Il calcio come elemento di controllo sociale, la vittoria del capitalismo e la fine dell’utopia Marcusiana

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Per il quinto mandato consecutivo Blatter sarà il presidente della FIFA. Un’ulteriore conferma all’impossibilità di un cambiamento, il calcio pulito e portatore di elementi morali positivi rimarrà un’utopia e quindi irrealizzabile. Ci ritroviamo di fronte ad un esplicito sistema totalitario, “Senza che la legittimità di coloro che la dirigono” sentenzia Attalli in Breve storia del futuro, riferendosi alla FIFA “sia stabilita ne che l’uso fatto di queste risorse, ovvero gli introiti che i media riversano su questo sport, venga controllato. Nessuna istanza internazionale è tanto potente quanto la FIFA, pure gli Stati Uniti vi giocano un ruolo minore.”

Il calcio ha da tempo perso la sua funzione “romantica”, convertendosi prettamente alla politica dell’enterteinment divenendo in maniera ancora più evidente elemento di bisogno primario e quindi di controllo sociale attraverso le pubblicità e i maggiori influssi di denaro. La pratica sportiva non è più definibile come elemento ludico, ma prettamente economico-speculativo, il calcio, quello vero, si è spostato dal campo agli uffici. Ciò che è proposto dai media e dalle televisioni è solamente un contorno del reale, un tipo di intrattenimento accomodante e estremamente conformista, a tratti falso nelle dichiarazioni e nei modi di apparire dei vari soggetti che manifestano solamente l’ombra del loro carattere relegando le proprie decisioni alle volontà degli agenti, dei fondi d’investimento e degli sponsor, veri padroni dell’apparato calcistico. Lo spettacolo proposto è palesemente finto, alla stregua del wrestling, se a questo ci aggiungiamo la dilagante corruzione della classe arbitrale e l’ampia rete che coinvolge il calcioscommesse, il paragone non è poi così lontano dalla realtà. Sappiamo che il wrestling è palesemente finto, ma la convinzione e la speranza che il pubblico ripone (malamente) nel calcio, nei risultati conseguiti dalla propria squadra distolgono in toto l’attenzione dai fatti di maggiore interesse. E quindi del calcio viene mostrata solamente la punta dell’iceberg.

Le ultime elezioni sono state un’occasione persa, quella di sovvertire l’ordine imposto dalla FIFA. Passerà pure l’indignazione per il quinto mandato di Blatter dato che il calcio continuerà a produrre un tipo di intrattenimento alienante promulgando quindi la soddisfazione di “falsi bisogni” quali rilassarsi, divertirsi e consumare in accordo con gli annunci pubblicitari, a discapito di concetti divenuti effimeri quali libertà e democrazia. “L’uomo a una dimensione“, ovvero l’uomo omologato, sostiene Marcuse nella sua opera: “oscilla fra due ipotesi contradittorie: 1) che la società industriale avanzata sia capace di reprimere ogni mutamento qualitativo per il futuro che si può prevedere; 2) che esistano oggi forze e tendenze capaci di interrompere tale operazione repressiva e fare esplodere la società”.

Per certi versi Marcuse ha delineato tramite questo concetto anche i canoni della nostra società sempre più opulenta, in quanto “La prima tendenza predomina e nemmeno una catastrofe produrrà il mutamento”. Catastrofe che è avvenuta, ma per l’appunto continueremo a vivere in tale equilibrata condizione. Tutto tornerà alla normalità con il silenzio da parte dei media, delle società e in prima istanza dei giocatori, allo stesso modo il pubblico poco a poco si dimenticherà di tale scandalo assoggettandosi nuovamente al sistema dell’enterteinment.

Il calcio d’altronde è lo specchio della nostra società. Il ministro russo dello sport Vitali Mutko ha dichiarato: “Le elezioni del presidente della Fifa sono state democratiche, ed è giusto che abbia vinto Blatter”. Ma una domanda sorge spontanea: “La democrazia può esistere in un sistema capitalistico?” Si parla della nostra società come democratica,  quando in realtà, (allacciandosi al saggio su Marcuse: Emancipazione della ragione) la competizione economica non può impedire che alcuni gruppi abbiano la meglio, soppiantando tutti gli altri (ovvero ciò che è successo alla FIFA), inoltre, qualsiasi movimento antagonista viene fatto passare come violento, illegale, come sovvertivo dell’ordine sociale quando “la libertà è solo l’affermazione dei valori di una maggioranza silente”

La soluzione proposta da Marcuse è quella della disobbedienza civile, quindi boicottare il sistema, rifiutare la positività da esso propinato e rispondere con una negatività di tipo attivo. Malgrado tutto stiamo parlando di utopia, quindi di un proposito irrealizzabile dato che, passata l’infelicità tramite l’euforia degli arresti, tutto, lentamente, tornerà alla normalità.

fonte foto: gq italia

 

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Sono nato a Urbino il 2 maggio 1991. Nel luglio 2015 ho conseguito la laurea in Chimica e tecnologie farmaceutiche. Mi occupo di giornalismo sportivo con un'attenzione particolare al lato economico e allo sviluppo del calcio in Cina, che approfondisco nel mio Blog Calcio Cina. Nel febbraio 2016 ho pubblicato il mio primo libro: IL SOGNO CINESE, STORIA ED ECONOMIA DEL CALCIO IN CINA, il primo volume, perlomeno in Europa a trattare questo argomento. Scrivo anche di saggistica (sovversiva) per kultural.eu

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