MLS o Super League cinese: chi è più avanti?

La competizione tra la Major League Soccer (MLS) americana e la Super League cinese (CSL) mi ricorda quelle situazioni tipiche di tante città in cui i due nuovi bulletti del quartiere marcano il territorio mettendosi in mostra a suon di piccole bravate. L’ambizione di entrambe le leghe è quella di diventare il campionato più prestigioso dopo quelli europei di prima fascia e forse anche qualcosa in più, adottando strategie talvolta simili e talvolta diametralmente opposte.

MLS E SUPERLEAGUE CINESE: CHE COSA E’ SIMILE…

I numeri parlano già oggi in modo inequivocabile. I due campionati sono in costante crescita, con la MLS che arriva vicina ai 22mila spettatori medi a partita, traguardo già superato dalla Chinese Super League e molto vicino a quelli di campionati ben più blasonati come la Ligue 1… e (toh!) la nostra Serie A.

Nemmeno dal punto di vista degli introiti televisivi CSL e MLS se la passano male: la prima ha firmato un accordo per 1,3 miliardi di dollari per i prossimi cinque anni, mentre la seconda ha portato a casa 720 milioni di dollari per otto anni.

Che il calcio sia poi ben più di un gioco che muove molto di più di un pallone e ventidue aitanti giovani in pantaloncini l’hanno capito da tempo anche diversi investitori sia negli USA sia in Cina: la famiglia Glazer è proprietaria del Manchester United da oltre dieci anni e il Fenway Sports Group possiede il Liverpool oltre ai leggendari Boston Red Sox di baseball. Dietro ai successi dell’Atletico Madrid c’è senza dubbio tanto Cholismo, ma anche i soldi dell’immobiliarista Wang Jianlin, proprietario del 20% dei Colchoneros, per non parlare delle rinnovate ambizioni dell’Espanyol, da sempre cugino povero del Barcellona e ora a caccia di riscatto con i soldi freschi dell’investitore cinese Cheng Yangsheng.

…E COSA NO

Se tra i due approcci ci sono delle somiglianze, altrettanto evidenti sono anche le differenze. La prima riguarda il parco giocatori, perché in fondo il calcio è ancora (anche) un gioco e senza interpreti di spessore anche marketing, merchandising, vendita dei biglietti e diritti TV vanno a farsi benedire.

Per questa ragione, già da un po’ di tempo MLS e CSL sono impegnate a investire nell’acquisto di calciatori europei e sudamericani in grado di innalzare il livello tecnico dei campionati e di recapitare al mondo il messaggio seguente: “Ci siamo anche noi e abbiamo dei grossi bicipiti.”

La differenza sta nella tipologia di calciatore cercato: da David Beckham in poi la MLS ha puntato su fuoriclasse assoluti che hanno però ormai imboccato il viale del tramonto. Vero, c’è anche gente come Giovinco, approdato in Canada a 28 anni, ma la Formica Atomica è un’eccezione in confronto ai Kakà, Pirlo e Gerrard, i quali visto il loro immenso talento sapranno magari far passare la palla sopra le orecchie ai tre quarti della popolazione terrestre anche a 80 anni, ma non sono certo oggi all’apice della loro carriera.

Diverso è il discorso in Cina, dove nell’ultima sessione di mercato è apparso evidente che il profilo cercato è un altro: calciatore di ottimo livello ancora nel pieno della maturità agonistica e disposto a rinunciare alle offerte di club europei in cambio di un mare di quattrini. Stiamo parlando di gente come Lavezzi, Jackson Martinez, Ramires e Alex Teixeira, che non sarebbe arrivata nella top 5 del Pallone d’Oro ma avrebbe comunque fatto comodo a molte squadre tra le più forti d’Europa. Il Pocho, in particolare, guadagna circa il doppio di Kakà, mentre Teixeira allo Jiangsu Suning è diventato uno dei giocatori più pagati al mondo.

INVESTIRE NEI GIOVANI

Il punto, e qui sta il nocciolo, è che la Cina fa la parte del paese capitalista – avete letto bene – perché i suoi club sanno di essere ricchi sfondati e fanno a gara a chi compra di più. La MLS, invece, pur avendo investito notevoli somme nell’acquisizione dei campioni citati in precedenza, sta adottando un approccio più “progressista” – avete letto bene anche stavolta – che punta a una crescita graduale e costante.

In un’intervista rilasciata a VICE , il Commissioner David Garber ha infatti dichiarato che l’obiettivo primario è investire nella formazione e nella crescita di giovani talenti. I soldi spesi in tal senso, per dare una misura, sono equivalenti al budget totale della MLS di cinque anni fa.
Non che in Cina non si pensi allo sviluppo dei giovani prospetti, anzi; anche perché il grande desiderio del presidente cinese Xi Jinping, appassionato di calcio ma anche uomo politico dalla visione d’insieme globale, è quello di vedere un giorno anche la Cina tra le squadre in lotta per vincere il titolo mondiale.
D’altra parte, la Nazionale cinese non può sfigurare nello sport più diffuso a livello internazionale: la spinta al movimento calcistico viene dunque anche dalla leadership politica, oltre che dalle opportunità dettate dal business.

Non è quindi un caso che il Guangzhou Evergrande, club che ha dominato la Chinese Super League negli ultimi 5 anni, abbia avviato una partnership con il Real Madrid finalizzata allo sviluppo del proprio settore giovanile. Bisognerà tuttavia pazientare a lungo prima di poter osservare risultati tangibili, come spiegato in un’intervista al giornale britannico The Sun da Javier Moreiras, uno degli allenatori coinvolti nel progetto. Secondo il tecnico spagnolo, in Cina manca la cultura del “calcio in piazzetta”: in altre parole, se ogni giorno, quando giocano sotto casa, i bambini non provano a imitare un dribbling di Messi o un tiro di Cristiano Ronaldo è difficile che il livello generale nel futuro si alzi al punto da competere per la vittoria di un Mondiale.

“Volevo essere un giocatore di calcio. Giocavo molto bene, ero una meraviglia, però solo di notte, quando dormivo.” Sono le parole dello scrittore uruguayano Eduardo Galeano nel suo libro Il calcio a 360 gradi. Se a spuntarla nel medio-lungo termine sarà la MLS o la Super League cinese dipenderà quindi anche dai sogni dei bambini. Quante volte immagineranno di alzare un trofeo con i propri compagni e quante volte saranno disposti a provare a calciare una punizione finché essa non si insacchi nel sette?… Una piccola nota romantica che, dopo tanti numeri, cifre e strategie di marketing, business e politica, riporta il calcio su un piano più umano

2 Commenti su MLS o Super League cinese: chi è più avanti?

  1. Piccola parentesi: tra giocatori di spessore internazionale della MLS ancora nel pieno delle forze non ci sarebbe solo Giovinco, ma anche Gio Dos Santos, Bradley, Barnetta, Diego Valeri e mettiamoci anche De Jong. Gente non da poco

  2. Tutti ingacciati a parametro zero o cifre simili, non investono in talenti di primo piano del calcio europeo, la Cina ha iniziato a farlo concretamente dalla scorsa estate

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