ESCLUSIVA TCE – Andrea De Pauli (Bein Sport Spagna)[Parte 2 di 2]: “La differenza tra Italia-Spagna sono i risultati europei. Sampaoli non è come lo descrivono! Sacristan, innovazione del calcio blaugrana. Nella Liga la spunta..”

Nella seconda parte dell’intervista esclusiva realizzata ad Andrea De Pauli, di BeIN Sports Spagna, ci soffermiamo più nel dettaglio sulla Liga e sulle sue sorprese e delusioni, confrontandola al nostro campionato.

Parlando di Liga e valutando nel complesso la classifica e l’andamento, la Serie A è un campionato inferiore?

“Secondo me la Serie A ha cambiato direzione, nel senso che le squadre di alta classifica stanno dando segnali importanti. Più che per la vetta, oltre allo strapotere Juve anche la Roma mi sembra una grande squadra dopo un anno di Spalletti, con il Napoli che ha meno alternative ma non è da meno. E’ triste che ci sia questa grandissima differenza in fondo alla classifica, dove si è creato questo limbo dove nessuno ha degli obiettivi. Per quanto riguarda la Liga, la situazione sembrava similare prima che il Granada non iniziasse a vincere delle partite, con il Deportivo che, pur essendo una squadra con un bel gioco con Garritano, che a me piaceva molto, ha rallentato insieme al Leganès. Diciamo che adesso cinque squadre son coinvolte, non valutando l’Osasuna che sembra spacciato pur avendo cambiato più volte l’allenatore. In alto di strapotere non ce n’è. Io mi concentrerei sui risultati in Europa, dove la Spagna ha fatto incetta sia di Champions che in Europa League, un vero e proprio monopolio. Hanno diverse squadre competitive, ecco dove la Serie A è indietro. Io mi aspetto tanto quando torneranno le milanesi!” 

Il Siviglia può essere l’Atletico Madrid di qualche anno fa?

“Si, ma con le dovute differenze. La filosofia è diversa, con Simeone che giocava comunque in un modo spesso simile: una squadra combattiva, gagliarda, che aveva in Diego Costa l’uomo simbolo di quell’anno che impersonava la squadra. Il Siviglia è una squadra strana, perché la figura e la fama che i media hanno costruito su Sampaoli è molto diversa da quello vero: molti lo considerano un Bielsa, o un Guardiola, ma lui sa alternare un gioco divertente a palloni lunghi e contropiede. Cambia anche la difesa da tre a quattro e i suoi giocatori gli permettono di cambiare tattica in corso. Lo vedo molto italiano e a me piace molto. Spero possa inserirsi e vivacizzare il duopolio Madrid-Barcellona.” 

Tra le cosiddette outsider, qual’è quella che non ti saresti aspettata in lotta per l’Europa? 

“Innanzitutto la Real Sociedad di Eusebio Sacristan, che sta facendo realmente qualcosa di straordinario. Lui poi è un personaggio interessante: si è abbeverato alla fonte Johann Cruyff in contemporanea con Guardiola, non è un personaggio post guardioliano, non ha imparato da Guardiola insomma. Potrebbe dare un’evoluzione distinta a questa filosofia. La Sociedad, con il tipo di rosa che ha, farebbe qualcosa di eccezionale piazzandosi davanti a Villareal e Bilbao. L’altra è l’Eibar, che potrebbe sembrare una squadra in lotta per la retrocessione ma che invece ha tanta qualità. Una bella rosa, non molti nomi ma comunque giocatori di livello, con questo Pedro Leon che con Mendilibar da il massimo. Il Villareal mi piace ma è discontinuo, con Fran Escribà che si è adattato ai giocatori ed al modulo che già c’era prima. Il Bilbao è sempre lì, anche se da due anni fa realmente pochissimo mercato perché giocatori baschi che migliorino la rosa non ce ne sono.Hanno inserito giusto un paio di giovani dalla cantera.”

Per concludere, secondo te chi vince la Liga?

“Per me il Barcellona, nel senso che il Real Madrid rischia di pagare il Mondiale per Club che costò caro anche ad Ancelotti. A centrocampo Zidane ha avuto un sacco di infortuni, tra cui Modric e Casemiro, e non ha potuto fare turnover la squadra come avrebbe voluto. I blancos poi sono una squadra che quando ha i tre a disposizione, la BBC per intenderci, embra essersi “imborghesita”, proprio perché questi aiutano meno la squadra. Per assurdo sembrano giocar meglio quando manca uno di questi tre, perché così ci sono almeno 8 giocatori di campo a farsi il mazzo. Il Barcellona ha avuto la notizia dell’addio di Luis Enrique e potrebbe essere agevolato dal rilassamento dell’ambiente, con il periodo peggiore che secondo me è stato già abbondantemente attraversato. I blaugrana apparevano sottotono quando strapparono, per esempio, la qualificazione in Copa del Rey all’Atletico di Madrid che, a sua volta, non era in un grandissimo periodo. Il Barcellona è in dinamica ascendente.”

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