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River Plate, nell’occhio del… Huracan

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Cade il campione sudamericano nella partita di andata della semifinale della Copa Sudamericana: decisivo il gol di Cristian Espinoza dopo un quarto d’ora. Male la squadra di Gallardo, senza riferimenti e con poche idee. Il tecnico millonario: “Siamo stanchi”.

“Questi 20 giorni di riposo che avremo a disposizione saranno un’importante boccata di ossigeno. I giocatori me lo manifestano a voce in queste ultime settimane : è complicato gestire tutti questi impegni a stretto giro di posta”.

Nella conferenza stampa post partita non cerca attenuanti per il brutto gioco espresso l’allenatore del River, Marcelo Gallardo, dopo la sconfitta per 0-1 nell’andata della semifinale di Copa Sudamericana al Monumental contro l’Huracán. Il Muñeco però difende il suo operato sottolineando le quasi 60 partite ufficiali giocate e le migliaia di km percorsi in giro per l’America e il mondo. E come Napoleone (altro soprannome del tecnico molto popolare) sembra solamente temporeggiare sulla sua ‘piana di Austerlitz’ aspettando i passi falsi delle truppe nemiche “E’ vero, per l’Huracán questa vittoria è stata inaspettata, ma credo che più della soddisfazione per la vittoria stasera in loro prevalga il rammarico per la traversa di Wanchope Abila sul finale”.

Sì perché nella notte di Buenos Aires sono gli operai di Parque Patricios, quelli dell’Huracán che hanno fatto la voce grossa. Al 15′ il gol decisivo di Cristian Espinoza, imbeccato dal Rolfi Montenegro con passaggio filtrante in verticale ed Espinoza a tu per tu con Barovero inventa la palombella che non ti aspetti per quello che sarà il risultato definitivo. Già al 4′ aveva avuto una grande chance, ma sullo spiovente da calcio d’angolo non era riuscito nella deviazione vincente.
Ti aspetteresti la reazioni di quelli che in Sudamerica sono i Campioni di Tutto, ma l’assenza di Ponzio in mezzo al campo si fa sentire e sulle fasce né Mercado a destra né Casco a sinistra offrono dalle retrovie il sostegno per alimentare una manovra che quando passa per vie centrali è semplicemente evanescente. Neanche Carlos Sánchez riesce a incidere, seppur si danna l’anima per fare la spola tra settore centrale e trequarti, perché nessuno tra Martinez, Mora e Alario offre la profondità. L’Huracán di Emanuel Domínguez si trova di fronte al migliore dei mondi possibili e quando parte in contropiede può mordere: al 39′ ancora un’ottima chance per Wanchope Abila il cui destro deviato si perde di poco alto.

Nella ripresa nel River dentro Lucho González e Tabaré Viudez al posto di Driussi e Martínez. La musica cambia leggermente perché dall’out di sinistra il Millonario crea azioni martellanti, ma senza procurare eccessivi pericoli a Marcos Díaz, che comunque si fa trovare pronto sia al 56′ su conclusione ravvicinata di Alario, sia in uscita sul nuovo entrato Saviola all’82’. L’Huracán resiste e la Mongolfiera potrebbe prendere ulteriormente quota al finale dell’incontro. Wanchope Abila al 88′ riceve un passaggio dalla destra su contropiede rapido e gioca il colpo sotto come fatto da Espinoza nel primo tempo: la traversa però gli nega la gioia del 2-0. Per il River forse sarebbe stata una ferita quasi mortale. Napoleone Gallardo lo sa bene e il 26 novembre con Ponzio e Pisculichi in più e le forze recuperate potrà nuovamente lanciarsi nella campagna internazionale, dove ha vinto per il momento tutte e 12 le serie a eliminazione diretta disputate. Il suo River è nell’occhio dell’Huracán, ma lui non alzerà mai la bandiera bianca.

SPORTIVO LUQUEÑO-SANTA FE 1-1 – Pareggio nell’altra semifinale tra i paraguagi dello Sportivo Luqueño e i colombiani dell’Independiente Santa Fe: vantaggio dei padroni di casa con Di Vanni al 13′, pareggio ospite con Perlaza.

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