Europa League, Girone K: imbarazzante ko dell’Inter, grande avvio dei Saints

inter-hapoel

Doveva essere la partita più facile del girone, in casa contro l’Hapoel Beer Sheva, ma per l’Inter si trasforma in un incubo. Completamente alla mercé degli avversari, la squadra di De Boer cede addirittura 0-2, mentre a Southampton la squadra di casa liquida con inaspettata facilità un troppo arrendevole Sparta Praga.

Inter-Hapoel Beer Sheva 0-2

Risultato stretto per quanto si è visto in campo e cioè una sola squadra a dominare in lungo ed in largo per almeno 80 minuti di partita, salvo indietreggiare nel finale. L’Inter d’altra parte schiera un undici titolare che dire “infarcito di seconde linee” è un eufemismo. Oramai assuefatti all’eterna mancanza di terzini degni di nota, non sorprende la scelta di D’ambrosio e Nagatomo sulle fasce, ma Ranocchia al centro (ancora lui), Melo e Medel insieme in mediana e un tridente composto da tre elementi in evidente fase calante di carriera come Palacio, Eder e Biabiany sono effettivamente troppo per poter sperare in un buon risultato nell’esordio europeo. A centrocampo De Boer prova a dare qualità con Brozovic, ma il croato davanti alla difesa non è a proprio agio, così come gli unici titolari fissi Murillo e Handanovic nulla possono di fronte alla valanga israeliana. Dopo un primo tempo chiuso col sospiro di sollievo di essere ancora in partita sullo 0-0, i nerazzurri ricorrono all’innesto di Banega, proprio per l’evanescente Brozovic, per tentare di dare brio alla manovra, ma capitolano ben presto sotto i colpi degli ospiti, tutt’altro che chetati dalla pausa di metà gara. Miguel Vitor, difensore centrale in proiezione offensiva, al 54′ e Buzaglo su calcio di punizione al 69′ rendono drammatica la serata di San Siro e a nulla vale il tentativo di rianimazione del tecnico olandese con l’inserimento di Candreva prima e Icardi poi. Alla fine, il timido arrembaggio interista viene respinto agevolmente e l’ultima grande occasione capita addirittura all’Hapoel, sui piedi di uno scatenato Bitton che scende sulla destra, converge al centro e scaglia un portentoso sinistro sulla traversa. Peggio di così non poteva andare, ora l’Inter se la deve giocare con le squadre più accreditate per la lotta qualificazione, vale a dire Sparta Praga e Southampton.

Southampton-Sparta Praga 3-0

Verrebbe da dire “finalmente!”. I Saints vincono e convincono all’esordio in un girone europeo, dopo un avvio in Premier a dir poco stentato. La squadra di Puel, dopo l’addio in panchina di Koeman che aveva battuto per due anni consecutivi il record di punti del team, e dopo le cessioni importanti di Wanyama, Pellè e Mané, si è ritrovata senza punti di riferimento in questo avvio di nuova stagione e le difficoltà si sono notate in campionato. Non in Europa League. Forse, però, dipende anche dall’avversario: lo Sparta Praga visto stasera è davvero poca cosa. A parte il discorso prettamente tecnico, la squadra di Ščasný è apparsa troppo remissiva dal punto di vista caratteriale. Certo, partire 0-1 dopo 5 minuti per un rigore contro non è facile, ma da quel momento in poi i cechi non sono stati minimamente in grado di cambiare l’inerzia di un match che si è giocato quasi esclusivamente in una sola metà campo. Charlie Austin, dopo aver bisticciato con Tadic per la battuta dagli undici metri valsa il vantaggio, raddoppia di testa su cross di Martina intorno alla mezz’ora del primo tempo, mettendo già in cassaforte i tre punti. Il secondo tempo è una formalità e nel finale arriva anche il terzo gol in contropiede firmato dal redivivo Jay Rodriguez. Ora lo Sparta Praga dovrà rifarsi necessariamente facendo risultato contro l’Inter, mentre il Southampton si gioca già una buona chance di qualificazione in trasferta con l’Hapoel Beer Sheva.

Europa League, Girone K: Prima giornata

Inter-Hapoel Beer Sheva 0-2 (54′ Miguel Vitor, 69′ Buzaglo)

Southampton-Sparta Praga 3-0 (5′ rig. Austin, 27′ Austin, 92′ Jay Rodriguez)

Classifica: Southampton, Hapoel Beer Sheva 3, Inter, Sparta Praga 0

About Luca Petrelli 157 Articoli
Cresciuto a pane e telecronache delle proprie partite con le figurine Panini sul campo di Subbuteo, sviluppa una passione viscerale per il calcio, che si trasforma presto in autentica dipendenza. Da sempre dalla parte degli underdog, non scambierebbe mai 1000 vittorie da cowboy con un unico grande successo indiano sul Little Bighorn. Tra una partita e l'altra, trova il tempo per laurearsi in economia, Tuttocalcioestero gli offre l'occasione per trarre finalmente qualcosa di buono dalla sua "malattia" per il pallone, strizzando l'occhio al sogno nel cassetto del giornalismo di professione.

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