Liverpool di Paisley. Il 30 maggio all’Olimpico di Monaco di Baviera contro il Malmoe, Trevor realizza il gol della vittoria allo scadere del primo tempo di gioco con un colpo di testa che si stampa appena sotto la traversa grazie ad un cross micidiale dalla sinistra di Robertson.
Francis a 25 anni alza la Coppa più importante, l’ancora più prestigiosa, lui pescatore di gol, Capitan Nemo della Manica che con le sue cavalcate fa sognare i tifosi inglesi dei Reds. E se fosse solo un sogno? No perché il grande Clough trasporta i suoi seguaci verso un altro vittoria europa che si concretizza l’anno successivo con un’altra Coppa dei Campioni, la seconda consecutiva come il Real Madrid, il Benfica, l’Inter, l’Ajax, il Bayern di Monaco e il Liverpool. Questa volta Trevor non partecipa alla finale di Madrid contro l’Amburgo di Magath e del compatriota Keegan (28 maggio 1980) a causa di un brutto infortunio ma è in campo col cuore assieme alla mano celeste di St.Andrew.
Un veloce gol di Robertson chiude i conti già al 19esimo del primo tempo. Il Forest è sul tetto del mondo e diventa la squadra più famosa di tutta Europa. I due anni di Trevor sotto l’ala protettrice di Clough gli offrono il lasciapassare per mondiali del 1982, dopo una breve parentesi al Manchester City nello stesso anno. Francis “il virile”, l’uomo di Plymouth della contea di Devon dal piede leggiadro e benedetto dal Protocletos partecipa a Spagna ’82 con la nazionale inglese. Realizza due reti nel girone 4 contro Cecoslovacchia e Kuwait ma la sua squadra si ferma nel Girone B dei Quarti di Finale dopo due pareggi inutili con Germania e Spagna.
Il fervido vivaio inglese uscì a testa bassa dal mondiale, non promettendo i positivi pronostici per la competizione vinta poi dalla mitologica Italia di Bearzot. Ed a proposito di Italia, fu la nostra penisola la nuova patria calcistica di Francis che venne acquistato dalla Sampdoria per la gioia dei tifosi genovesi. La presenza di Trevor coi blucerchiati fu fondamentale perché creò le basi della acerba e primigenia Samp che, dopo una manciata di anni, vinse tutto. Nel 1985, assieme a giovanissimi fenomeni quali Mancini e Vialli, Trevor guidò i blucerchiati alla conquista della Coppa Italia, primo trofeo doriano in assoluto, Milan di Liedholm battuto sia all’andata (1-0) che al ritorno (2-1). Capocannoniere del torneo con 9 gol, Francis lasciò tra molti rimpianti Genova e le sue reti, si spostarono dal porto alla pianura. Fu l’Atalanta infatti la sua seconda ed ultima avventura in Italia ma i fasti del passato appaiono ormai lontani anni luce.
Dopo tanto vagare in mare, il peschereccio di Trevor medita di gettare l’ancora. Ma non ancora. Dall’Inghilterra all’Italia. Dall’Italia alla Scozia. Con gli scozzesi del Rangers conquista nel 1988 la Coppa di Lega battendo l’Aberdeen ai rigori. Dopo una parentesi infelice al QPR conclude gli ultimi quattro anni di carriera da attaccante con lo Sheffield Weds alzando un’ennesima coppa, quella di Lega Inglese nel ’91 contro il Manchester Utd.
Ed è forse questo il momento di gettare l’ancora per Trevor il virile. Nel ’94 appende le scarpette da Mercurio al chiodo, lascia le reti da pesca e decide di passare al timone da allenatore. Una carriera, la sua, sempre sul mare del calcio. Ma a differenza del Phlebas eliotiano, morto annegato in acqua, Trevor Francis non verrà inghiottito dal “gorgo profondo dell’oceano” perché riuscirà sempre a stare in superficie e lo farà più di tutti, più delle barche e degli scogli e più delle sirene. Non sarà come il Santiago di Hemingway, sarà invece l’uomo che, una volta giunto a riva, protetto nel suo viaggio dal Primo Chiamato, ha portato con la sua rete quel grande pesce marino, proteiforme come Tritone, che non è nient’altro che la storia del calcio.
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=QixZ5GyOhE4[/youtube]
grande trevor francis!!!