The K Point: vi racconto Inghilterra-Italia nella tana del nemico

Il calcio, si sa, è un’esperienza meravigliosa. I mondiali forse ne sono la massima espressione, perchè passione e patriottismo raggiungono livelli estremi. L’Italiano, per definizione, anche se alcune volte non lo ammette, venderebbe i figli per vedere la propria nazionale vincere un mondiale. L’Inglese medio invece, forse arriverebbe a vendere addirittura la regina. Ora, immaginate di mischiare le due cose e di trovarvi a guardare Inghilterra-Italia, esordio mondiale, nel covo degli Inglesi e di tifare esplicitamente Italia. Se non avete idea di cosa possa venir fuori da questo cocktail esplosivo, ve lo racconto io, un Italiano che ieri sera ha visto la partita a Leicester, England.

Premetto che ce la siamo andata a cercare, perchè al posto di scegliere un tranquillo Pub universitario, abbiamo optato per un tradizionale pub frequentato solo da Inglesi. Per lo più, ci siamo ritrovati nel Cellar Bar, ovvero una sorta di taverna sotterranea. In sostanza, ci eravamo immersi nel covo del “nemico”, ma volevamo viverci l’esperienza al 100%.

L’atmosfera è diventata bollente in pochissimo tempo. Arriva il momento dell’inno: canto a squarciagola della folta colonia Italiana e pioggia di fischi e di urla da parte degli stizziti padroni di casa. Era il segno che la battaglia aveva avuto inizio. Il momento che ce lo ha fatto capire davvero è arrivato però una decina di minuti dopo: bomba di Sterling da fuori area e palla che finge di entrare in porta. Gli Inglesi, stizziti dall’invasione nemica e rintontiti dalle birre consumate fin dal primo pomeriggio, non hanno minimamente dubitato che la palla fosse uscita ed hanno cominciato ad esultarci in faccia. La pioggia di fischi si è quindi trasformata in pioggia di birra, mentre qualche tifoso dei Three Lions ha deciso di calarsi i pantaloni e di mostrarci il suo lato “meno nobile”. La palla però entra più tardi, ma non nella porta di Sirigu, bensì in quella di Hart: è il momento della vendetta.

Al  gol di Marchisio, sulla geniale giocata di Pirlo, il popolo italiano rinchiuso in quel pub è letteralmente esploso, sotto gli occhi pieni di rabbia degli inglesi. In quel momento, tutti i presenti del pub (compresi i miei amici brasiliani, spagnoli e norvegesi che per una notte si erano trasformati in italiani) hanno pensato che non ne saremmo mai usciti vivi. Che l’Italia avesse vinto o perso, ormai eravamo nella tana del leone e difficilmente saremmo sopravvissuti.

E fu così che pochi minuti dopo veniamo assaliti da un’onda Inglese, in delirio per il gol di Sturridge. Non ci resta che imprecare contro Paletta e sorridere amareggiati. Tutto come prima, ma la partita è ancora apertissima. Dopo le emozioni sul finire del primo tempo, i due schieramenti (non quelli in campo, ma all’interno dell pub) si dirigono al bancone per il rifornimento di birra: la quiete prima della tempesta.Italy 2

Inizia il secondo tempo. Il cross di Candreva e l’inzuccata di Balotelli ci regalano l’apice della serata, perchè, dopo aver esultato come degli animali, ci mettiamo a cantare “Ooo Balotelli, is a striker, is good at darts! An allergy to grass but when he plays he’s f**king class…”. L’avremo cantata per 10, forse 11 volte. Ormai sapevamo di aver firmato la nostra condanna a morte, perciò tanto valeva prendere in giro gli Inglesi a casa loro e per di più con un coro che proprio loro avevano inventato per Mario: il top!

Il resto della partita è nervosismo puro. Le John Smith’s che ci scoliamo non sono mai abbastanza per farci stare tranquilli. Il possesso palla dei nostri ci fa paura, perchè sappiamo che gli uomini di Hodgson sanno fare male. Entra Barkley e dico a tutti che è l’uomo che puo’ spaccarci in due la difesa. Poco dopo infatti, il mio pupillo mi dà ragione, ma per fortuna un Sirigu in serata di grazia gli nega la via del gol. La tensione si taglia con un coltello e dopo la clamorosa traversa di Pirlo, la paura della beffa all’ultimo minuto si fa estremamente concreta.

Poi però, dopo troppi e interminabili minuti, arriva il fischio finale e in quel pub gli inglesi non si sentono più. Stremati, sudati e provati ci abbracciamo e cantiamo, ma sappiamo che fuori ci aspetta la resa dei conti. Fortunatamente riusciamo a scamparla e ci dirigiamo ad un altro pub per festeggiare.

Sarà stata solo la prima partita del mondiale, ma tutti ieri sera l’hanno vissuta come fosse una finale, persino i miei amici stranieri che ieri  hanno tifato Italia con me. Consiglio a tutti di provare un’esperienza del genere, perchè un mix di sensazioni così strane solo il calcio le sa regalare.

Dico sempre a tutti che ormai sono un Inglese mancato. Ieri sera però non sono mai stato più Italiano…

About Davide K. Cappelli 51 Articoli
Giornalista Sportivo Brit-It, autore della rubrica "The K point".
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