Messi e basta. Rivincita “opaca”per l’Albiceleste, il Cile recrimina e rischia il Mondiale

L’ “Albiceleste” vince ma non convince. La sfida contro il Cile, al “Monumental”, è la rivincita della finale persa lo scorso luglio nella “Copa America Centenario”, un déjà-vu dal sapore di “vendetta”, rivissuto soprattutto dal capitano argentino al minuto 16 del primo tempo. Per Leo, l’esito (fortunatamente) è completamente diverso. Rigore vincente e fondamentale in chiave qualificazione Mondiale Russo del prossimo anno. Unica nota positiva nella serata di Buenos Aires per il ct Bauza: i tre punti.

Infatti, l’Argentina rimane aggrappata al rigore messo a segno da Messi e viene messa sotto per quasi un’ora da un Cile sfortunato e soprattutto sprecone. Penalty a parte, la “Pulce” per una volta delude, sparito nella ripresa dopo il 58° sigillo in nazionale. Ma fanno anche peggio Aguero (sostituito da Banega al 58’) e Higuain, beccatosi un’ammonizione che (per la gioia dei tifosi juventini) lo costringerà a saltare la trasferta in Bolivia di martedì prossimo. Tanto da recriminare per la “Roja”, che a cinque giornate dal termine delle “Eliminatorias” scivola fori anche dalla zona ripescaggio (sesto) a quota 20 punti. Risalgono invece i padroni di casa, adesso terzi con 22 punti, uno in meno dell’ Uruguay e uno in più della Colombia.

“Abbiamo sofferto, è vero, ma vincere era l’unica cosa che contava”, parole di un ct, quello argentino, molto teso a fine partita. In effetti i bianco-celesti, a parte l’avvio incoraggiante, hanno rischiato e non poco. Il pubblico del “Antonio Vespucio Liberti” trema dopo appena 7’ per un gol annullato a Fuenzalida (fuorigioco millimetrico), ma l’atteggiamento di Mascherano e compagni lascia ben sperare, complice un Di Maria capace di sfiorare il vantaggio al 14’ (morbido pallonetto sventato da Claudio Bravo) e, nemmeno un minuto dopo, d’indurre in errore l’arbitro accentuando un lieve contatto in area con Fuenzalida: rigore e vantaggio argentino grazie a Messi, abile a spiazzare l’ex compagno al Barça con un sinistro potente e angolato. Peccato però che, una volta avanti, l’Argentina abbia spento l’interruttore, pensando esclusivamente a ripiegare e lasciando il pallino del gioco a Sanchez e compagni.

Nonostante l’Argentina sia riuscita a divorarsi per due volte il colpo del ko con un clamoroso errore sotto porta di Rojo (45’) e un sinistro del “diez” finito alle stelle (62’), il Cile ha dominato per gran parte dei 90 minuti, creando il maggior numero di occasioni nella ripresa, compreso un rigore reclamato da Aranguiz per un pestone del nuovo entrato Musacchio. Particolarmente sfortunato invece Alexis Sanchez, che al 65’ ha colto in pieno la traversa con una punizione dal limite dell’area. Prontissimo invece Romero nel negare un minuto dopo il gol al nuovo entrato Castillo, autore al 79’ dell’ultimo “spreco” della serata su cross a centro area di Beausejour: tap-in a un metro dalla porta avversaria e palla incredibilmente fuori, ultimo brivido per un’Argentina spenta e senza idee, a cui a conti fatti è andata fin troppo bene.

Mille dubbi ed emergenza totale per il prossimo, insidioso impegno di martedì prossimo. Ai 3.600 metri di La Paz, contro la Bolivia, oltre a Mercado (sostituito ieri sera per un brutto infortunio), mancheranno anche gli squalificati Mascherano, Higuain, Biglia e Otamendi. Il Cile invece, che sarà impegnato in casa contro il Venezuela, ritroverà Vidal per andare a caccia di tre punti vitali in ottica qualificazione.

CLASSIFICA E PROSSIMO TURNO — Brasile 30, Uruguay 23, Argentina 22, Colombia 21, Ecuador 20, Cile 20, Paraguay 18, Perù 15, Bolivia 7, Venezuela 6. Martedì prossimo (14° giornata): Bolivia-Argentina, Ecuador-Colombia, Cile-Venezuela, Brasile-Paraguay e Perù-Uruguay.

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Studente e studioso, giornalista per passione, amante incondizionato del calcio estero, in particolare quello sudamericano, nello specifico quello argentino ("Millonarios"da sempre!) Buddista della corrente "Nichireniana", sono un appassionato della filosofia orientale, in particolare di quella giapponese. Una frase da ricordare sempre: "Nessuna notte è così lunga da impedire al sole di risorgere"

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