Borussia M’Gladbach-Bayern Monaco 0-0 – Favre ingabbia Guardiola: solo un punto per i bavaresi

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BAYERN MONACO-BORUSSIA M’GLADBACH 0-0- Il Bayern si ferma al Borussia Park, costretto al pareggio da un Gladbach decisamente solido, quadrato e particolarmente insidioso quando è ripartito in contropiede. Non è casuale, infatti,  che – a differenza dei precedenti pareggi ottenuti contro Schalke e Amburgo – la squadra di Guardiola abbia rischiato seriamente di accusare la prima sconfitta in Bundesliga, a causa di un Borussia particolarmente in palla e assai pericoloso negli ultimi venti metri, grazie al fondamentale apporto degli esterni. Il Bayern, com’è suo costume, ha avuto, specie nel primo tempo, il predominio territoriale e del palleggio, ma ha faticato tremendamente a mettere in difficoltà Sommer, protagonista, comunque, di alcuni pregevoli interventi. A conti fatti, però, il portiere maggiormente impegnato è stato Manuel Neuer, costretto nel secondo tempo ad effettuare almeno quattro difficili interventi, a testimonianza di come i Fohlen, ad un certo punto del match, abbiano cercato di far loro l’intera posta in palio. Il pareggio, al tirar delle somme, è certamente il risultato più giusto, frutto di una partita equilibrata e ben giocata da entrambe le compagini. Al Borussia Park sono mancati i goal, ma non le emozioni e lo spettacolo. E il merito è stato anche del Borussia M’Gladbach, che ha dimostrato, chiaramente, di poter puntare ai primi quattro posti, ovvero ad un ritorno in Champions League.

PRIMO TEMPO – Gara giocata a ritmi intensi sin dalle prime battute, grazie ad un Bayern aggressivo nel tentativo di recuperare palla nella trequarti avversaria. Ma il Gladbach, seconda migliore difesa del torneo dopo la squadra di Guardiola, è ben messo da Lucien Favre, che sembra aver ricreato un Borussia solido ed efficiente come due stagioni fa, pur in assenza di un fuoriclasse come Marco Reus. Il primo squillo del Bayern cade all’ottavo minuto, il diagonale di Muller si spegne fuori senza impensierire in alcun modo Sommer. A far venire i brividi all’ottimo portiere elvetico, invece, ci pensa sessanta secondi più tardi Alaba, autore di un tiro-cross che si stampa sul palo complice la leggera deviazione dello stesso estremo difensore locale. Il dominio territoriale del Bayern è a tratti imbarazzante, ma il Gladbach non può far altro che chiudersi e, eventualmente, ripartire in contropiede: troppo la differenza qualitativa fra le due compagini, nonostante i padroni di casa occupino il secondo posto in classifica alle spalle della compagine di Pep.

Dopo venti minuti di fuoco, i Rekordmeister calano d’intensità e i Fohlen, per alcuni tratti, riescono finanche a fare un po’ di possesso palla, sterile, a dire il vero, e volto principalmente ad addormentare il match. Intorno alla mezz’ora, Bayern pericoloso in due circostanze: nella prima, Lewandowski viene provvidenzialmente chiuso in corner da Wendt, che rimedia ad un clamoroso errore di Raffael (palla persa al limite della propria area di rigore); nella seconda, Lahm calcia a botta sicura, ma il tiro viene deviato da Dominguez in angolo. Ad un quarto d’ora dal termine, però, la squadra di casa va vicinissima a passare in vantaggio: Hahn verticalizza splendidamente per Kruse, che si ritrova a tu per tu con Neuer, ma calcia debolmente per la facile respinta del portierone tedesco. La risposta del Bayern non si fa attendere. Quattro giri di lancette ed è Lewandowski, al termine di un bello spunto personale, a sfiorare il goal con un tiro che – complice la deviazione di Dominguez – termina fuori per una questione di millimetri. Il primo tempo termina a reti bianche, ma al Borussia Park non si è di certo annoiati.

SECONDO TEMPO – Guardiola e Favre non effettuano alcun cambio nell’intervallo, si riparte degli stessi ventidue effettivi del primo tempo. Avvio di ripresa decisamente duro, con un ammonito per parte (Dante per il Bayern, Wendt per il Gladbach). Ma la partita, rispetto ai primi quarantacinque minuti, sembra aver cambiato spartito. I Fohlen, infatti, si dimostrano decisamente più pericolosi quando ripartono in contropiede. E al cinquantaduesimo, al termine di una ficcante ripartenza, sfiorano il goal con Hahn, che costringe Neuer ad un difficilissimo intervento. Il Bayern risponde con Lewandowski, autore di un destro che non sorprende l’attento Sommer. Ma è solo un fuoco di paglia. Il Gladbach, infatti, nell’arco di centoventi secondi sfiora il gol in due circostanza, prima con Herrmann, che costringe Neuer a rimediare ad un’uscita imprecisa, e poi ancora con Hahn, che calcia alle stelle da posizione decisamente invitante. Il Borussia insiste. E dopo solo cinque minuti, da azione susseguente ad un calcio d’angolo, sfiora nuovamente il gol con Alvaro Domingeuz, che colpisce imperiosamente di testa ma non inquadra lo specchio della porta. Guardiola capisce che è venuto il momento di dare una scossa: fuori Rafinha (giocatore assolutamente non all’altezza di un club blasonato come quello bavarese), dentro l’acclamatissimo Ribery, ormai una bandiera dell’FCB.

A rendersi pericoloso nuovamente, però, è ancora il Gladbach: velenosa punizione di Raffael che non viene deviata da nessun giocatore e rimbalza pericolosamente davanti a Neuer, costretto ad una difficilissima deviazione d’istinto. Altro cambio nelle file bavaresi: Muller lascia il posto a Pizarro, spesso decisivo nelle battute finali. Ad un quarto d’ora dal fischio finale, Gotze reclama un calcio di rigore per un contatto con Stranzl, ma l’arbitro non reputa falloso il contatto fra il difensore tedesco e il match-winner del Marcanà. Quattro giri di lancette ed è nuovamente il Gladbach a rendersi pericoloso: il tiro di Raffael, scoccato dal lato destro dell’area di rigore, viene deviato in corner – con un goffo intervento in bagher – da un attento Neuer. Dopo tanto patire, nel finale torna nuovamente alla ribalta il Bayern. All’ottantacinquesimo, Bernat sfodera un velenoso sinistro che, complice la deviazione di un difensore avversario, termina fuori di un non nulla. Ma la grande chance per tornare a Monaco con i tre punti occorre sui piedi di Pizarro, che si vede respinto il tiro da Sommer, autore di un’efficace uscita a valanga che consegna un punto sudato, ma quantomai meritato, ai Fohlen.

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