La sopresa del Gruppo E è l’Iralnda che batte l’Italia, si qualifica come migliore 3° e negli ottavi affronterà la Francia. Il Belgio batte la Svezia, si conferma 2° e agli ottavi se la vedrà contro l’Ungheria. L’Italia, con il 1° posto assicurato, disattende i progressi e perde l’imbattibilità.
Italia-Irlanda 0-1
Italia-Irlanda è una partita dal duplice significato: mentre gli azzurri, forti delle due vittorie ottenute nelle prime due partite del girone, sono già sicuri non solo della qualificazione ma anche del primo posto, i verdi devono ottenere obbligatoriamente una vittoria per superare il turno.
Conte si affida quindi ad un’alternanza marcata, confermando solo Bonucci, Barzagli e Florenzi rispetto alla gara con la Svezia. Il 3-5-2 ritorna quasi fosse il dogma della sua filosofia, tutta corsa e sacrificio. In molti non hanno capito l’azzardo di schierare Leonardo Bonucci, il nostro difensore più informa e ammonito nell’ultimo match, rischiando di perderlo per squalifica nella delicata sfida di lunedì prossimo contro i campioni in carica, le furie rosse di Del Bosque. Gli irlandesi invece si presentano con un 4-4-1-1, con Murphy a sostegno dell’unica punta Long.
Antonio Conte aveva avvertito un’atmosfera troppo rilassata, un appagamento che avrebbe contagiato coloro che sarebbero scesi in campo. Sebbene si tratti di giocatori che al momento, quanto meno sulla carta, vengono ritenute riserve e dovrebbero convincere il CT del contrario, l’Italia è apparsa senza mordente. L’Irlanda imposta la sfida sul piano fisico e l’Italia nel primo tempo soffre molto. Tuttavia, una nazionale con un tasso tecnico non elevato come questa Italia, alla luce dell’intenso lavoro fisico effettuato in preparazione del torneo continentale, non dovrebbe patirlo. Sturaro e Florenzi sono stati generosi sul piano della corsa (per Conte questo è il minimo sindacale) ma confusi e senza idee. A loro si è aggiunto anche Thiago Motta, che però si è rivelato anche statico. La conseguenza è che la difesa ne ha sofferto. Lì davanti Immobile e Zaza a stento raggiungono la sufficienza malgrado la corsa e il sacrificio: il primo si mostra con una bella conclusione da fuori area mentre il secondo si distingue per una bella girata al volo; entrambe le conclusioni sfiorano solo il gol ma risulteranno anche le uniche. Gli irlandesi si rendono pericolosi con Hendrick e Murphy, ma Sirigu fa buona guardia. La partita si scuote al 75′, quando a entrare in campo è un fantasista. A pochi minuti dal suo ingresso in campo Lorenzo Insigne si beve due avversari, rientra sul destro e lascia partire una rasoiata che si stampa sul palo alla sinistra del portiere irlandese Randolph. L’Italia è nel suo momento migliore quando all’85’ Brady prende il tempo a Bonucci, anticipa Sirigu e trova l’incornata vincente che regala la qualificazione agli ottavi dei suoi come migliore 3°.
Il campo di Lille in pessime condizioni e la cappa soffocante creatasi dopo che l’UEFA aveva deciso di chiudere il tetto retrattile per timore della pioggia non sono valide scusanti per una nazionale che è apparsa in difetto di personalità, imprecisa, talvolta impaurita. La solita storia secondo cui gli italiani giocano bene solo quando il risultato conta non è troppo esaustiva, specialmente se si guarda la qualità del gioco sin qui espressa. La sconfitta arriva tempestivamente a svegliarci dal limbo aureo in cui ci eravamo catapultati dopo le due vittorie ottenute in altrettante partite. Lunedì al Sanit Denis di Parigi contro la Spagna sarà un’altra storia, e allora vedremo se l’impresa si compierà. C’è un’umiliazione subita in finale, quattro anni or sono, da vendicare.
Belgio-Svezia 1-0
La Svezia era partita molto forte, con l’intento di sbloccare subito il risultato, ma il Belgio è stato attento a non farsi trovare impreparato. Nel primo tempo è Berg ad avere l’occasione più pericolosa ma Courtois. Nella seconda frazione il Belgio sale in cattedra con i suoi campioni: Lukaku e Mertens impegnano Isaksson. Al 38′ però arriva lo Sliding Doors del match: sul corner calciato da Kallstrom, Granqvist svetta e colpisce di testa ma De Bruyne salva sulla linea di porta. Sulla ripartenza Nainggolan riceve palla sulla treqquarti destra: libero di prendere la mira, tira un missile terra-aria che affonda gli scandinavi. Mancano cinque minuti dalla fine e la Svezia, che sino a questo momento ha condotto una partita generosa, non ne ha più. Nel finale è ancora il Belgio ad andare vicino al raddoppio con De Bruyne e Benteke, senza però riuscirci.
Finisce mestamente la carriera in nazionale di Ibrahimovic, dopo 116 presenze e 62 gol. Non si può dire che non ci abbia provato con un colpo dei suoi a cambiare le sorti di una carriera che in nazionale è stata veramente avara di soddisfazioni.
Che squadra di budini