Mondiale Under 20: La Serbia scrive la storia. Brasile battuto in finale

Serbia players celebrate with the trophy after the FIFA Under-20 World Cup football final match between Brazil and Serbia in Auckland on June 20, 2015.  AFP PHOTO / Michael Bradley (Photo credit should read MICHAEL BRADLEY/AFP/Getty Images)

Brasile – Serbia 1-2 d.t.s

Una finale può regalare tante emozioni. Ogni calciatore che si ritrova a disputare una partita di questo peso si affida alle più svariate cose. C’è chi decide di ascoltare la sua canzone preferita, chi bacia la sua collana, chi rivolge gli occhi verso al cielo e prega. Tutti gesti che devono a portare a un solo esito, la vittoria! A nulla servono i discorsi degli allenatori che smorzano la tensione. Ti dicono ” Ragazzi tranquilli, è una partita come le altre”, ma tu dentro la tua testa sai che ti stai giocando tanto. Tutto ciò non sarà sicuramente mancato a Auckland, dove alle 21 ora locale ( le 7 del mattino in Italia) si è disputata la finale della coppa del Mondo Under 20. A affrontarsi vi erano il Brasile, autore di un cammino soffertissimo, e la Serbia, squadra di giovani talenti che si sono confermati in questo Mondiale. Il match inizia con tutti i migliori in campo da una parte e dall’altra. La prima occasione della gara è brasiliana, con Jorge Jesus che scappa via sulla fascia e impegna Rajkovic che si conferma il miglior portiere del mondiale. Prima dell’intervallo la Serbia ha l’opportunità di passare in vantaggio ma dal corner Milinkovic – Savic non riesce a schiacciare in rete un pallone arrivatogli grazie alla sponda di Zdjelar. Nella ripresa nelle file brasiliane mister Rogerio decide di togliere un poco intraprendente Boschilia e mettere in campo Pereira, per dare peso all’attacco. La Serbia però si porta in vantaggio al 70′ con Mandic che è bravo a spingere in rete il bel cross di Maksimovic, deviato al punto giusto da un difensore avversario. Passano solo pochi minuti e il nuovo entrato Pereira s’inventa un gol pazzesco, portandosi a spasso cinque giocatori avversari e battendo Rajkovic con una forte conclusione angolata. La partita prosegue ai supplementari con Maksimovic, il migliore dei suoi, che spaventa i tifosi carioca con una conclusione che esce di poco alto dall’incrocio sinistro della porta difesa da Jean. Il Brasile risponde con una cannonata da fuori di Pedro Joao che costringe Rajkovic a deviare in angolo. Al 118′ però la squadra verdeoro perde palla in attacco e subisce il  contropiede dei serbi, con Zivkovic che in diagonale serve il taglio di Maksimovic che di fronte a Jean lo supera con un bel tiro di punta. La partita finisce e scoppia la festa della Serbia che va a alzare la coppa con il suo capitano Rajkovic, premiato anche come miglior portiere del torneo. Per la Serbia è la prima coppa del Mondo under 20. 

Senegal – Mali 1-3 (finale 3-4 posto) 

Nella finale per il terzo/quarto posto tutta di marca africana, la spunta il Mali che sconfigge un Senegal che ha patito troppo l’inferiorità numerica patita a fine primo tempo a causa dell’espulsione di Moussa Ba. Nonostante questo il Senegal è riuscito a portarsi in vantaggio con Wadj, che con un preciso diagonale ha battuto l’incolpevole Diarra. Il Mali però nel quarto d’ora finale ha dimostrato tutta la sua forza ribaltando il risultato grazie alla doppietta di Adama Traorè, nominato a fine mondiale miglior giocatore del torneo davanti al brasiliano Danilo e al serbo Milinkovic-Savic. Il giocatore del Lille trova il pari con una punizione all’incrocio che piega le mani di Sy e, dopo un rigore sbagliato da Sacko, porta in vantaggio i suoi con una cannonata da fuori che s’infila all’angolino alla sinistra del portiere. Il Senegal ha l’opportunità di pareggiare grazie al rigore guadagnato da Sarr per un fallo di Sacko. Diarra però si supera e respinge la conclusione dal dischetto di Niang. Nei minuti di recupero Samassekou, su uno schema da calcio di punizione, si ritrova di fronte a Sy e lo batte con un leggero tocco sotto che fa volare al terzo posto la favola Mali.

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Nato a Siniscola, in provincia di Nuoro, in una notte d'ottobre del 1993, sin da quando è un bambino si appassiona al calcio. Raggiunta la maturità in terra sarda, decide di spostarsi a Milano per star vicino al suo grande amore, l'Inter.
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