Zenit San Pietroburgo – Benfica 1-2 – Allo Zenit non basta mezz’ora di buon calcio. Lusitani meritatamente ai quarti.

Passa il Benfica. Ed alla fine è anche giusto così. Giocare a livelli accettabili appena trenta minuti di una sfida che si articola su centottanta è troppo poco per lo Zenit che paga, ancor più della gara odierna, un’andata impresentabile – seppur condizionata dalla lunga pausa.

Lusitani che passano con merito anche considerata la piena emergenza con cui hanno affrontato queste due gare, con l’assenza dei difensori titolari (oggi sono stati schierati Lindelof e l’adattato Samaris); che sfruttano al meglio le palle goal avute e ringraziano l’attaccante avversario Dzyuba, sprecone all’inverosimile.

Dicevamo, dello Zenit. Avrebbe dovuto ribaltare la sconfitta di Lisbona. Avrebbe dovuto aggredire in maniera decisa l’avversario. Nel primo tempo, nulla di tutto questo. Una sola occasione per i piteriani, un diagonale di Dzyuba a lato da buona posizione al 6′, il primo errore di una serie che costerà carissimo. Paradossalmente creano di più gli ospiti, una punizione di Jonas al 4′ su cui è attento Lodygin ed una conclusione di Renato Sanches dal limite che si spegne di poco a lato. Queste poche righe descrivono un primo tempo tutt’altro che memorabile, tutt’altro che immaginabile in un ottavo di Champions League.

Qualcosa cambia nella ripresa, Villas Boas probabilmente si fa sentire negli spogliatoi. A cambiare il volto della gara sono soprattutto gli ingressi di Smolnikov e Shatov (58′) per i deludentissimi Anyukov e – soprattutto – Kokorin, la cui maturazione ormai appare un miraggio e poco più. Proprio Smolnikov tre minuti dopo il suo ingresso ha la palla per il vantaggio sugli sviluppi di una punizione, ma colpisce male e la sfera termina docile tra le braccia di Ederson, giovane portiere brasiliano assistito da Mendes di cui sicuramente sentiremo ancora parlare. Un giro di lancette più tardi, ci prova Dzyuba dal limite: palla alta. Il Benfica reagisce: a provarci è Jonas, Lodygin è attento.

La gara cambia al 70′: Zhirkov abbatte Semedo, l’arbitro ungherese Kassai prende un abbaglio clamoroso e dice che tutto è regolare. L’ex terzino del Chelsea va sul fondo, cross a rimorchio per Hulk che di testa deve solo appoggiare in porta. 1-0, punteggio in parità.

Le aquile non ci stanno, Lindelof al 72′ con un colpo di testa chiama subito Lodygin ad un grande intervento. La partita è bellissima: minuto ottantuno, Dzyuba si trasforma in Messi, fa fuori due avversari, poi però a tu per tu col portiere avversario spreca tutto calciandogli addosso.

Goal sbagliato, goal subito: all’84’ Jimenez trova il tiro dell’anno, Lodygin non è perfetto nella deviazione sulla traversa, Gaitan (inspiegabilmente solo in area) appoggia il tap-in vincente. 1-1, qualificazione chiusa. Nel finale Talisca rende ancor più amara la serata russa, confezionando il goal vittoria portoghese. Passaggio del turno, punti importanti in ottica ranking.

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Classe '94, piemontese di nascita, tra un esame universitario e l'altro segue il calcio alle temperature più improbabili, dalla Scandinavia alla vecchia terra degli Zar. Russofilo e (a breve) russofono, sogna di diventare direttore sportivo e di vivere a San Pietroburgo. Guai a disturbarlo quando gioca il Krasnodar: potrebbe uccidere.
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