TCE presenta la Champions League 2016 – 2017 (Parte 1)

champions league

GRUPPO A

PSG: Rimasti orfani di Zlatan Ibrahimovic, i parigini ritentano l’assalto all’Europa con la solita corazzata imbastita grazie alle profonde tasche dello sceicco. Vero, Ibra non hai mai lasciato segni particolari in Champions League, ma senza lo svedese, che lo scorso anno ha vissuto una seconda giovinezza all’ombra della Tour Eiffel, le chance di alzare l’ambito trofeo sembrano essersi abbassate per i francesi, che oltretutto stanno faticando non poco anche in patria, dove l’avvio di stagione non è stato certo dei più esaltanti. Il mercato ha portato parecchie novità in squadra dove i nuovi arrivi, Krychowiak e Ben Harfa su tutti, serviranno a coprire le lacune evidenziate in passato. Il fatto che poi la proprietà abbia voluto puntare su Unay Emery, re di Coppe con il Siviglia, la dice lunga sulle ambizioni europee del club parigino, visto il curriculum continentale di tutto rispetto dell’allenatore. Il PSG resta dunque a nostro avviso, la prima forza di un girone abbastanza accomodante, anche se resta da sfatare il tabù dei quarti di finale, ostacolo insormontabile negli ultimi 4 anni, ovvero da quando la squadra della Capitale è tornata in Champions. L’uomo di punta, senza più Ibra, è senza dubbio Edinson Cavani, chiamato a non far rimpiangere l’ingombrante ex compagno di reparto.

ARSENAL: Una completa disamina della campagna europea dell’Arsenal è una vera e propria impresa, visto che i Gunners si presentano alla propria 19esima Champions League consecutiva con diversi punti interrogativi. I primi arrivano dal mercato dove, dopo un’estate passata a inseguire praticamente chiunque, gli unici arrivi non hanno certo infiammato i tifosi. Perché, parliamoci chiaro, Mustafi, Xhaka e Lucas Perez sono buonissimi giocatori, ma non sono innesti in grado di far fare il salto di qualità in Europa ai londinesi, che comunque dovrebbero passare senza problemi il girone. E qui iniziano i guai, visto che gli ottavi di finale sono diventati una vera e propria maledizione per  il buon Arsene Wenger, da ormai sei anni costretto a rimanere fuori dalle migliori otto della competizione anche se, a onor del vero, non è mai stato troppo fortunato in fase di sorteggio. L’uomo in più per i Gunners non sarà tanto Alexis Sanchez, quanto più Mesut Ozil: se gira lui, gira la squadra e se non lo fa il rischio del capitombolo potrebbe essere più concreto che mai. Il passaggio del girone non dovrebbe essere a rischio, ma, come detto, saranno gli ottavi di finale la vera cartina tornasole della squadra londinese.

BASILEA: Gli svizzeri tornano alla fase a gironi di Champions League dopo un anno sabbatico e vorrebbero festeggiare regalandosi quell’ottavo di finale conquistato anche due anni fa e perso contro un modesto Porto. L’obiettivo è quantomeno utopico visto che Psg e Arsenal partono con tutti i favori del pronostico, ma sognare non costa nulla. La squadra non ha subito grossi sconvolgimenti, anche se la cessione del miglior giocatore, quel Brees Embalo passato allo Schalke 04 in estate, potrebbe rivelarsi un cambiamento molto pesante all’interno dei meccanismi tattici. Al suo posto è comunque arrivato un giocatore molto interessante dal campionato norvegese, Mohamed Elyounoussi, 22enne in rampa di lancio dopo una grande stagione in maglia Molde e destinato a grandi cose. Se ne sono poi andati anche due senatori come Samuel e Degen, che comunque una grande impronta a livello umano (oltre che tecnico nonostante l’età) l’hanno saputa lasciare nello spogliatoio. In avanti spazio anche al redivivo Seydou Doumbia, che in Champions, specialmente con il Cska Mosca, ha sempre fatto egregiamente la propria parte siglando 16 gol in 23 presenze. Onestamente non nutriamo grandi speranze per gli svizzeri, ma in passato hanno saputo far saltare il banco in più di un’occasione (a Manchester ne sanno qualcosa) e per questo meritano di essere tenuti d’occhio, specialmente tra le mura amiche del Sant Jakob Park.

LUDOGORETS: Inutile nascondere che stiamo parlando della “squadra-materasso” del girone. I bulgari si sono qualificati per il secondo anno in Champions League (record nazionale) dopo aver superato tre turni di qualificazione, regolando nell’ordine i modestissimi montenegrini del Mladost Podgorica, la Stella Rossa di Belgrado e il deludente Viktoria Plzen. Due anni fa, i biancoverdi, nel girone vennero surclassati da Real Madrid e Liverpool (segnò persino Balotelli e questo dice tutto…), conquistando tre punti proprio contro il Basilea: difficile fare meglio anche quest’anno, anche se le trasferte nella non proprio ridente Razgrad potrebbero creare qualche grattacapo in più del previsto per le avversarie. Per quanto riguarda l’organico c’è poco da segnalare, se non la colonia brasiliana (sette in totale in rosa) nella quale figura anche quel Campanharo passato anche da Firenze e Verona. In avanti la squadra di Georgi Dermendziev può contare su Wanderson e il rumeno Keseru, le vere stelle della squadra chiamati a guidare i compagni in una onorevole campagna europea.

IL PRONOSTICO: La lotta per il primo posto sarà una questione sull’asse Parigi-Londra tra il Psg e l’Arsenal; il Basilea potrebbe approfittarne e inserirsi alla caccia di un secondo posto che saprebbe di miracolo, anche se l’accesso all’Europa League resta l’obiettivo più accessibile. Zero o quasi le possibilità di dire la propria per il Ludogorets, a cui comunque basterebbe ottenere almeno una vittoria per onorare al meglio la propria presenza.

 

GRUPPO B

BENFICA: In fase di sorteggio è stata presentata come una delle teste di serie più morbide dell’intero seed. In confronto agli altri top club europei lo è sicuramente, ma non bisogna cadere nell’errore di sottovalutare la squadra di Rui Vitoria, estremamente compatta e coriacea, capace di giocarsela a viso aperto contro chiunque, come dimostrano i quarti di finale dello scorso anno contro il Bayern Monaco. Nell’ultimo decennio, le Aguias di Lisbona, non hanno vissuto grandi soddisfazioni in Champions League, dove spesso e volentieri si sono fermati già ai gironi eliminatori, ottenendo però grandi soddisfazioni però in Europa League, dove però le due finali perse negli ultimi anni contro Chelsea e Siviglia scottano ancora parecchio. Il nucleo della squadra è rimasto pressoché intatto rispetto allo scorso anno, anche se gli addii dei perni del centrocampo Nico Gaitan e Renato Sanches potrebbero rivelarsi ben più difficili del previsto da digerire. La difesa sarà come sempre guidata da due gladiatori dal grande trascorso internazionale, Julio Cesar e il capitano Luisao, mentre davanti il peso dell’attacco sarà sostenuto da due bocche da fuoco micidiali come Jonas (reduce da una stagione strepitosa) e Mitroglu, uno che la porta la sa trovare eccome.

NAPOLI: Il Napoli torna nell’Europa che conta dopo due anni di assenza, complice anche l’eliminazione ai playoff dello scorso anno patita contro l’Atlethic Bilbao. L’addio di un giocatore come Gonzalo Higuain pesa come un macigno sulle velleità della squadra di Maurizio Sarri che, grazie anche a un girone ampiamente alla propria portata, vuole riportare i partenopei a quegli ottavi finale che mancano dal 2012, quando fu il Chelsea di Di Matteo (poi vittorioso nella finale di Monaco di Baviera) a estromettere il Napoli dalla competizione con un sonoro 4 a 1 allo Stamford Bridge. Il passaggio del turno sembra essere una formalità, ma sottovalutare le avversarie potrebbe rivelarsi fatale, col rischio di subire una delusione ancor più cocente di tre anni fa. I fari saranno puntati ovviamente sul reparto avanzato, dove Arkadiusz Milik sarà chiamato a raccogliere l’eredità del Pipita Higuain: obiettivamente sarà difficile fare meglio del predecessore, ma il polacco può contare sulla ritrovata vena realizzativa di Callejon e Mertens insieme al talento di Insigne e del capitano Hamsik, chiamato a una maggiore continuità anche nelle partite che contano.

DINAMO KIEV: Gli ucraini sono alla sedicesima partecipazione alla fase a gironi di Champions League, dove spesso e volentieri si sono alternati con i rivali dello Schaktar Donetsk. Il risultato più importante a livello europeo rimane la vittoria nella Coppa delle Coppe nel lontano 1986, ma lo scorso anno hanno ottenuto importanti risultati anche nella massima competizione continentale, conquistando per la prima volta da quando esiste il nuovo formato l’accesso agli ottavi di finale nonostante un girone complicato con Chelsea e Porto. Ripetersi sarà difficile, se non improbabile visto che, oltre a vincere le proprie gare, bisognerà sperare in qualche passo falso delle contendenti, che sicuramente partono avvantaggiate nella rincorsa al pass verso il turno a eliminazione diretta. La rosa della Dinamo è alquanto modesta, nonostante il tentativo nel recente passato di imbastire una squadra di tutto rispetto per poter competere anche in Europa: il giocatore più rappresentativo della squadra di Rebrov è certamente Andrij Yarmolenko che, senza il compagno di reparto Mbokani tornato in Premier League, sarà chiamato a sostenere il peso dell’attacco praticamente da solo.

BESIKTAS: Grande ritorno per le Aquile Nere in Champions League, dove l’ultima presenza risale ormai al 2009-2010. Negli ultimi anni la società ha investito molto sul mercato al fine di poter tornare a competere ad alti livelli sia in patria, dove dopo un digiuno di sei anni i bianconeri hanno finalmente ritrovato la vittoria finale, che nell’Europa che conta nonostante i buoni risultati ottenuti nel recente passato in Europa League. In estate sono arrivati tanti innesti, da Gokhan Inler alla meteora interista Caner Erkin, ma nessuno di grande valore internazionale, ad esclusione forse dell’ex Barcellona Adriano; per giunta i due giocatori più importanti della scorsa stagione, Jose Sosa e Mario Gomez, hanno fatto le valigie e sono finiti all’estero dopo aver trascinato i compagni verso l’Olimpo. Alla corte di mister Senol Gunes è rimasto invece l’eroe di Francia 2016, Ricardo Quaresma, che in Turchia ha trovato nuova linfa dopo le deludenti esperienze con Inter e Chelsea. Oltre che al portoghese le attenzioni saranno rivolte anche al folletto Oguzhan Ozyakup, già perno della Nazionale di Terim nonostante la giovanissima età, e Cenk Tosun, bomber di razza già nel mirino di tanti club europei. A loro il compito di prendere per mano i compagni e trascinarli lungo il periglioso cammino di Champions League.

IL PRONOSTICO: Benfica e Napoli si contenderanno sino all’ultimo il primo posto nel girone, anche se i portoghesi probabilmente partono leggermente in vantaggio nei pronostici. Napoli che comunque dovrà stare attento alla insidiosa Dinamo Kiev, pronta a inserirsi nella lotta al secondo posto. Interessante comunque la sfida degli ucraini anche con il Besiktas, che punta a strappare quantomeno l’accesso ai trentaduesimi di Europa League conquistando il terzo posto nel girone.

 

GRUPPO C

BARCELLONA: La storia recente del Barcellona in ambito europeo è nota a tutti e senza dubbio i blaugrana si presentano ai nastri di partenza della Champions League con la chiara intenzione di riportare a casa il trofeo conquistato per l’ultima volta due anni fa nella notte di Berlino contro la Juventus. Per farlo dovrà guardarsi dall’agguerrita concorrenza, che quest’anno si fa ancora più spietata sin dalla fase a gironi, dove il Manchester City darà battaglia per il primo posto nel raggruppamento. Il mercato non ha portato i soliti grandi nomi (come se non ce ne fossero abbastanza in rosa), ma piuttosto tanti rincalzi di grande qualità tecnica, come Andrè Gomes, Lucas Digne, Paco Alcacer e Samuel Umtiti, tutti in grado di rimpiazzare gli uomini chiave della formazione titolare di Luis Enrique, che ha accantonato gli schemi dell’ex Guardiola optando per una manovra di gioco più verticale, senza però abbandonare l’ossessione per il possesso palla. Ovviamente le attenzioni delle rivali saranno rivolte a Lionel Messi, ma anche al fresco vincitore olimpico Neymar e il pistolero Luis Suarez, diventato subito un ingranaggio fondamentale nello scacchiere offensivo catalano e capace di segnare gol a grappoli nelle due prime stagioni in blaugrana (88 in 99 presenze totali).

MANCHESTER CITY: Dopo la semifinale agguantata lo scorso anno, a Manchester i tifosi sognano in grande anche grazie all’arrivo di un maestro tattico come Pep Guardiola, che a Barcellona ha riempito le bacheche a suon di trofei internazionali. Il City non vanta una grande tradizione in Europa, dove si è riaffacciata dopo anni di digiuno solamente dopo l’acquisizione del club da parte degli sceicchi, che hanno foraggiato le casse della società a suon di dollari. Ma che sicuramente non basta a conquistarsi un posto al sole in Champions League, come del resto insegna la storia. A Guardiola il compito di sfatare il mito e portare i Citizens nell’elite del calcio continentale esportando in Inghilterra un modello di calcio che aveva tanto fatto sognare i tifosi spagnoli ai tempi del Barcellona e che invece ha causato più di qualche mugugno in Baviera. La sessione estiva ha portato alla corte dell’allenatore altri pezzi da 90, tra cui il portiere Claudio Bravo, il giovane centrale John Stones, Leroy Sanè e il sorprendente Nolito, ma il vero ago della bilancia sarà sicuramente Sergio Aguero, leader di una squadra che comunque conta più di un gallo nel pollaio dell’Etihad Stadium. Il Kun vuole dimostrare di poter stare al piano di sopra insieme ai due marziani Messi e Ronaldo e, per questo motivo, darà tutto per portare i suoi a Cardiff per la finalissima.

BORUSSIA MÖNCHENGLADBACH: Seconda presenza consecutiva per la squadra della Renania che, dopo il quarto posto ottenuto lo scorso anno alle spalle di City, Juventus e Siviglia, punta quantomeno a strappare il pass per l’Europa League, visto che primo e secondo posto sembra soltanto una lotta già scritta. Il Borussia può definirsi tranquillamente la vera mina vagante del raggruppamento, che potrà causare qualche problema in più del previsto alle due big, andando a determinare le sorti dell’intero girone. I giocatori più rappresentativi sono senza dubbio Thorgan Hazard e Raffael, ovvero coloro che hanno garantito l’accesso all’Europa che conta ai tedeschi eliminando a suon di triplette i malcapitati svizzeri dello Young Boys: a loro il compito di tenere alta la concentrazione dei compagni, specie dopo la partenza del vero leader della squadra, Granit Xhaka, passato in estate all’Arsenal per una cifra monstre di 45 milioni. Occhi puntati anche su diversi giovani interessanti, tra cui spicca Mahmoud Dahoud, classe ’96 che ha già avuto la possibilità di mettersi in mostra lo scorso anno in Champions.

CELTIC GLASGOW: I cattolici di Glasgow tornano alla fase a gironi dopo tre anni di assenza e durante i quali la società ha voluto attuare una sorta di rivoluzione, ripartendo da un progetto tecnico affidato all’esperienza di mister Brendan Rodgers. Obiettivamente siamo ben lontani da quella squadra che aveva affascinato il panorama calcistico tra gli anni ’90 e i 2000 e nei quali militavano anche calciatori di un certo spessore e per questo motivo possiamo tranquillamente definire i bianco verdi la squadra cuscinetto del girone C. Attenzione però a darli già per spacciati, visto che il Celtic Park è una vera e propria bolgia in cui perdere punti preziosi è cosa assai facile se si parte con la presunzione di avere già la vittoria in tasca, come ben sa il Barcellona, sconfitto a Galsgow nel 2013 per 2 a 1 in barba a tutte le statistiche. Rodgers ha chiesto diverse pedine alla dirigenza questa estate ed è stato accontentato con la firma del veterano Kolo Tourè e del mai sbocciato Scott Sinclair, reduce da una stagione fallimentare all’Aston Villa, che affiancherà a centrocampo il pretoriano Scott Brown. Ma il vero colpo dell’estate si chiama Moussa Dembelè, gioiellino 19enne prelevato dal Fulham e strappato alla concorrenza europea.

IL PRONOSTICO: Il primo posto sembra già essere una lotta a due tra Barcellona e City, con i primi leggermente favoriti anche in virtù della tradizione europea catalana. Il Monchenglabach farà bene a non sottovalutare la concorrenza del Celtic per il terzo posto, con gli scozzesi che però cercheranno di onorare al meglio il proprio cammino europeo strappando punti a destra e a manca.

GRUPPO D

BAYERN MONACO: Inutile nascondersi, il Bayern si presenta ai nastri di partenza con l’obiettivo di riportare quella coppa già conquistata con il triplete nel 2013. Allora sulla panchina della squadra della Baviera c’era Jupp Heynckes, oggi Carlo Ancelotti, uno che porta in dote la bellezza di tre Champions conquistate da allenatore tra Milan e Real Madrid. La squadra non ha cambiato molto durante l’estate e Carletto ha già potuto avere un primo assaggio di una macchina già perfettamente collaudata, alla quale sono state aggiunte due pedine eccezionali: sulla bontà di Mats Hummels ci sono pochi dubbi, ma su quella dell’enfant prodige Renato Sanches ci sono da sciogliere ancora parecchie riserve. Insomma, qualità e quantità per arrivare fino in fondo dopo tre semifinali consecutive ce ne sono da vendere e per questo il Bayern si candida probabilmente come la favorita numero uno per la vittoria finale, forse ancor più delle due regine spagnole. La stella, tra le tante, della formazione della Baviera è ancora una volta Robert Lewandoski, che già negli anni scorsi ha dimostrato di avere un certo feeling con i più importanti palcoscenici d’Europa.

ATLETICO MADRID: Smaltita la delusione della finale di San Siro persa in primavera contro il Real Madrid, riparte la rincorsa degli uomini del Cholo Simeone alla conquista della Champions. L’Atletico si presenta come una delle squadre più ostiche del panorama calcistico europeo, tornata in auge negli ultimi anni dopo un lungo periodo di digiuno, patimenti e sfottò dei rivali cittadini, che ora guardano ai Colchoneros come una realtà ben più organizzata e temibile di quanto non lo fosse mai stata in passato. Il girone è sicuramente tra i più impegnativi dell’intera competizione, ma i madrileni hanno tutte le carte giuste per poter fare bene e, perché no, fare un belo sgambetto al Bayern Monaco come già accaduto un anno fa in semifinale. La società, infatti, è riuscita a trattenere al Vicente Calderon tutti i pezzi pregiati della propria rosa, aggiungendo altra qualità in con gli innesti di Sime Vrsaljko, Nico Gaitan e Kevin Gameiro, acquistato dal Siviglia in estate e a cui sono stati prestati i giovani Luciano Vietto e Matias Kranevitter per potersi fare le ossa. Il giocatore di maggior spessore rimane comunque le petit diable Antoine Griezmann, diventato nel giro di due anni un top player abito da mezza Europa: sarà proprio lui il leader tecnico della squadra e l’uomo in cui Simeone riverserà tutta la propria fiducia per poter arrivare ancora una volta fino in fondo.

PSV: Dopo la sorprendente cavalcata dello scorso anno fino agli ottavi di finale in cui furono poi estromessi proprio dall’Atletico Madrid, gli olandesi cercano conferme anche nell’imminente campagna europea. Difficile potersi riconfermare visto il girone decisamente impegnativo, ma se dodici mesi fa gli uomini di Cocu riuscirono a eliminare il Manchester United, non c’è ragione per cui l’impresa non possa essere bissata, anche se i fasti del passato sono ormai un lontano ricordo per la squadra di Eindhoven, incapace di imporsi in ambito europeo da decenni. L’obiettivo più verosimile rimane la qualificazione ai sedicesimi di Europa League per mezzo del terzo posto nel girone che, salvo miracoli del Rostov, non dovrebbe essere un problema da agguantare. Nello scacchiere tattico di Cocu ricopre un ruolo fondamentale l’attaccante Luuk De Jong, già capace lo scorso anno di trascinare i suoi alla vittoria del campionato a suon di gol e che invece aveva steccato in Champions, dove era riuscito a siglare solamente due reti. Intorno a lui pochi cambiamenti, con la coppia messicana Hector Moreno – Andre Guardado a guidare il centrocampo insieme all’interessante Davy Propper.

ROSTOV: La compagine russa è reduce da una stagione a dir poco strabiliante. Prima il secondo posto in campionato frutto di una eccezionale cavalcata stroncata solamente dalla corazzata rossa del Cska Mosca a poche giornate dal termine; poi un’estate stratosferica, con l’eliminazione nei preliminari di Champions League di Anderlecht e Ajax, letteralmente umiliati nel doppio confronto diretto. Per la debuttante però il sogno sembra già essere finito visto che la sorte ha voluto inserire i gialloblu nel girone della morte insieme a Bayern, Atletico Madrid e Psv: con squadre del genere davanti sarà molto difficile dire la propria da qui a dicembre, ma i Selmashi vogliono dimostrare di non essere in gita premio cercando di mettere il maggior numero di bastoni tra le ruote delle tre big. In vista del doppio impegno campionato – coppa, la dirigenza russa ha compiuto diversi cambiamenti in squadra, aggiungendo grosse novità specialmente in attacco, dove dal Rubin Kazan è arrivato il bomber iraniano Sardar Azmoun che, sebbene abbia solamente 20 anni e sia in rosa solo da qualche mese, può essere presentato come l’elemento di maggior spicco. In generale comunque il valore della squadra è piuttosto mediocre: la società stessa e i tifosi sono consci che il miracolo dello scorso anno non si ripeterà, ma in fondo sognare ancora un po’ non costa nulla.

IL PRONOSTICO: Bayern Monaco e Atletico Madrid lotteranno per il primo posto fin dal principio, visto che Psv e Rostov non sembrano assolutamente in grado di scalfire il dominio dei due top club. Il Psv non dovrebbe faticare a ipotecare il terzo posto, mentre il compito del Rostov sarà semplicemente quello di rendere il più onorevole possibile il proprio cammino europeo.

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