Pellè: la maglia azzurra è una seconda pelle

Pellè

Graziano Pellè quella maglia azzurra, sebbene la vesta solo da qualche anno, la sente sulla sua pelle. Pare che in Italia, in questo particolare momento storico, ci sia penuria di grandi talenti, specialmente nei reparti offensivi. E questo non fa che confermare quel cliché incomodo che mette a disagio ogni volta che lo sentiamo ripetere: l’Italia è una nazionale difensivista, che da sempre sforna grandi portieri e grandi difensori.

Poi arrivano i campionati Europei di Francia e Graziano diventa il centravanti titolare della nazionale. Le sue reti gli valgono il posto da titolare e a Euro2016 ripaga la fiducia di Antonio Conte con 3 reti, regalando il primato nel girone. Contro la Spagna, sebbene avesse ricevuto una forte contusione, aveva voluto stringere i denti. Zaza stava già facendo il riscaldamento quando Conte gli chiese: “Come stai?”; lui, Graziano aveva risposto: “Fa malissimo ma non me ne importa niente, voglio restare in campo”.

Mancava ancora una mezz’ora circa alla fine di quegli ottavi di finale contro quella nostra bestia nera che è la Spagna. E mai abnegazione fu più azzeccata perché da un rimpallo volante, proprio negli ultimi minuti, aveva schiaffato il pallone dentro con un destro al volo, in una maniera simile all’esordio col Belgio, scenica ed efficace: 2-0 e quarti di finale assicurati. La gioia di una nazione intera era esplosa in quel gol, affrancandosi finalmente dall’essere la vittima preferita delle furie rosse. A 30 anni trova così la sua affermazione internazionale, le sue foto circolano su FB, su Whatsapp, su Twitter e ovvio su Instagram.

Primi piani, lui che si allena a torso nudo: le ragazze che non masticano calcio ma solo social improvvisamente si sono accorte di lui. La sua fama in Italia, fino agli Europei, era scarsa, perché le sue migliori stagioni erano arrivate con la maturazione definitiva al Feyenoord prima e al Southampton poi. Dopo gli Europei è arrivata non solo la consacrazione nazionale, ma anche la celebrità internazionale.

Tutto ciò non ha fatto altro che alimentare la sua già elevata autostima: “Cristiano è carino, ma io sono un tantino più alto”, spiega Graziano. Si ispira a Zlatan Ibrahimovic (“o almeno provo ad assomigliargli”). A differenza dei due fuoriclasse però sulla pista da ballo è il numero uno: con le sorelle, dopo gli allenamenti ballava meglio di Tony Manero e all’età di 11 anni vinse perfino il titolo italiano di latino, liscio e standard in coppia con la sorella.

L’Italia è un paese di processi che ti esalta e ti critica in un battibaleno. Graziano Pellè, in seguitpo a quel goffo rigore in quei madeledetti quarti di finale contro la Germania, calciato dopo aver fatto il guascone al moschettiere Neuer, ha saputo rialzarsi. Lui è un tenace che lotta sempre per migliorarsi. Consapevole delle sue qualità, ha la giusta dose di umiltà che gli ha permesso di diventare il punto di riferimento offensivo della nazionale italiana. La sua ultima rete in ordine di tempo ha aperto le marcature nella prima partita di qualificazione ai Mondiali di Russia 2018, in trasferta contro Israele, raggiugendo a quota 9 reti con la maglia della nazionale.

E da qualche tempo a questa parte è più apprezzato addirittura di Marco Borriello, che ha detta di Bobo Vieri è il più bello di tutti.
Ma lui è appannaggio di Vicky Varga, modella di origini ungheresi che non passa mai inosservata, anche quando Pellè è sbarcato in Cina come una superstar.

Apprezzatissima sui social, perfetta per formare una coppia glamour, Viktoria Varga ha stregato un bomber di 1,95 cm come Graziano Pellè. L’unione della coppia ha regalato i momenti calcistici migliori a Graziano Pellè, che pare abbia trovato una certa stabilità con la modella. Bionda, occhi color nocciola e un fisico perfetto, con i selfie si dà da fare senza essere invadente. E Pellè, uomo del sud attento all’estetica lo apprezza.
A 31 anni, anche nel calcio, si possono ancora realizzare tanti sogni.

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