Leicester campione: East Midlands ancora terra di miracoli

Leicester campione

Dopo i trionfi negli anni Settanta di Derby County e Nottingham Forest, il Leicester City di Claudio Ranieri completa il triangolo di gloria della regione centrorientale d’Inghilterra, territorio avvezzo alle imprese impossibili
Il trionfo del Leicester City è un’impresa straordinaria e vedere quel nome impresso sulla prima posizione della Premier League a fine torneo ci lascia sul palato quel sapore di magia che ci fa innamorare ancora tanto del calcio. E’ probabilmente anche grazie a vittorie come queste che continuiamo a credere nell’incanto di questo sport, in cui non è detto che vincano sempre i più ricchi e potenti, ma nel quale a volte anche la classe operaia trova il suo angolo di paradiso. La sorpresa è evidentemente enorme. Solo pochissimi fanatici e tifosi delle Foxes avevano scommesso a inizio campionato nel trionfo della propria squadra, forse per uno scherzo o per la voglia di sognare. In fondo a inizio torneo tutti partono da zero punti e quindi perché non provarci?
Ma se diamo uno sguardo alla geografia di Leicester e ripassiamo un po’ di storia del calcio inglese degli anni ’70, forse il tutto potrebbe sembrarci meno sorprendente. Leicester si trova infatti nelle East Midlands, a sud di Derby e Nottingham, da cui dista 39 e 35 km rispettivamente. Città che con Derby County e Nottingham Forest hanno vissuto negli anni settanta imprese pari o addirittura più grandi di quella della squadra di Ranieri. Il minimo comune denominatore dei loro strabilianti risultati è un nome o meglio due: quelli del geniale allenatore Brian Clough e del suo assistente Peter Taylor.

DERBY COUNTY, IL PRIMO MIRACOLO
Il miglior tecnico mai avuto dalla nazionale inglese

“Roma non è stata costruita in un giorno, ma in quel momento non ero lì nei paraggi per poter fare quel tipo di lavoro.” Fu questa una delle migliaia di battute che hanno fatto di Brian Clough l’allenatore più ricordato, amato e forse anche odiato nella storia del calcio inglese, depositario di una convinzione estrema nelle proprie capacità che spesso derivava in egocentrismo puro. Prima un famelico centravanti con Middlesbrough e Sunderland nella Second Division, dove tra il 1955 e il 1964 segnò 250 gol in 274 partite. Poi dopo la rottura dei legamenti del ginocchio sinistro nel dicembre del 1962 , il graduale abbandono del calcio giocato e il passaggio alla panchina. Diventerà il miglior allenatore a non aver mai guidato la nazionale inglese, come passerà poi alla storia.
Da Hartlepool al trionfo di Derby.

Nei suoi inizi come allenatore Brian Clough allenò l’Hartlepool United, nella Quarta Divisione, con al fianco il suo fedele assistente Peter Taylor, ex portiere, conosciuto da giocatore a Middlesbrough. Dopo due anni di incoraggianti risultati dove portarono l’Hartlepools dall’ultimo all’8° posto della categoria, Clough e Taylor approdano nell’estate del 1967 al Derby County, nella Second Division. Dopo una prima stagione di assestamento, nel 1968-69 i Rams vincono il torneo cadetto e ottengono la promozione alla First Division dopo 16 anni di assenza dalla massima divisione. Il primo anno dal ritorno nella prima serie è straordinario: il Derby County vince 22 partite, più della metà, e finisce al 4° posto. La seconda stagione non è brillante: il 9° posto finale è abbastanza deludente dopo la folgorante stagione iniziale, ma le basi per il trionfo sono state gettate: John O’Hare, Kevin Hector, Alan Hinton, John McGovern, Archie Gemmill e Roy McFarland sono già parte di una rosa competitiva, alla quale si aggiunge nell’estate del 1971 il difensore Colin Todd.Derby

Il 1971-72 è l’anno della clamorosa consacrazione: il Derby County chiude il 1° maggio del 1972 il suo ciclo di 42 partite con 58 punti, frutto di 24 vittorie, 10 pareggi ed 8 sconfitte. Ma il destino non è nelle sue mani. Lo stesso Liverpool e il Leeds United hanno ancora una partita da giocare: i Reds hanno 56 punti e se vincono fuori casa con l’Arsenal possono ancora raggiungere la squadra di Clough al primo posto e superarlo per la migliore media gol; il Leeds dell’odiato Don Revie invece ha addirittura solo un punto di ritardo, 57, e vincendo nella sua ultima partita al Molineaux contro il Wolverhampton Wnaderers si coronerebbe campione due anni dopo l’ultimo titolo conquistato. La tensione è alta. Brian Clough e Peter Taylor decidono di lasciare per alcuni giorni Derby: Clough si trasferisce con la famiglia alle isole Scilly, a sudovest della Cornovaglia; Taylor invece insieme ai giocatori intraprende una breve vacanza a Majorca, in Spagna. L’8 maggio i Wolves battono il Leeds 2-1, mentre il Liverpool non riesce ad andare aldilà dello 0-0 ad Highbury contro l’Arsenal. Il Derby County a tre anni dalla promozione è campione d’Inghilterra per la prima volta nella sua storia. Clough festeggia davanti alla televisione, mentre Taylor e i giocatori celebrano a bordo piscina nelle Baleari dopo aver ricevuto la felice novella con un colpo di telefono alla reception dell’albergo (era proprio un altro mondo…).

IL NOTTINGHAM FOREST, IL MIRACOLO DEI MIRACOLI
La fine del ciclo Derby e i 44 giorni di Brian Clough al Leeds United

Nella stagione 1972-73 il Derby County raggiunge la semifinale di Coppa dei Campioni : contro la Juventus perde 3-1 a Torino, pareggiando il ritorno in casa, 0-0. Clough furioso parlerà di bastardi ladri italiani in riferimento al discutibile arbitraggio che favorì la Juventus nella prima sfida giocata in Italia. Brian Clough e Peter Taylor aldilà della delusione europea sono padroni dell’ambiente. O almeno credono. Presentano infatti clamorosamente le dimissioni nell’estate del 1973, convinti che la commissione direttiva le respinga, paventando una rivolta dei tifosi. Ma la mossa, volta a rafforzare il loro controllo sui destini del club, è un fiasco. Il presidente Sam Longson le accetta ed esonera quindi la coppia vincente.
Clough e Taylor si separano per tre anni. Brian prima scenderà addirittura in Third Division per guidare brevemente il Brighton and Hove Albion, poi nell’estate del 1974 spiazza tutti accettando l’offerta del Leeds United per sostituire Don Revie, ingaggiato dalla FA come ct dell’Inghilterra. La avventura a Elland Road è un disastro totale: in 44 giorni vince solo una partita ufficiale delle 8 in calendario, lo spogliatoio è contro Clough che ai tempi del Derby County (non senza ragioni) considerava il Leeds una squadra di meschini picchiatori per il loro gioco spesso ai limiti del regolamento. Agli inizi di ottobre Clough è esonerato.

A NOTTINGHAM DI NUOVO CON PETER: L’ETA’ DELL’ORO
Ma l’esonero di Leeds non coincise affatto con il finale di Brian Clough. Il 6 gennaio 1975 viene infatti ingaggiato dal Nottingham Forest. Altro giro particolare nella vita di questo tecnico: Nottingham si trova infatti ad appena 22 km da Derby e il Forest è il più acerrimo rivale del Derby County, il club a cui ha regalato il primo dei suoi due scudetti. Il Nottingham Forest peraltro è un club da 3 anni nel purgatorio della Second Division(vi retrocesse l’ultima volta nel 1972, proprio quando Clough vinse a Derby il titolo) e all’inizio del 1975 la situazione di classifica vede i Rossi a ridosso della zona retrocessione. Brian Clough salva il Forest dalla retrocessione quell’anno e quindi nel 1975-76 raggiunge una tranquilla salvezza con l’8° posto. La svolta però avviene nell’estate del 1976 quando si ricrea la coppia magica con Peter Taylor, nativo di Nottingham, dove iniziò negli anni 50 la sua carriera di giocatore. Con i fedeli pretoriani John O’Hare e John McGovern già in squadra, assieme ad altri giocatori del settore giovanile come Viv Anderson, Martin O’Neill e John Robertson, arriva anche l’attaccante Peter Withe.
L’ascesa è stratosferica: nel 1976-77 il Nottingham Forest arriva terzo in Second Division e dopo 5 anni torna in massima divisione. Quindi nel 1977-78, nella sua prima stagione di nuovo nella massima serie, vince clamorosamente il campionato con 64 punti, sette di vantaggio sul Liverpool di Bob Paisley, battuto peraltro in febbraio anche nella finale di Coppa di Lega. Forest

 

La vittoria ovviamente da il pass per la successiva Coppa dei Campioni 1978-79. L’Inghilterra ha due squadre nel massimo torneo: il Forest come campione nazionale e il Liverpool, da due anni detentore della coppa dalle grandi orecchie. Sono i tempi in cui i sorteggi non prevedono teste di serie e l’urna dell’UEFA pone incredibilmente di fronte le due compagini inglesi ai sedicesimi di finale. Nessuno da chances al Forest, troppo esperto il Liverpool. Invece il Nottingham supera i Reds 2-0 all’andata in casa e pareggia 0-0 ad Anfield, estromettendo a sorpresa i campioni in carica. Il resto del cammino è in discesa: eliminati AEK Atene agli ottavi e Grasshopper ai quarti, l’ultimo grande ostacolo verso la finale di Monaco è il Colonia in semifinale. All’andata al City Ground finisce 3-3, con il Forest sotto anche 2-0 a un certo punto. Per il ritorno pochi credono nella qualificazione dopo le tre marcature subite in casa. Ed invece negli ultimi minuti della partita in Germania il gol di Bowyer da l’1-0 definitivo.

A Monaco di Baviera il 30 maggio 1979 l’inedita finale vede di fronte Nottingham Forest e Malmo. La squadra di Brian Clough vince 1-0 con gol di Trevor Francis, primo giocatore pagato 1 milione di sterline nel gennaio di quell’anno. Il fischio finale dell’austriaco Linemayr decreta uno dei miracoli più grandi della storia del calcio mondiale: ad appena due anni dalla sua promozione in First Division, il Nottingham Forest è campione d’Europa.
Il miracolo si ripeterà l’anno dopo: eliminati gli svedesi dell’Osters al primo turno, i rumeni dell’Arges agli ottavi, la Dynamo Berlino ai quarti e l’Ajax in semifinale, il Forest raggiunge nuovamente la finale, questa volta a Madrid. Al Bernanbéu non c’è il Real come molti pensavano, ma l’Amburgo di Kevin Keegan, che ha fatto fuori il Madrid in semifinale con una clamorosa rimonta(0-2 all’andata in Spagna, 5-1 in casa al ritorno). I tedeschi occidentali dovranno però arrendersi. Robertson al 19′ trova la magia della notte e poi è il leggendario portiere Peter Shilton conserva il minimo vantaggio. Il Nottingham Forest diviene il 7° club a vincere in edizioni consecutive la Coppa dei Campioni(il Milan con Sacchi sarà l’8° e finora ultimo). Inoltre la squadra delle East Midlands si converte nell’unico club ad avere in bacheca più Coppe dei Campioni che titoli nazionali.

UNA STATUA PER SIR CLAUDIO
Dopo gli anni folgoranti dove il Nottingham vinse un’altra Coppa di Lega, la Charity Shield e la Supercoppa Europea, la magia scomparve d’incanto. Brian Clough e Peter Taylor ruppero la loro relazione e il Forest non tornò mai più a quei livelli.
Oggi il Nottingham Forest è da ormai 18 anni fuori dalla Premier League, ed anche il Derby County è da più di 8 assente dal grande giro. Ma evidentemente nelle East Midlands quando rotola un pallone la magia non smette di esistere. Ed un giorno, molto presto, anche Sir Claudio Ranieri come Clough e Taylor avrà la sua statua, nel suo caso in una piazza di Leicester, per ricordare a memoria perpetua che il football è un gioco dove la palla è rotonda e dove i miracoli sono sempre possibili.

1 Commento su Leicester campione: East Midlands ancora terra di miracoli

  1. Bell’articolo, complimenti! Che personaggio Brian Clough; consiglio il film – che sicuro il redattore dell’articolo già conoscerà – ‘Il maledetto United’, che in realtà si concentra su quei ‘sciagurati’ 44 giorni di Clough al Leeds! Ahahah, italiani ‘cheating bastards’!! 😀

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.