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Liverpool-Siviglia, le pagelle dei blanquirojos: Banega magna cum laude

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Più di ogni altro è la notte magica di Éver Banega (7,5), migliore in campo sopra ogni dubbio: ogni suo tocco sembra la sintesi di un lungo ragionamento tattico, ma è soprattutto il trascinatore di un Siviglia bi-facce e ideale punto di raccordo tra l’anno scorso e quest’anno. Di fatto non fa nulla di eccezionale, ma riesce nello straordinario compito di non fare niente di banale e di riuscirsi quasi ogni volta che entra in possesso del pallone. Al suo fianco Vitolo (7) è il più attivo: quando la sfera transita nel suo raggio d’azione lascia trasparire l’azione che tutto possa accadere, come in occasione della splendida azione del vantaggio, ma alterna fasi suggestive ad altre di spegnimento. Ancora più altalenante è stato Coke (7), il peggiore del quartetto offensivo come prestazione globale ma con due tocchi, leggasi due reti, che hanno fatto la differenza tra i supplementari e il trionfo degli spagnoli.

Di fronte a loro Gameiro (6,5): capace di trovarsi sempre nel posto giusto al momento giusto, ma in grado di convertire in rete solo la prima delle tre opportunità d’oro che i compagni gli confezionano. Chi invece merita un capitolo a parte sono i due terzini. Sergio Escudero (7,5) in special modo. In fase offensiva è la vera arma del Siviglia: la sua progressione palla al piede è impressionante e Clyne lo soffre per tutto il primo tempo, proprio quando gli iberici non sono mai riusciti a superare il centrocampo. In fase difensiva si permette dei recuperi pazzeschi grazie a delle doti atletiche impressionanti, anche a fine gara e anche sulla fascia opposta chiudendo la diagonale. Bene anche Mariano Ferreira (7) che cambia la faccia dell’incontro con la strepitosa discesa sulla destra a inizio secondo tempo, ma che non garantisce la stessa costanza del suo compagno di reparto (sul gol di Sturridge resta a guardare invece di intervenire sull’inglese).

Per assurdo tra i peggiori del Siviglia ci sono proprio i difensori centrali. Se Rami (6,5) ha la sola pecca di essersi perso l’uomo sul primo affondo del Liverpool, ma il deterrente di non esser più stato messo a dura prova dall’avanguardia britannica, Daniel Carriço (6) si è concesso il lusso di un plateale tocco di mano in area di rigore nella prima parte di gara, tocco non ravvisato ma che sarebbe potuto costare carissimo e che inficia la sua prestazione. Stesso discorso per Krychowiak (5,5) che però ha anche perso qualche pallone di troppo, ben insabbiato dalla prestanza di N’Zonzi (6,5), vero pilastro centrale della squadra, molto attivo nel gioco aereo, nelle palle da fermo e nella fase di raccordo tra difesa e trequarti.

Difficile valutare David Soria (n.g.): incolpevole sul bellissimo tocco di Sturridge e praticamente mai più messo alla prova. Stessa storia per i subentrati. Kolodziejczak ha giocato poco meno di un quarto d’ora, mentre Iborra e Cristóforo solo spiccioli. Menzione particolare va invece all’allenatore Unai Emery (8,5) per la terza Europa League consecutiva, ma soprattutto per una squadra che è entrata negli spogliatoi dopo esser stata presa a pallonate (e aver subito un solo gol) ma rientrata con una determinazione psicologica degna di Istanbul. Dopo diciotto secondi a campi invertiti i suoi uomini hanno pareggiato i conti e per tutto il secondo tempo hanno completamente annientato una formazione resasi celebre per la forza mentale dimostrata in alcune partite delicate come il ritorno nei quarti col Borussia Dortmund e in semifinale col Villarreal. Il suo Siviglia tri-campione (ricordiamolo: ormai orfano dei Bacca, dei Rakitić, degli Aleix Vidal) ha segnato tre gol e avrebbe potuto tranquillamente farne altri due, dimostrando una superiorità schiacciante. Non solo stasera ma negli ultimi tre anni, non solo contro il Liverpool, ma in tutta l’Europa “terrestre”.

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